Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

304 fAneGhÈ fAnfALüCCh il verbo all’infinito è stato ricostruito sulla base dell’unica attestazione alla 3apers. singolare qui riportata. essa costituisce verosimilmente l’univerbazione di un originario sintagma del tipo *fa nèga, nel quale il secondo elemento sarà una sostantivazione del verbo lat. neCāRe‘far soffocare’ (v. anche il v.  negá‘annegare; soffocare; puzzare, ammorbare’, documentato nel vicino villaggiodi Bondo in na spüzza ca t nèga‘una puzza che ti soffoca’) [1]. il costrutto fare+verbo sostantivato in -aè piuttosto diffuso nei dial. della Svizzera italiana. il fatto che il sost. nèganon risulti attestato al di fuori della locuz. in cui compare non è insolito, come dimostrano i casi di faa brica‘essere di malumore’ (per cui v. bricá‘esser dimalumore’), faadismóstra‘mostrare, dare segni di essere in calore’ (per cui v.  dismostraa ‘mostrare i segni della gravidanza’), fámóssa‘fare finta, fingere’ (per cui v. mossá‘mostrare; fingere’); ciò avrà favorito, presso i parlanti, la percezione del sintagma come un’unica parola, motivo che giustifica la scelta della forma infinitivale posta qui a lemma. Tuttavia non è da scartare l’ipotesi che si debba partire da un *faneghè‘fa soffocare’ (3apers. sing.), percepito dai parlanti come univerbato e successivamente declinato come un normale verbo all’infinito. B i b l.: [1] Cfr. ReW 5869, SALViOni-fARé, Postille 5869. Genasci fanestrissima, -stròcia  fenèstra FANÉTT(fant), FANÍN(faní) s.m. fanello, Carduelis cannabina L. V a r.: fanétt, fanètt, finétt [1]; –fanín(CentoV. [2]). Appartenente alla famiglia dei fringillidi, migratore e svernante nella regione mediterranea, questo uccello è presente e nidifica sul nostro territorio da aprile a ottobre, dalla pianura fino in alta montagna. Predilige come habitat i boschi di giovani conifere, l’aperta campagna con coltivi e siepi, i pascoli in degrado con arbusti sparsi e bassa vegetazione. La sua presenza in Ticino è irregolare: più frequente in Leventina e in Val di Blenio, manca in gran parte del Locarnese, mentre nel Sottoceneri è reperibile solo in alta quota [3]. A Mendrisio è anche così chiamato il fanello nordico (Carduelis flavirostris). – il termine concorre a formare le locuzioni fanétt bastard (Locarno, Breg.)/ da mónt (VMa., Loc.)/ da montagna (Tic.), fanello bastardo/ di monte/ di montagna, designanti l’organetto o siserino (Carduelis linaria linaria) e l’organetto minore (Carduelis linaria cabaret), di cui si conservano alcuni esemplari presso la collezione ornitologica del Liceo di Locarno [4]. – Gioca sull’omonimia con fanétt, mangione, spazzolatore di piatti (v.  fá1, par. 13.) la rima raccolta a Comano ur fringuèll l’è n bèll üsèll, ma r fanétt l’è püssée bèll, il fringuello è un bell’uccello, ma chi spazzola il piatto è ancora più bello. Con puntuali riscontri nella Lombardia occid., in Piemonte e in Liguria [5], i tipi a lemma sono forme parallele, condiversa suffissazione, delle voci it. fanello (cfr. il lat. mediev. «fanellus», ferrara 1302), ver. fainèl, venez. faganèl, trent. fadanèl ‘id.’, fatti procedere da una base lat. volg. *fAGinĕLLu(M) o *fAGAnĕLLu(M) (oppure *fAGeTAnĕLLu(M), secondo l’Alessio), a sua volta dal lat. fāGu(M) ‘faggio’ attraverso le forme intermediarie aggettivali *fAGĭnu(M), *fAGānu(M) ofAGeTānu(M) ‘dei faggi’: il termine sarebbe quindi da intendere come ‘(uccello) delle faggete’ e la denominazione alluderebbe alla predilezione del fringillide per i boschi di faggio, dove spesso nidifica [6]. il LSi attesta pure la forma fanèll [7], documentata da alcuni corrispondenti locali, che qui si è però preferito non considerare perché ritenuta non genuina. B i b l.: CheRuB. 2.88, MOnTi, App. 36. [1] fATiO, Vertébrés 2.1.673, fATiO-STuDeR, Oiseaux 14.2896. [2] fATiO-STuDeR, Oiseaux 14.2896. [3] LARDeLLi, uccelli 192-193, v. anche RiVA, Ornit.tic. 287. [4] fATiO, Vertébrés 2.1.665, fATiO-STuDeR, Oiseaux 15. 2924, BRAnCA390-395. [5] CheRuB. 2.88, MOnTi, App. 36, BieLLA397, BeLLATi 397, SCuffi 218, ViDARi 104,MARAGLiAnO, Diz. 220, SAnT’ALBinO548, LOCATeLLi51,MAGenTA39, WeTzeL-ROSSi 113, CASACCiA361, CARLi 102, ACCAMe-PeTRACCO SiCARDi 54, RAMeLLA 59. [6] ReW 3141, SALViOni-fARé, Postille 3141, SALViOni, R 34.235236, Scritti 4.1004-1005, Dei 2.1593, PRATi, Vei 412, DeLi2 559, nOCenTini 414, BATTAGLiA 5.636; PRATi, etim.ven. 61, DeLT 1.1178, DeeG 545. [7] LSi 2.388. Galfetti fanétt  fa1 FANFALÜCCH (fanfalǘk) s.m. Stupido, imbecille (Poschiavo). Come l’it. di fine Cinquecento fanfalucco (in G. Bruno) glossato ‘persona ciarliera, chiacchierone’ [1] e i dial. bellun. fanfalugo, vic. fanfaluco ‘parabolano’ [2], chiavenn. fanfarǘch‘fanfarone’ [3], è da ricondurre al lat. tardo fAMfALūCA(M), adattamento del greco POMPhOLyGA‘bolla d’aria’ [4]. B i b l.: [1] BATTAGLiA5.637. [2] PRATi, etim.ven. 118. [3] GiORGeTTA-GhiGGi 385. [4] Dei 2.1593; ReW 6643. Moretti

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