Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

355 FASS FASSA calibro 7,5×55 mm, entrato in servizio nel 1957 e conosciuto come fass cinquantassètt, e SIG SG 550, di calibro 5,56×45 mm, entrato in servizio nel 1990 e conosciuto come fass novanta. Al fass cinquantassètt ti podévi bütall gió dal camion o dovrall da faa livéra ch’u s faséva niént, il fucile d’assalto modello cinquantasette potevi gettarlo dall’autocarro o usarlo come leva che non si danneggiava: per la sua robustezza (Locarno). Denominazione in uso anche nell’it. reg. tic., che nasce dall’accostamento delle porzioni iniziali delle due parole componenti il sintagma f(ucile d’)ass(alto); la sigla, valida per le dizioni it. e fr. (fusil d’assault), corrisponde al ted. Stgw (Sturmgewehr). Moretti FASSA (fása) s.f. Fascia. V a r.: fassa; fascia (S. Antonino, Lodrino, Iragna, Chironico, VMa., Verscio, Soazza, Breg., Posch.), fasscia (Cal.), fasse (Medeglia, Gerra Gamb., Fescoggia, Breno), fèssa(Ludiano, Olivone). 1. Fascia, benda, striscia di stoffa 1.1. Accessorio dell’abbigliamento: una fassa de ròba bl o négra, una fascia di stoffa blu o nera (Loco), fassa da tigní sǘ i culzún, fascia per reggere i pantaloni (Pedrinate): la fascia avvolta anche più volte attorno alla vita per sostenere i pantaloni del costume maschile era di impiego generale prima dell’adozione della cintura, mantenendosi nell’abito festivo fin oltre la metà dell’Ottocento [1]; fassa ded franèla, cinto addominale di flanella (Calpiogna), fassa per la lentadüra, cinto erniario (S. Abbondio); métt lá na fassa da lana ara vita, ca ra t fará tantu bén, cingi la vita con una ventriera di lana, che ti farà gran bene (Grancia): stando al corrispondente locale, tale accessorio era particolarmente in uso presso gli emigranti rientrati dall’Africa. – Al pl., fass, mollettiere di panno o di stoffa un tempo tipiche dell’abbigliamento di soldati e cacciatori: l’éamütǘ sǘ li braghi e i scarpón dal militár e girú sǘ li fassi fin sóta i giönöcc, aveva indossato i pantaloni e gli scarponi dell’uniforme militare, e avvolto le mollettiere fin sotto le ginocchia (Poschiavo [2]). – Fascia distintiva di stoffa, portata al braccio: lǘ l’éva mía soudèd in divisa, l’éa dumá lè na fassa róssa  al brèsc, lui non era un soldato in divisa, portava solo una fascia rossa qui sul braccio (Airolo [3]), un giüdas cula fassa al brasc, un cagnún cui gerughlifigh sül capèll, un giudice con la fascia al braccio, un pezzo grosso coi geroglifici sul cappello: un alto ufficiale (Mendrisio [4]); sta doméniga i m’a dai amí la fassa da capitano, la scorsa domenica hanno dato a me la fascia di capitano: in un incontro calcistico (Locarno); una fascia nera, a Comologno accompagnata da un bottone dello stesso colore, era portata sul braccio dagli uomini in segno di lutto. – Fassa dal capèll, fascia del cappello, che ne cinge la base della cupola. 1.2. Fascia per avvolgere i neonati (cfr. fassá): quand i lavurava in di prée e in di camp, el sücedéva che i lassava i balutín ammò in fassa ala stèca del suu, inscí i ga cuséva el scervéll e i restava scémi tüta la vita, quando lavoravano nei prati e nei campi, capitava che lasciassero i bambini ancora in fasce sotto la sferza del sole, così gli si cuoceva il cervello e rimanevano scemi tutta la vita (Camorino). Le fasce erano generalmente di lino, a volte colorate e ornate con ricami o lavorate all’uncinetto. In Mesolcina, seguendo un’usanza battesimale locale, il padrino nascondeva delle monete nelle fasce del battezzando, cfr. il doc. «tenni … un figlio del mio Fetter … a battesimo … nelle fascie diedi una mezza savoja» (S. Vittore 1797 [5]). 1.3. A Isone, fassa, stamigna, tessuto rado usato per estrarre il formaggio dalla caldaia. 1.4. A Menzonio, fasc, dande, cinghie con cui si sorreggono i bambini che imparano a camminare. 2. Altri significati 2.1. Striscia di pelo nel manto del bestiame: la mé móta l’a facc nu iòra braghida cun nu bèla stèla immézz al vis e nu fassa bianca ai gamb, la mia capra senza corna ha partorito una capretta dal pelo lungo sulle zampe, con una bella stella in fronte e con una fascia bianca alle gambe (Arbedo-Castione [6]). Nel circolo di Airolo la fassa, porzione di pelo con inclinazione anomala al ventre delle vacche, è sintomo patologico: una vaca fassèda l’é na vaca mal in gamba  la fa la fassa, la drizza l pér intórn al stómi ’u pèr scistrós e gramuló, una vacca fasciata è una vacca ammalata che fa la fascia, drizza il pelo attorno al torace che sembra teso e arruffato (Airolo [7]); cfr. a Vanzone, fuori della Svizzera italiana, mal dla fascia, malattia che si manifesta sotto il ventre delle bestie bovine. 2.2. Striscia, elemento, porzione di forma allungata: fascia da prá, appezzamento di prato a pianta stretta e lunga (Poschiavo); settore laterale del campo da gioco: terzín, medián da fassa, terzino, mediano di fascia: laterale (generalm.); fassa, striscia erbosa che attraversa una parete rocciosa (Mesocco), catena trasversale di montagne (Roveredo Grig.); una fassa, una singola porzione di fieno tagliata dal mucchio (Calpiogna); tiraa al fégn in fassa, radunare il fieno in andane (Minusio); –

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