329 FARLòCCh FARMACÍA sfarlòcch, e s’a gh’avéssi li man ta daròi un bèll sberlòcch, ti compiango perché parli a vanvera, e se avessi le mani ti darei una bella sberla [2]. 2. Derivati farlocá (Lug.), farluchè (Ludiano, Airolo), farluchèe(Olivone), sfarlocá(Poschiavo) v. 1. Parlare poco e male una lingua (Lug.); parlottare, chiacchierare (Airolo, Poschiavo). – 2. Tentennare, vacillare (Olivone). – 3. Eccitarsi, esaltarsi (Olivone); delirare, vaneggiare (Ludiano, Olivone). farlucögna s.f. Pazzia, follia (Olivone); fanatismo religioso (Olivone). farlucóns.m. Fanatico, invasato da ardore religioso (Olivone). Il termine si inserisce in una serie di voci quali i piem. ferlòch, ver. farlòc, farlòco, bresc. farlòc, mant. farlòch, trent. farlòc, nap. fërlòcco, oltre all’it. gerg. roman. farlocco [3], che presentano, a volte in simultaneità, i sensi di ‘chiacchierone, che parla insensatamente’ e ‘babbeo’. La loro storia, recentemente indagata, ne colloca le prime attestazioni in area lomb. [4]. Se ne è proposta l’equivalenza con allocco, nel suo senso fig., «con concorso di altra voce non identificabile» o per «prostesi spontanea anorganica, intesa ad evitare l’iniziale vocalica» [5]; il piem. fërloch ‘babbeo’ e ‘chiacchierone’ è stato ricondotto al fr. freluquet ‘giovane esile, frivolo e pretenzioso’ [6]. Vi si vedrà piuttosto, con Bracchi, un tema espressivo *FARL-/ *FERL- imitativo di suoni confusi [7], appoggiato a un suff. parimenti evocativo e piuttosto produttivo nella coniazione di termini di tale valenza semantica. – Il verbo deriv. (par. 2.) trova riscontri nel piem. ferlochè, nel mant. farlocar, nel ferr. farlucàr e nel bresc. farlocà su[8], tutti col significato di ‘parlare molto, confusamente, a vanvera, insensatamente’; la var. sfarlocási accosta a Poschiavo al sin. sfarlotá, con cambio di suffisso. – V. anche ferlǘsc. B i b l.: [1] PASSARDI 114. [2] Alm.Grig. 1960.134. [3] SANT’ALBINO562, PATUZZI-BOLOGNINI 82, RIGOBELLO182, Vocab.bresc.tosc. 116, ARRIVABENE1.256, AZZOLINI 178, Voc. 472, RICCI 183, ALTAMURA118, FERRERO, Diz. 136, DE MAURO 7.39. [4] V. GIUSTI, Contributo 14-51. [5] BONDARDO 74. [6] REP 629. [7] DELT 1.1110-1111. [8] SANT’ALBINO562, ARRIVABENE1.256, NANNINI 84, FERRI 140, BAIOLINI-GUIDETTI 318, Vocab.bresc.tosc. 116. Moretti FARLÒPA (farlpa) s.f. Bugia, fandonia (Poschiavo). Var. di falòpa nel senso di ‘fandonia, panzana’, ben diffuso nei dial. dell’Italia sett. orient., per inserzione dello stesso tema espressivo *FARL- difarlòcch ‘stupido’. Moretti farlucögna, -ucón farlòcch FARMACÍA (farmačía) s.f. Farmacia. V a r.: farmacía; farmací (Chironico), farmacíe(Medeglia, Robasacco, Sementina, Breno). 1. Oltre al senso di ‘negozio di prodotti farmaceutici, bottega del farmacista’, presenta anche di recente quello di ‘armadio o cassetta contenente i medicinali’: ti t sè taiád un did? Varda mò che dént pal fürgón u gh’è dént la farmacía coi ceròtt e l disinfetant, ti sei tagliato un dito? Guarda un po’ che nel furgone c’è la cassetta dei medicinali con i cerotti e il disinfettante (Locarno). 2. Modi di dire, giochi di parole L’è na véra farmacía ambülanta, al va in gir cun la farmacía in scarsèla, è una vera farmacia ambulante, se ne va in giro con la farmacia in tasca: di persona malaticcia, che porta con sé grandi quantità di medicine (Viganello); passá vía di farmací a cifolandan, passare accanto alle farmacie fischiettando: godere di buona salute (Viganello). Tü lavóra in farmacía?, lavori in farmacia?: domanda ironica a un oste che dosa la mescita con eccessiva parsimonia (Ludiano). – A Viganello, con un gioco di parole basato su una rimotivazione paretimologica, farmacía al vör dí fá marcia, farmacia significa fare marcia: produrre pus. Fig. 54. Bilancia di farmacia proveniente daDongio (Museo di Blenio, Lottigna; fot. A. d’Auria).
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