Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

130 EPIFANÍA EPIFANÍA cavagna; ana ana, Befan, trémquaicòss in dro ca- vagn , ana ana la Befana, poneteci qualcosa nella cesta; ana ana Befanella, poneteci qualcosa nel cestello (Lopagno) [5]. Sempre nell’altaCapriasca, l’invito a donare po- teva esaurirsi in un semplice bóna sira, quaicòss per laBefana? , buona sera, qualcosa per la Befana? (Corticiasca [6]). 1.2.4. Questue abbinate a strepiti e richiami Nel Sottoceneri i cortei della seradella vigilia ave- vano spesso carattere ibrido, ossia combinavano strepiti e richiami agranvoce e contenuti influenzati dal racconto evangelico. A Sonvico e in Capriasca, bambini e ragazzi uscivano per le strade con cam- pani e raganelle per indicare ai Magi la direzione da seguire [7]. Nel Malcantone, ancora nel secondo dopoguerra, i ragazzini giravano a piccoli gruppi chiamando i reMagi al suono dei campanacci (Mu- gena [8]) oppure facendo strepitoper le vie concam- pani, corni, latte vuote e altri oggetti al grido i è sciá! i è sciá! , arrivano! arrivano! (Ponte Tresa). Sempre nelMalcantone, alcuni ragazzi salivano suunpoggio producendo un forte baccano con degli strumenti a fiato per indicare ai Magi la via da seguire. A Comano la pratica non era codificata e si svolgeva in base alle abitudini specifiche di ogni famiglia; dimenticata per decenni, verso la fine degli anni Novanta del Novecento il Consorzio alambicco di Comano ha infuso nuova linfa alla tradizione, strutturando il raduno dei bambini in due tempi (giro fra le vie del nucleo e salita in di- rezione dell’edificio che ospita l’alambicco comu- nale, dov’è previsto l’arrivo dei Magi). Secondo un uso che il corrispondente di Gran- cia segnalava come pressoché tramontato all’epo- ca delle inchieste per il VSI, i giovani di Grancia e di Carabbia erano soliti incontrarsi a metà stra- da, dopo che quelli di Carabbia erano scesi per un buon tratto a chiamare i Magi suonando i corni e declamando i nomi dei re d’Oriente a gran voce; l’incontro si concludeva con un pasto serale in co- mune. 1.2.5. Canti della Stella In alcune regioni i riti di questua della sera del- la vigilia dell’Epifania hanno assunto connota- zioni esplicitamente cristiane. Gruppi di giovani si riunivano, dopo il suono dell’avemaria, per un giro che li avrebbe portati di casa in casa a eseguire un canto incentrato sulla visita dei Magi a Gesù in cambio di offerte di vario genere. Spesso a uno dei questuanti era affidata una stella di cartone o di legno, talora illuminata dall’interno o girevole, dipinta di giallo, argento oppure di color dell’oro. La consuetudine è segna- lata per la prima volta nel 1837 da Stefano Fran- scini, il quale scriveva che «la rappresentazione dei tre Re dell’Oriente si fa ancora in vari luoghi» e, più precisamente, «da ragazzotti che vanno di casa in casa, o si fermano davanti alle case nelle piazze, canterellano e ricevono qualche quattrino» [9]; se ne coglie però già un accenno inun rapporto che il parroco di Vezio stilava nel 1769 all’indirizzo del vescovoG. B.Muggiasca per denunciare, come abuso da parte dei giovani, il fatto di «andar can- tando su le strade e nelle case … nelle feste di S. Bartolomeo, e dell’epifania » [10]. AdArbedo, ad esempio, alcuni cantori uscivano guidati da un uomo che apriva il corteo reggendo una stella illuminata dall’interno; lo seguivano al- cuni suonatori di violino e un uomo con un bari- letto per raccogliere il vino offerto; i questuanti si fermavano di casa in casa intonando la canzone dei Magi, motivi amorosi e canti patriottici, rice- vendo in cambio caldarroste, castagne lessate, pa- ne, salsicce, confetti; terminato il giro, intonavano l’addio: lassémela lí, piantémela lí, andéma durmí , lasciamola lì, piantiamola lì, andiamo a dormire [11]. Similmente, a Medeglia, una comitiva di uo- mini dotati di buone voci partiva verso la mezza- notte dalla chiesa parrocchiale intonando la tipica canzone dei reMagi fino all’alba. AGorduno, dove il rituale è tuttora praticato, alcuni cantori girano casa per casa intonando una strofa dei «Tre Re» e raccogliendo, quale segno di riconoscenza, un contributo in denaro; sempre a Gorduno, il canto della Stella viene anche intonato in chiesa, al ter- mine della messa solenne. Fig. 18. Tre ragazzi indossano i panni dei re Magi per la questua della vigilia dell’Epifania (Cagiallo, 5 gen- naio 2000; fot. M. Cattaneo).

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