Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

265 fALC fALC ralmente di legno e privodi uncino. Di fatturamolto più semplice rispetto alle falci fienaie, le roncole venivano generalmente forgiate al pari di altri strumenti da taglio quali scuri e accette da fabbri locali, di cui spesso recano punzonati il nome e la sede aziendale; per la loro affilatura si usa una lima da muovere nel verso della lama. La roncola viene portata dietro la vita, appesa col tagliente rivolto all’insù a un apposito supporto infilato nella cintura (cfr. al par. 6. e v.  filipa), ed è usata per tagliare rami di limitata sezione, sgrossare o appuntire pali, spaccare legnaminuta e per altri impieghi affini; due roncole ben appuntite piantate alternativamente nel tronco facilitavano l’ascesa sulle piante di castagno per la loro bacchiatura [40]. A Brione Verz. lafalc da fèe sgiǘ föia, falce per sfrondare, erauna roncolamontata suun lungomanico, usataper tagliare le fronde di latifoglie dautilizzare quale foraggio per le capre [41]. Col termine viene anche designato uno strumento da taglio simile, dotato però di lama diritta, più larga e di forma leggermente trapezoidale, usato per la lavorazione del legno, come tritapaglia (in Verzasca falc dar lisca [42]), o in macelleria; a Sonogno indica pure una lama a filo ottuso sulla quale, infissa nello stipite di una porta, si facevano passare le fibre di canapa per affinarle [43]. nella documentazione storica la roncola è talvolta segnalata come arma di offesa, di cui poteva essere limitato il porto e l’impiego: così nel Quattrocentouna«falcem»negli statuti di Lavizzara [44] e la «falcis a buscho» in quelli criminali di Lugano [45] figurano tra le armi vietate; significative a tal proposito sono pure le testimonianze di fine Settecento di K. V. von Bonstetten («DieMänner von Verzasca … tragen alle hinten amGürtel ein Schuh langes oben gekrümmtes scharfes Messer, Falce genannt, mit dem sie sich morden» [46]) e di h. R. Schinz: «Sie sind immer auf eine Weise bewafnet … mit einer Art krummer breiter Messern (Falce) die sie zum holzhacken sonst gebrauchen» [47]. L’è taiénta ste falc, è affilata questa roncola (Camorino), iér a sónt andacia da par mí col gèrlo e la fólc par fá quai fassétt da ginéstri e quai tapp da pizzá al fögh, ieri sono andata da sola con la gerla e la roncola per procurare qualche fascina di ginestre e qualche scheggia per accendere il fuoco (Arogno [48]), i fava l pagn lór, i l fava na vòlta al mès, sichè figurémas ala fign dal mès cuma l’èra bón chèll pagn! I duèva ciapaa la falc e l sigròtt par taiall sgiú, facevano loro il pane, lo facevano una volta almese, sicché figuriamoci alla fine delmese come era buono quel pane! Dovevano prendere la roncola e l’accetta per tagliarlo (Verscio [49]), dai sǘ fía al sigürín e la falsc, affilare l’accetta e la roncola (Gordevio); cula falc de bósch um taia i ram, con la roncola tagliamo i rami (Soazza), se tu vai amónt, disméntigamigada té dré la fausc da bósch, se sali ai monti, non dimenticare di prendere con te la roncola (Mesocco [50]). 2.2. Locuzioni, modi di dire, filastrocche 2.2.1. Métt la fólc al còll, mettere la roncola al collo: minacciare, mettere alle strette (Riva S. Vitale); – vistí cui pagn taiád gió cura falc, portare vestiti tagliati con la roncola: informi, sgraziati (Grancia), lavór squadròo giú con la falc, lavoro squadrato con la roncola: malfatto (Brissago); – punt che sa pò tacágh lá la fólc, punti che si può appendervi la roncola: punti di cucito malfatti, eccessivamente lunghi (Rovio); – vègh er léngua da falc, avere la lingua di falce: essere caustico, mordace (Lavertezzo [51]). – A Sonogno vèss in falc, essere affamato: sti tosói i é adéss in falc, ma l’é pöö méi ch’i aa famche vèssmarée, questi ragazzi sono sempre affamati, ma è certo meglio avere fame che essere ammalati. fig. 48. Roncola forgiata da un fabbro Cavalli di intragna (fot. A. d’Auria, CDe).

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