Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

264 fALC fALC 1.2.2. Vuléir tör al canvaa pǘ largh cu la falc, voler cogliere l’andana più larga della falce: azzardare oltre le proprie possibilità, esporsi a rischi eccessivi (SopraP. [28]). 1.2.3. in un proverbiometeorologicomolto diffuso, le cui varianti locali fanno riferimento alla cimamontana dominante nella rispettiva regione [29]: can che l Scimón da Crèe u fa sú l capéll, pónto víï la falsc e cata sciá el rastéll, quando il Pizzo di Claro si mette il cappello, riponi la falce e prendi il rastrello (Moleno), cura ca l Varuna al gh’a sǘ la curuna, al Curnasèll al capèll, lassa la falsc e ciapa l restèll, quando il PizzoVaruna ha la corona, il Curnasel il cappello, lascia la falce e prendi il rastrello (Poschiavo [30]): quando lamontagna si copre di nuvole si deve smettere di falciare e iniziare a raccogliere il fieno prima che arrivi la pioggia. – Róss ded żóra, tö sǘ la falc e va lavóra, róss ded żótt, tirat sótt i quèrt e sta sótt, rosso a ponente, prendi la falce e va a lavorare, rosso a levante, tirati sotto le coperte e resta a letto (Quinto). – Falc marlèda, fadiga spargnèda, falce martellata, fatica risparmiata (SopraP. [31]). – Chi séga a l’òrba, la falsc al sciòrba, chi falcia alla cieca, la falce acceca: chi lavora malamente rovina gli attrezzi (Poschiavo [32]). – il taglio del primo fieno, che prendeva normalmente avvio verso l’inizio di giugno, viene ricordato dal detto sgiugn, la falsc im pugn, giugno, la falce in pugno (Claro). 1.2.4. La falcefienaia compare inalcune varianti di una nota filastrocca cumulativa a richieste concatenate: … sém nècc do pró par fam dè l fén, o pró m’a mía dècc o fén sénza la fauc, sém nècc do faréi par famdè la fauc, o faréim’amíadècc la fauc sénza n grèi d sóisgia, …, la sóisgia l’ó dècc o faréi, o faréi m’a dècc la fauc, la fauc l’ó dècc o pró, pró m’a dècc o fén, sono andato dal prato per farmi dare il fieno, il prato nonmi ha dato il fieno senza la falce, sono andato dal fabbro per farmi dare la falce, il fabbro non mi ha dato la falce senza un po’ di sugna, la sugna l’ho data al fabbro, il fabbro mi ha dato la falce, la falce l’ho data al prato, il prato mi ha dato il fieno (faido [33]). 2. Roncola 2.1. il significato di roncola, già verosimilmente attestatonegli statuti trecenteschi diMinusio («pastores caprarum…nondebeant …portare cumipsis aliquam seculem falzemfalzonum» [34]) è preponderante nel Bellinzonese, in Vallemaggia, nel Locarnese e in tutto il Sottoceneri, pur comparendo sporadicamente anche altrove, nel circolo di Mesocco affidato al sintagma disambiguante di falc da bósch, falce da bosco, e a Roveredo Grig. di falc di légn, falce dei legni, o daman, damano; v. anche i doc. «falce6 da bosco» (Mesocco 1503 [35]), «una falcie da legnio» (Mesocco 1503 [36] «una falcia da legnia» (Brione Verz. 1790 [37]), «due falces a manu» (Roveredo Grig. 1487 [38]), «una false da mano» (S. Vittore 1720 [39]). La tipica roncola in uso nelle nostre terre, conosciuta commercialmente sotto ladefinizione «tipo Bergamo» ma significativamente denominata oltralpe Tessinergertel, roncola ticinese, consta di una lama di acciaio adunca di lunghezza normalmente compresa fra 25 e 35 cm,munitadi una costa diritta e di un solo tagliente sul lato concavo a essa opposto. il rivestimento del codolo ne costituisce il manico, negli esemplari più antichi di legno o di corno e nella forma tuttora diffusa formato da una serie di rondelle ovali di cuoio, talvolta intercalate da alcune di feltro che ne rendono piùmorbida l’impugnatura; il manico è provvisto contro la lama di un disco di cuoio protettivo e all’estremità inferiore di ungancio, utile ad appendere l’attrezzo e ad assicurarne la presa, a sua volta protetto da una striscia di cuoio e fissato tramite la ribaditura del codolo. Ronchetti piùpiccoli (v. falcéta, falcétt, falcín) si distinguono per il manico genefig. 47. Rappresentazione della morte nella casella 58 di un gioco dell’oca stampato a Parma verso la metà del Settecento e rinvenuto in una vecchia abitazione di Linescio (fot. M. Moretti).

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