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Glossario

I bifenili policlorurati (PCB) formano un gruppo di 209 composti organici aromatici clorurati.

Si distinguono per il numero e la posizione degli atomi di cloro nei due anelli fenilici.

I PCB fanno parte degli inquinanti organici persistenti (POP): sono difficilmente degradabili e si accumulano nella catena alimentare. Divenuti ormai ubiquitari nell’ambiente, i PCB sono assorbiti quotidianamente con l’alimentazione, in piccole quantità.

I PCB provengono principalmente da applicazioni industriali risalenti fino a 20-30 anni fa ed erano impiegati come isolanti in condensatori e trasformatori, nell’olio idraulico, ma anche in applicazioni aperte come vernici, resine, materie plastiche, mastici per le fughe e inchiostro di stampa e colle.

Nel 1972, in Svizzera è stato vietato l’impiego di PCB nei sistemi aperti a causa delle loro proprietà dannose per l’uomo e per l’ambiente.

Nel 1986 è entrato in vigore un divieto generale di PCB.

Le misure di riduzione adottate da allora hanno portato a un netto calo dell’esposizione della popolazione ai PCB.

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Peso massimo provocato da pressioni meccaniche che un terreno può sopportare senza essere compattato.

Le dibenzo-p-diossine (PCDD), comunemente note come diossine, sono una famiglia di sostanze chimiche composta da isomeri formati da due anelli aromatici tra loro collegati con due "ponti" ossigeno in posizione simmetrica e atomi di cloro a sostituzione degli atomi di idrogeno sugli anelli benzenici.

Le diossine non sono prodotte o sintetizzate per scopi professionali o commerciali ma si formano di regola come prodotti secondari durante reazioni chimiche specifiche.

Grazie a diverse misure di contenimento, le immissioni di diossine in Svizzera sono considerevolmente diminuite parallelamente ai quantitativi medi riscontrabili negli esseri umani e in diverse derrate alimentari.

I dibenzofurano policlorurati (PCDF), comunemente noti come furani policlorati, sono una classe di composti molto tossici prodotti in fase gassosa dalla combustione incompleta di materiale organico contenente cloro e che sono comunemente inclusi nella categoria delle diossine, pur essendo in realtà dei derivati del furano.

Il PCDF è strutturalmente formato dalla condensazione di due anelli benzenici con un furano, eterociclo ossigenato.

Alcuni atomi di idrogeno degli anelli benzenici sono variamente sostituiti da atomi di cloro.

Diossine e furani (PCDD/F) sono molto persistenti e trasportabili a seguito di fenomeni meteorologici.

Pertanto, dei residui di PCDD/F si possono ritrovare oggigiorno in moltissimi ambienti naturali e lungo gli "anelli" della catena alimentare.

Accumulandosi soprattutto in ambiente grasso, gli alimenti (grassi) di origine animale sono quelli più esposti a PCDD/F.

I PCDD/F sono tossici, persistenti e bioaccumulabili e presentano componenti cancerogene e genotossiche.

Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA oppure PAH dall'inglese Polycyclic Aromatic Hydrocarbons, oppure PAK dal tedesco polyzyklischen aromatischen Kohlenwasserstoffen) sono composti organici condensati costituiti da almeno due anelli benzenici uniti tra loro.

Essi provengono soprattutto dalle attività umane e mettono in pericolo la salute dell’uomo a causa del loro effetto cancerogeno.

Particolarmente pericoloso è il benzo(a)pirene, composto altamente cancerogeno.

Gli IPA sono generati dalla combustione incompleta di materiale organico (per esempio carbone, olio da riscaldamento, carburante, legno o tabacco) e si diffondono nell’aria legati alle particelle di fuliggine.

Sono pure componenti naturali del carbone e del petrolio, che nel processo di raffinazione del petrolio si accumulano nel bitume.

Anche gli alimenti possono accumulare quantità considerevoli di IPA generati da combustione, per esempio nella preparazione di prodotti cereali o di oli vegetali, nell’affumicatura di carni e pesci oppure se vengono grigliati sulla fiamma aperta.

A causa della speciale conformazione della loro struttura ad anelli, alcuni IPA vengono trasformati nel corpo in composti estremamente reattivi, chiamati epossidi, che hanno una spiccata tendenza ad interagire con le molecole del DNA, alterando il patrimonio genetico delle cellule con il rischio di provocare tumori.

Inoltre, alcuni IPA compromettono la capacità riproduttiva o lo sviluppo del feto.

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