Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

305 fAnfÁn fAnGh FANFÁN (fanfá) s.pl. Tipo di calzature di panno con la suola trapuntata di corda (Ligornetto); scalferotti di lana calzati per andare a letto (Ligornetto). Voce espressiva probabilm. del linguaggio infant., da avvicinare al vares. fanfèll ‘pantofole’ (Luino [1]). B i b l.: [1] Mat. CSDi. Moretti FANFAR (fánfar) s.m. Moneta di infimo valore, centesimo. Va r.: fanfar (Landarenca), fanfer (Roveredo Grig.), flanfar (circ. Giornico). La voce, definita in un repertorio ottocentesco di vocaboli dialettali della bassa Leventina come «moneta di niun valore o spendibile solo per un quattrino» [1], compare in frasi quali chéll lí o va in gir con gnanca on fanfar in scarsèlle, quello va in giro senza neanche un centesimo in tasca (Landarenca), vègh piú gnanch om fanfer, non aver più nulla (Roveredo Grig. [2]). il valtell. fanfer‘moneta falsa’ [3] con il bresc. fánfer [4] ed eventualm. il venez. e pad. fanfaro (di accentazione dubbia) [5] ‘danaio falso’, unitamente alle espressioni qui riportate, sembrerebbero accreditare l’ipotesi di una derivazione del termine dal ted. Fünfer‘moneta da 5 soldi o centesimi’ [6], quindi di scarso valore. Le difficoltà di ordine fon. di tale proposta rendono tuttavia più plausibile un collegamento, se non l’equivalenza, con il mil. fanfer ‘sciocchezza, inezia’ [7] già attestato nel Maggi [8], di cui è riportato anche il modo di dire no varrì on fanfer «non valere un frullo, un’acca» [9], o il tiran. fanfer‘cosa o persona da poco’ [10], da ricondurre piuttosto allo stesso tema espressivo fAnf- condiviso da  fanful e che si ritrova in voci it. quali fanfano, fanfarone, fanfera, ecc. [11]. il senso rilevato a Tirano potrebbe anche stare alla base del soprannome di famiglia Fanfar, attestato a Poschiavo [12]. B i b l.: [1] fRAnSCini, Vocab.lev. 22. [2] RAVeGLiA70. [3] MOnTi, App. 36. [4] Vocab.bresc.tosc. 116. [5] PATRiARChi 79. [6] Cfr. LuRATi, Dial. e it.reg. 82, BRACChi, Parlate 112; v. anche Schwid. 1.854. [7] CheRuB. 5.61, AnGiOL. 306. [8]MAGGi, Teatro 1.509, cfr. 2.236. [9] CheRuB. 5.61, cfr. AnGiOL. 306. [10] BOnAzzi, Lessico 1.280. [11] DeMAuRO-MAnCini 736, cfr. LuRATi, Diz. modi di dire 991-992. [12] Alm.Grig. 1983.97. Moretti FANFÓGN (fanfñ) s.m. Buono a nulla, pasticcione (Malc. [1]). forse dal lat. SyMPhōniA(M) [2], che conosce, fra i suoi continuatori romanzi, forme come il sic. fanfònia ‘fandonia’ [3] e il nizz. fanfòrnia ‘scacciapensieri; sciocca’ [4]. V. comunque anche il grig. rom. fafgn ‘langsamer, ungeschickter (schlechter) Arbeiter’ (con derivati inizianti per fanf-) [5], ricondotto a un tema fonosimbolico fAf-, fAnf- esprimente stupidità, mediocrità, frivolezza [6]. B i b l.: [1] CheRuB., Collez.dial.lug., cfr. CheRuB.- fARé 32. [2] ReW 8495. [3] Vocab.sic. 2.17. [4] feW 12.489b. [5] DRG 6.14. [6] DRG 6.15, cfr. feW 3.366367, ReW 3183, SChuChARDT, zRPh. 28.143. Moretti FANFUL (fánful) s.f.pl. frottole, fandonie, sciocchezze (Russo, Comologno, Rovio). Da pinígn a ’évum una gran paüra dai strii, perchè i grènd i nu fèva alt che üntass sǘ di fanful, da piccoli avevamo una gran paura delle streghe, perché gli adulti non facevano altro che raccontarci panzane (Comologno). – Si veda anche, in una lettera scritta nel 1879 dalla California da un emigrante di Moghegno, «il cugnato … viene da me solamente con mille fanfole» [1]. La voce, che i Mat. VSi riportano anche per Viggiù, ritorna nel com. fánfula‘ciancia, millanteria’ [2]; più che costituire una forma abbreviata di fanfaluca [3], sarà da ascrivere alle numerose voci generate dal tema espressivo fAnf-, condiviso da fanfared eventualm. da  fanfógn, oltre che dal mil. fanfulla «baja, celia, fanfaluca, frottola» [4], voce che in questo significato un diz. di fine Ottocento già segnalava come disusata [5]. Si sarà sicuramente ispirato a questa tradizione lo scrittore it. fosco Maraini nel coniare il neologismo fanfole, a lui attribuito e posto a titolodi una sua raccolta di poesie del 1966, esempio fondatore della tecnica scrittoria detta dellametasemantica, basata sull’impiego di parole inventate di spiccata efficacia allusiva. B i b l.: [1] CheDA, California 2.646. [2] MOnTi 74, LOCATeLLi 83. [3] Cfr. SChuChARDT, zRPh. 28.143. [4] CheRuB. 2.89. [5] ARRiGhi 299. Moretti fanga, -gá  fangh FANGH (fák) s.m., FANGA(fága) s.f. fango, melma. V a r.: s.m. fangh; fanghe (circ. Sonvico); – s.f. fan - ga; fana(Cavergno), fènghe (Gerra Gamb.).

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