Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

259 fALBALÁ fALC 4. fig., a Balerna, individuo inconcludente; – a Biasca, persona senza carattere [3]; – a Brusino Arsizio, babbeo, sempliciotto: l’è un póro frapalá, è un poveretto che si lascia abbindolare da tutti. Dal fr. falbala‘striscia di stoffa increspata’ [4]; la voce ricorre anche nell’it. falbalà, falpalà e in numerosi dial. it. [5]. – Le var. con fr- si devono a dissimilazione l-l > r-l e metatesi. La forma frabalándi Sigirino si può forse spiegare con l’avvicinamento al sinonimo volant, con pronuncia come nasale velare del nesso -nt attestata in altri francesismi come pandán ‘corrispondenza, simmetria’, portanfán‘portinfante’ [6]; v. anche, in area sv.rom., fèrbalạn, la cui uscita è comunque di origine non chiara [7]. – L’immagine della balza intesa come oggetto pendente e ondeggiante può essere alla base dell’idea di irresolutezza, volubilità e fragilità da cui sono sorti i significati al par. 4., cfr.  bagiae bagiöö‘penzolo d’uva; ciocca di fiori o frutti’ e ‘individuo ignorante, impacciato, sciocco, sempliciotto’; – frapalá ‘sempli - ciotto, individuo che si lascia abbindolare’ potrebbe anche risentire del tipo lessicale it. frappare ‘ingannare, raggirare con chiacchiere’, piem. frapè ‘ingannare, avviluppare con parole’, pavano frap(p)are ‘scherzare, celiare’, v. anche il venez. frapadór ‘impostore, imbroglione’ [8]. – All’ultimo par. si può verosimilmente affiancare il deriv. frabalón, -ónaattestato in una raccolta di espressioni dial. lug. di fine Ottocento nell’espressione che frabalóna d’una dòna! [9] senza traduzione. B i b l.: CheRuB. 2.170, AnGiOL. 331. [1] CATenA2.70. [2] PROnzini 61. [3] STROzzi 71. [4] TLf 8.623, feW 3.395,397-398,401; cfr. ReP 600. [5] Dei 2.1585,1590, DeLi2 556,557, zOLLi, influsso 3638, DARDi, Provincia 169-170. [6] LSi 3.712, 4.106, 5.801. [7] GPSR 7.123. [8] DeMAuRO3.67, v. anche BATTAGLiA 6.298; zALLi 1.364, PACCAGneLLA269, CORTeLAzzO581. [9] CATenA2.70. Sofia FALBÚR (falbr) s.m. Vampa, riverbero, riflesso (Bedano, Gravesano). Così come l’it. falbo‘di colore giallo scuro tendente al rossiccio’ [1], la voce lug., della quale si è occupato Salvioni [2], rimanda al germ. *fALWAattraverso lamediazione del lat. mediev. falvus‘id.’ o di altre lingue, con l’aggiunta del suff. -ōRe(M). [3]. forse il trapasso semantico trova la sua ragione inun accostamento tra il colore falbo del manto dei cavalli e quello di una fiamma. B i b l.: [1] BATTAGLiA5.581. [2] PeLLAnDini, Bedano 22, PASSARDi 113; SALViOni-fARé, Postille 3174. [3] ReW 3174, Dei 2.1585, PRATi, Vei 408, DeLi2 556, nOCenTini 411. Galfetti FALC (fálč) s.f. falce. V a r.: falc; fâlc (circ. Castro, circ. Olivone), falce (Certara), fals (Prato-Sornico, circ. Maggia), falsc(circ. Ticino, Arbedo-Castione, Lumino, Riv., Chironico, VMa., intragna, isole, Breno, S. Vittore, Cal., Posch.), falz(Rovana), fauc(iragna, Lev.), fausc(circ. Mesocco), fèlc (SottoP.), fólc (Arogno, Rovio, Mendr.), fòlc (Ceresio, Mendr., Castasegna), fòl(Castasegna), fòlcia(Stabio, Pedrinate), halsc (Gorduno). 1. falce fienaia 1.1. il senso di falce fienaia, applicato all’intero attrezzo come anche alla sola lama, è generale in un’area che comprende le valli Riviera, Blenio, Leventina e il Grigioni italiano, comparendone al di fuori solo in qualche rara e sporadica attestazione. Aribadirlo possono concorrere qua e là alcune specificazioni aggiuntive: falc da(l) fén, falce da fieno (Gnosca, Dalpe, Lavizz., Moes.), da/ per segá, per falciare (Dalpe, Mesolc.), da prò (Moes.), perdéra (S. Vittore), da prato, cfr. i doc. «una falzede segare» (Mesocco 1517 [1]), «falze 5 da prato» (Mesocco 1503 [2]), «una falcispredera» (RoveredoGrig. 1487 [3]), «una false pradera» (S. Vittore 1720 [4]). Strumento agricolo di uso remotissimo e di importanza fondamentale per la pratica agraria trafig. 44. Le parti della falce fienaia (dis. da BAeR2 35). costa lama tagliente cuneo ghiera manico codolo impugnature

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