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Discorso

Dipartimento delle finanze e dell'economia

11 febbraio 2020

Discorso

Dipartimento delle finanze e dell'economia

11 febbraio 2020

Intervento del Consigliere di Stato Christian Vitta in occasione della Giornata dell’economia 2020 – “Responsabilità sociale delle imprese: un fattore di competitività per aziende e territorio”

Signori Direttori delle Associazioni economiche,
Signor Direttore del Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale della SUPSI, Luca Crivelli,
Signore e Signori membri del Gruppo “CSR Ticino”,
Signore e Signori relatori,
Autorità cantonali e comunali presenti,
Signor Direttore della Divisione dell’economia, Stefano Rizzi,
Care imprenditrici e cari imprenditori,
Gentili Signore ed egregi Signori,  

era il 20 gennaio 1961, quando un quarantatreenne del Massachusetts ha pronunciato una delle frasi più celebri del secolo scorso. Un messaggio positivo e propositivo che, a quasi sessant’anni di distanza, sebbene in un contesto completamente diverso, credo sia molto attuale e particolarmente indicato per introdurre questa Giornata dell’economia.   

Non chiedete cosa il vostro Paese può fare per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro Paese”, disse John Fitzgerald Kennedy nel suo discorso di insediamento alla Presidenza. Erano gli anni ’60, quelli del boom economico del dopoguerra, che avrebbe caratterizzato anche i decenni a venire. Ma anche gli anni forse più tesi della Guerra fredda, quelli della corsa allo spazio, quelli di un mondo che si trovava diviso tra due sistemi politici ed economici contrapposti. Anni in cui vi erano dunque certamente grandi sfide, ma molto diverse da quelle con cui siamo confrontati oggi.  

Ciononostante, nella sua apparente semplicità, questa frase racchiude in sé la potenza di valori sempre attuali quali la libertà, l’impegno, la responsabilità, la partecipazione attiva. Elementi fondamentali, che devono essere declinati anche e soprattutto nel 2020, in un mondo sempre più interconnesso, per pianificare lo sviluppo economico e affrontare così il futuro, con lo sguardo rivolto alle prossime generazioni. Elementi che ben si coniugano con il concetto della “responsabilità sociale delle imprese”, al centro di questo evento, così come con la strategia che il Cantone intende adottare per promuoverlo tra il tessuto imprenditoriale ticinese.  

Come detto, oggi viviamo in un’economia sempre più interconnessa e confrontata con sfide di questa portata (pensiamo, ad esempio, ai flussi migratori, all’invecchiamento della popolazione, al clima o alla digitalizzazione). Sfide che hanno quindi effetti a tutti i livelli, compreso quello ticinese, ma che richiedono sforzi sempre più coordinati e globali per essere affrontate con successo.  

Tuttavia, trovare un equilibrio a livello internazionale tra, da un lato, tutela dell’ambiente e delle risorse – sia umane che materiali – e, dall’altro, sviluppo delle aziende e dell’economia è un’impresa complessa. La politica climatica ci offre forse gli esempi più immediati in questo senso: gli accordi di Kyoto e Parigi ci mostrano come sia arduo conciliare interessi diversi per il bene di quello comune. In altre parole, trovare delle regole e delle soluzioni pragmatiche ma soprattutto condivise, alle quali attenersi per costruire un sistema che garantisca competitività, una sana concorrenza, crescita sostenibile e la salvaguardia di determinati valori. Un campo da gioco comune, equo e chiaro.            

La definizione di questo quadro globale è un esercizio che, ben inteso, va affrontato ad altri livelli, quindi superiori a quello del nostro Cantone. Ciò non significa che il Ticino debba stare a guardare, in attesa di questi auspicati sviluppi. Anzi, è proprio qui che ritorna prepotentemente di attualità la frase con cui ho iniziato il mio intervento. È, infatti, necessario chiedersi attivamente cosa possiamo o, anzi, dobbiamo fare per il nostro Cantone, per il benessere della sua popolazione e del suo territorio, senza chiedersi unicamente cosa i “livelli superiori” possano fare per noi.   

