Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

318 fARfOiÁ fARfÓLA 2. Come soprannome anche nel doc. «Antonio Lagho deto il farfolio» (Lugano 1658 [4]). farfói2 s.pl. 1. fandonie, frottole (Lavertezzo [5]). – 2. Testicoli (Lavertezzo [6]). farfóia (Lumino, circ. Giornico, Camignolo, Sonvico, Grancia), farföglia (Rossa) s.m. farfuglione, borbottone (Lumino, Sonvico, Grancia); individuo ciarliero, di poco senno (circ. Giornico, Rossa). Al generál Farfóia, il generale Farfóia: epiteto per balbuziente, borbottone (Camignolo). farfoiada, farfuiada; farfaiada (S. Abbondio), farfoiade (Medeglia, Gerra Gamb., Breno), farfoièda(Lev.), farfüiada(Gordevio, Lavertezzo), farfuièda(Malvaglia, Ludiano, Airolo, Linescio), sfarfögliada(Poschiavo), sfarfoiada(Lumino, Biasca, Bodio), sfarföiada(Brusio), sfarfoièda(Calpiogna, Castasegna), sfarfuiada (Montecarasso, Grancia, Poschiavo), sfarfuiade(Medeglia), sfarfuièda(Olivone) s.f. farfugliata, balbettio; discorso confuso, inconcludente, incomprensibile. farfoión, farfuión, farfuiún; farfaión(Brissago, Breno, Soazza), farfoióm(Menzonio, Sonogno), farföión (Olivone), farföiún (Brusio), farfüglióm (Cavergno), farfuióm(Linescio, Cugnasco), farfuiòn (Ludiano), farfüión (Gordevio), sfarfaióm (Gerra Verz.), sfarfoióm(Brione Verz.), sfarfoión (Arbedo-Castione, Lumino, Bodio, Sonvico, Roveredo Grig.), sfarföiún (Brusio), sfarfüglión (Poschiavo), sfarfuión (Olivone, Grancia), sfarfuiún (Medeglia, Montecarasso) s.m. 1. farfuglione, borbottone, balbuziente. – 2. individuo inaffidabile, chiacchierone, imbroglione, pasticcione (Osco, Brione Verz., Gerra Verz., Magadino, Poschiavo). figura nell’indovinello farfuión che farfuiava, pendulón che pendulava, végn gió al pendulón e résta sǘ al farfuión, balbettone che balbettava, pendolone che pendolava, casca il pendolone e resta su il balbettone: il frutto e le fronde del pero (Arogno). non convince pienamente la filiazione da un lat. *fODiCuLāRe‘rovistare, frugare’ [7], valida per dare ragione dei fr. fouillere farfouiller‘id.’, ai quali vanno semmai collegati il com. farfoià ‘tramestare le cose rovistandole’, ‘fare una cosa male e in fretta’ [8], il piem. ferfojé‘rovistare, frugare’, ‘fare qualcosa con impazienza e fretta’ [9] e, eventualmente, il senso di ‘aggrovigliare, ingarbugliare’ che emerge nel doc. «ritrovò … sotto al cosino della testa non so che filo tutto farfugliato» (Poschiavo 1673-1674 [10]). Si consideri anche che strafoiá ‘farfugliare’ e strafoiá‘sgualcire, stropicciare’ sono stati prudenzialmente tenuti distinti nel LSi [11] in quanto ritenuti da ricondurre a origini diverse. Analoghi dubbi sulla riconduzione a *fODiCuLāRe sono stati inoltre espressi da Sganzini sotto  barboiá‘balbettare, barbugliare’. Pare invece prevalente il carattere onomatopeico della voce, che ritorna anche altrove nel dominio romanzo [12]; in questa direzione, la proposta di un tema espressivo fARf-, avanzata da jaberg per il fr. farfouiller[13], può valere anche per la voce qui in esame, nella quale esso appare appoggiato a un’uscita condivisa da altri sin. quali ciarfoiá, smarfoiá. – Per l’uso sostantivale della terza persona sing. dell’indic. (par. 2.) v. il sin. betéga‘balbuziente’ da betegá‘balbettare’. – il significato ‘testicoli’ del deriv. farfói2 è ispirato per irradiazione sinonimica [14] da  bala‘palla’, poi ‘testicolo’ e fig. ‘fandonia’. B i b l.: CheRuB. 2.90, MOnTi 75. [1] BuSTeLLi, Alura 42. [2] PARAViCini 85. [3] MOnDADA,Memorie 463. [4] BORDOni, Arciconfraternita 135. [5] SCAMARA113. [6] SCAMARA113. [7] ReW3404, feW 3.666 seg. [8]MOnTi 75. [9] ReP 627. [10]MAzzALi, Streghe 86. [11] LSi 5.289. [12] V. nOCenTini 417. [13] jABeRG, VRom. 7.280. [14] V. MiGLiORini, Studi 16-18. Moretti farfóia, -foiada, -foión  farfoiá FARFÓLA (farfla) s.f. Guscio, buccia. V a r.: farfóia(Lodrino, circ. Giornico, circ. faido), farfóio (Chironico), farfóla (Lavertezzo, Gerra Verz.), farfuia(Osco), farfula(Cugnasco), forfala, furfala(Sonogno), parfóla (Vogorno), sfarfóla, sfarfula (Brione Verz., Gerra Verz.). 1. indica una serie di involucri vegetali: il pericarpo dei legumi (Cugnasco, Verz.), la buccia dell’acino d’uva (Vogorno), il guscio delle castagne (Lodrino, circ. Giornico, circ. faido), il riccio delle castagne (Lavertezzo). A i ò fécc fòra i fasöö par dagh i sfarfóll ai bés’c, ho sgranato i fagioli per dare i gusci alle bestie (Brione Verz.); cotti e uniti a sale e crusca di segale e frumento, costituivano in Verzasca un ottimo nutrimento destinato a incrementare la produzione lattiera del bestiame; si ricorda che verso la fine dell’Ottocento se ne nutrivano anche i bambini [1]; – castégna cola farfóia intréa, castagna con la scorza intatta (Rossura), i ratt i a lagóudomá i farfói, i topi hanno lasciato solo le bucce [delle castagne] (Lodrino [2]); – u gh’é pǘ namá i farfóll, non sono rimasti che i ricci vuoti (Lavertezzo). A Lavertezzo passa a indicare genericamente qualsiasi copertura o rivestimento [3]. 2. Derivati farfolata s.f. Pericarpo dei legumi (Mergoscia, Verz. [4]).

RkJQdWJsaXNoZXIy MTA1MTg=