Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

346 FASÖÖ FASÖÖ alla base delle piantine (Mesocco [3]), cusa ma tégnat, pal bastún di fasöö?, per cosa mi prendi, per il bastone dei fagioli?: per una cosa di nessun valore, una mezzacartuccia (Lugano [4]), l’è cresciǘ mè na frasa dri fesgéi e fign ch’o emina o par un erètt, è cresciuto come un tutore dei fagioli e quando cammina sembra un archetto (Biasca [5]); – comunemente designa anche il frutto e il seme commestibile della pianta: un fasöö r’è assé par struzzá n fiöö, lássagan miga n man, un fagiolo basta per soffocare un bambino, non lasciargliene in mano (Grancia), i é madúr cui faséu, i gh’a gè la basgianen sèchen, sono maturi quei fagioli, hanno già i baccelli secchi (Mesocco), fasi da fè fò, fagioli da sbaccellare (Chiggiogna), fá gió (Melide)/ perá (Rovio) i fasöö, sgusciare i fagioli. Dopo la sgranatura i semi vengono esposti a seccare all’aria e al sole per essere conservati; dove la produzione era copiosa, come nel Luganese, si lasciavano essiccare i legumi interi, per poi sgranarli sull’aia battendoli con un bastone: gh’è r vént, r’è r dí da batt i fasöö, c’è vento, è il giorno giusto per battere i fagioli (Grancia); per contro, qua e là nel Locarnese si preferiva insaccare i baccelli secchi e riporli in solaio, sgusciandone di volta in volta una quantità minima, in base alle richieste della cucina [6]. 1.1. Se ne conoscono e se ne coltivano (da maggio a settembre) varietà orticole diverse, con cicli e sviluppi vegetativi differenti: fas ostágn, fagioli agostani: primaticci (Caviano, S. Abbondio), fasi tardíu, fagioli tardivi (Losone), fasöö bass, fagioli bassi (generalm.), fasi da tèra, fagioli di terra (Calpiogna): di razza nana; fasi èlt, fagioli alti (Losone), … da frasa(Calpiogna)/ dala frasca (Palagnedra)/ dal frasch(Cavergno), da/ della pertica/ delle pertiche, fasöö dal bastón, fagioli del bastone (Rovio): rampicanti, che necessitano di un tutore; i è altru püssée bón i fasöö alt che qui bass; mí i fasöö bass a ga i dagh ar purscèll, sono molto migliori i fagioli rampicanti di quelli nani; io quelli nani li do al maiale (Grancia). Baccelli e semi si differenziano a seconda delle varietà per colorazione, forme, dimensioni e caratteristiche organolettiche: faséu bgianch, nigri, giald, róss, fagioli bianchi, neri, gialli, rossi (Soazza), fasöö gris/ da culór/ culuraa, fagioli grigi, di colore, colorati: screziati (Stabio), fasée piatt, fagioli appiattiti, schiacciati (Brissago), fasi lön(Menzonio)/ bislüngh(Linescio), bislunghi, … rodónd(Rossura)/ rodonditt (Gordevio)/tund (Losone)/ tonditt (Intragna), tondi; fasi cula scòssa téndra, fagioli con il baccello tenero (Rossura), i fasöö dra pèll düra i è mai còtt, ma i è méi da salvá, i fagioli dalla buccia dura stentano a cuocere, ma si prestano meglio a essere conservati (Grancia). 1.2. I fagioli vengono coltivati per i semi o per i legumi interi, che si mangiano immaturi e allo stato verde, lessati; queste varietà di legumi dal baccello tenero e commestibile, dette più comunemente fagiolini o cornetti, sono frequentemente chiamate fasöö vérd, fagioli verdi, o hanno altre denominazioni dialettali (bagiana1, cornitt, fasolín; cotitt in  cött2), e solo raramente vengono indicate con il termine fasöö [7]: fasöö dar riga, sanza riga, fagiolini con filamento, senza filamento (Brione Verz.), patati e fasi [p]regéi, patate e fagiolini conditi: ricetta tipica valmaggese consistente in un passato di patate e fagiolini verdi, condito con abbondante burro, spezie ed erbe aromatiche finemente tritate [8]. Le consuetudini locali stabiliscono che la semina dei fagioli debba avvenire entro date precise: par san March sa pianta i fasöö, per S. Marco (25 aprile) si seminano i fagioli (Cabbio), par piantá i fasöö i guardava el dí da santa Crós, per seminare i fagioli aspettavano il giorno di S. Croce: il 3 maggio (S. Antonio [9]), per san Gutard i fas i ’a de vèss in dal camp, per il giorno di S. Gottardo (5 maggio) i fagioli devono essere nel campo: essere stati seminati (Montecarasso [10]), i fas i va piantá per san Brancá, i fagioli vanno seminati per S. Pancrazio: il 12 maggio (Cimadera), se te sémna i fasé dòpo Giovann Batista, i fa piú el gran, se semini i fagioli dopo S. Giovanni Battista (24 giugno), non sviluppano più il seme (Cama [11]), cfr. al par. 6.4.; i fasöö bass i s mètt gió püssée prèst che qui alt par végh prést i curnitt, i fagioli bassi si seminano prima di quelli alti per avere presto i fagiolini (Grancia). 1.3. Essendo ricchi di proteine, carboidrati, fibre e sali minerali, i fagioli hanno un elevato valore nutrizionale e sono stati in passato, insieme alle patate, alla polenta e alle castagne, uno dei principali alimenti sulle mense contadine e dei ceti meno abbienti: a mesdí a mangèum polénta … o se i èa mía pum da tèra rustíd, i èa pum da tèr’in insalata, i èa fasi im bröd, fasi rustíd, fasi in insalata, e basta, a mezzogiorno mangiavamo polenta, o se non erano patate arrostite, erano patate in insalata, erano fagioli in brodo, fagioli arrostiti, fagioli in insalata, e basta (Losone [12]), a gh’ò bisgn nagótt, a gh’ò … fasöö, póm da tèra, farina da fá polénta, castégn e farina da fá panisciöö, non ho bisogno di niente, ho fagioli, patate, farina per fare polenta, castagne e farina di castagne per la farinata (Arogno [13]), um pò ed fasöö, um pò ed chistégn, um pò ed lècc agru, un po’ di fagioli, un po’ di castagne, un po’ di latte acido: i mezzi di sostentamento di una capraia (Lavertezzo [14]). Per questa ragione erano coltivati diffusamente in tutti gli orti o nei campi insieme alle patate o ad altre verdure, sui bordi dei coltivi o nelle vigne, dove si seminavano soprattutto razze nane o va-

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