Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

314 fARCLA fARfALA sicale si riscontra nel borm. (isolaccia) e in alcune località del Trentino [3]. B i b l.: AiS 7.1405. [1] ReW 3159. [2] DRG 6.123-125. [3] AiS 7.1405 P. 209,330,340,341. Moretti FARDÉMPF (fardmpf) s.m. Stufato. V a r.: fardémpf (Stampa), fartémf (Breg.), fartémpf (Castasegna, SopraP.), farténf (Breg.). Fartémf da capriòlo, da marmòta, stufato di capriolo, di marmotta (SopraP. [1]); entra inoltre nelle locuzioni carna in fartémpf, carne in umido (SopraP. [2]), tartüfal in fartémpf, patate in umido (SopraP. [3]). Dal sinonimo sv.ted. grig. Verdämpft (attestato anche nella var. Vertämpfts), voce appartenente alla famiglia del ted. Dampf ‘vapore’ penetrata pure nelle parlate rom. (v. ad es. gli eng. fratem(f), sopras. furtem, che presentano var. locali con far-) [4]. Questa proposta etimologica risolve i dubbi lasciati dalla precedente interpretazione di Bracchi il quale, prendendo in esame una var. fartémp, non rinvenibile nella fonte cui fa riferimento [5] né nei Mat. VSi, la affianca al rom. fartém‘gulasch’ (Obervaz), e propone di scorgervi l’esito di un lat. fRiCT- (dal tema di fRīGeRe ‘friggere’) + -ūMen, con epitesi di -p eventualmente promossa dalla vicinanza formale di témp‘tempo’ [6]. L’ipotesi, che appare piuttosto complessa, mostra evidenti limiti per l’aspetto fonetico: è inattesa, stanti le regole fon. del breg., la vocale ton. é nel riflesso di -ūMen, e resterebbe oscura l’aggiunta di una -f finale. B i b l.: [1] GiACOMeTTi 96,186. [2] GiACOMeTTi 38. [3] MAuRiziO, Clavenna 9.132, GiACOMeTTi96,353. [4] STAMPA, Bergell 104, Schwid. 12.1921, DRG 6.574-575, hR 1.348. [5] MAuRiziO, Clavenna 9.130,132. [6] BRACChi, Clavenna 22.185; v. anche CORTeLAzzO-MARCATO194. Bonetti farégn  fèr FARÉVUL (farvul) s.m., FARÉVULA (far - vula) s.f. Bagolaro, Celtis australis L. V a r.: s.m. faréul, farévul (Mendr.); – s.f. farégula, faréula, farévula(Mendr.). il bagolaro è un’essenza mediterranea, presente sporadicamente nella Svizzera italiana con qualche maggiore diffusione nel Mendrisiotto e in Bregaglia [1]; il legno, tenace ed elastico, veniva impiegato per la confezione di gioghi, fruste e manici di attrezzi. Tra le numerosissime denominazioni del bagolaro nei dial. it. [2], le voci qui addotte (con la var. farévul attestata dai Mat. VSi anche a Cernobbio) saranno da avvicinare ai piem. favarón, favaró, riconosciuti come discendenti dal lat. făBA(M) ‘fava’, a motivo dei frutti della pianta affini alle fave [3]. Più precisam., origineranno da un deriv. di quest’ultimo in -ARiu(M), ulteriorm. suffissato in ŭLu(M) e con successiva metatesi come nella var. albese faravó [4]. una ulteriore var. farégan, attestata a Castel S. Pietro e forse dovuta unicamente a ragioni di rima in una filastrocca che enumera diverse specie legnose [5], sembra presentare nell’uscita lo stesso esito di ĕBenu(M) ‘ebano’ [6] assegnato a  égan‘maggiociondolo’. B i b l.: [1] CheneVARD, Catalogue 170, LAuBeR-WAGneR 272. [2] PenziG, flora 1.103-104. [3] SALViOnifARé, Postille 3117, ReP 619. [4] SALViOni-fARé, Postille 3117. [5] ORTeLLi TAROni, Storia 131. [6] ReW 2816. Moretti farévula  farévul FARFALA (farfála) s.f. farfalla. V a r.: farfala; farfale (Medeglia, Robasacco, Gerra Gamb.). 1. Termine generico per qualsiasi specie di lepidottero diurno o notturno: la bigata la divénta una farfala, il bruco diventa una farfalla (S. Abbondio). Le diverse specie di farfalle vengono di norma distinte in base al colore delle loro ali o ad altre caratteristiche intrinseche (cfr. al par. 5.1.). A inizio novecento in Vallemaggia è documentata la pratica di catturare farfalle con lo scopo di venderle [1]. 2. Ad Arbedo-Castione, picchio muraiolo [2]. 3. Traslati 3.1. A Lumino, farfallino, tipo di cravatta. 3.2. A Soazza, t’éi pròpri una farfala, sei proprio una farfalla: una persona agile, leggera. 3.3. Persona volubile, frivola, poco seria: erMargarita l’è ene farfala, Margherita è frivola (Mergoscia); – a Russo, cosa futile, vana. 4. Paragoni L’è sémpro vistida cóme no farfala, ma la n gh’a dént pòch in tèsta, l’è no frin frin, è sempre vestita

RkJQdWJsaXNoZXIy MTA1MTg=