Ed è quindi proprio con questo approccio partecipativo, che potremmo definire “dal basso”, che il mio Dipartimento intende sviluppare l’importante ambito della responsabilità sociale delle imprese (anche conosciuto con l’acronimo inglese CSR). Ciò permetterà soprattutto di impegnarsi sin d’ora attivamente per sensibilizzare e incentivare i singoli attori, ovvero le aziende, a intraprendere misure in questo ambito.  

Come nel caso, ad esempio, dei nostri comportamenti individuali legati all’ecologia e all’ambiente, è fondamentale favorire la nascita di un “circolo virtuoso” alimentato dal comportamento dei singoli attori. Ogni azienda può fare la sua parte, adottando misure concrete che rientrano nei molteplici ambiti della CSR. Non vi è solo la tutela dell’ambiente, ma anche il rispetto dei diritti umani, l’utilizzo di materie prime sostenibili, l’attenzione e la promozione del benessere dei propri collaboratori (che, ci tengo a sottolinearlo, passa anche attraverso retribuzioni corrette), il lancio di iniziative con un impatto positivo sulla comunità o, ancora, un nuovo modo di pensare la governance dell’impresa.              

Questo e molto altro sarà approfondito proprio nel corso di questa Giornata dell’economia, anche grazie alla presentazione di alcuni casi concreti. Giornata che, ancora una volta, sono particolarmente felice abbia riscontrato un grande interesse, testimoniato dalla vostra apprezzata presenza, per la quale vi ringrazio.   

Non è quindi mia intenzione anticipare quanto sarà presentato nel corso della mattinata, ma ci tengo a sottolineare i possibili vantaggi della diffusione di buone pratiche di responsabilità sociale. Da un lato, vi sono potenziali effetti benefici per le imprese stesse – ad esempio, in termini di competitività, di innovazione e di motivazione dei propri collaboratori – e anche per i consumatori, sempre più attenti alla responsabilità e alla reputazione delle aziende. Dall’altro, in maniera aggregata, la somma di questi singoli comportamenti avrà ricadute positive su economia, territorio e sulla qualità di vita di chi abita e lavora in Ticino.   .

Alla luce di queste considerazioni, il lavoro per promuovere la CSR in Ticino non comincia certo con l’evento di oggi. Ci tengo, infatti, a ricordare come il concetto di sostenibilità sia parte integrante della strategia di sviluppo economico adottata dal Cantone, che pone un marcato accento sul sostegno all’innovazione e all’imprenditorialità nelle sue varie sfaccettature. In questo contesto, già nel corso della passata legislatura, sono state promosse alcune interessanti misure per incentivare la diffusione della CSR.                   

Tutto è cominciato nel 2016, con il mandato attribuito alla SUPSI per l’elaborazione di uno studio sulle buone pratiche e i possibili assi di sviluppo della CSR. In seguito alla sua presentazione, è stato quindi creato il gruppo di lavoro “CSR Ticino”, coordinato dalla Divisione dell’economia del DFE e che vede coinvolti la stessa SUPSI, l’Associazione industrie ticinesi, la Camera di commercio e l’Associazione bancaria ticinese. Le attività di questo gruppo – e colgo l’occasione per ringraziare i suoi membri per l’impegno profuso – hanno permesso di promuovere il tema della responsabilità sociale attraverso attività di formazione, sensibilizzazione e l’organizzazione di eventi sul nostro territorio.  

Tra di esse figurano, ad esempio, lo sviluppo di un portale web dedicato al tema (www.ti.ch/CSR) e l’avvio di uno specifico Certificate of Advanced Studies della SUPSI. Non vanno, inoltre, dimenticate le importanti attività volte a favorire la conciliabilità tra lavoro e famiglia, parte della riforma fiscale e sociale, approvata in votazione popolare nel 2018. Queste misure sono portate avanti, attraverso una collaborazione interdipartimentale, dal Dipartimento della sanità e della socialità. Non da ultimo, anche nell’ambito della procedura di attribuzione di commesse pubbliche sono previsti criteri legati alla responsabilità sociale, misurabili tramite una serie di indicatori di recente elaborazione.   

Su questa tela di fondo, intendiamo presentare nei prossimi mesi un messaggio con la richiesta di un credito quadro per l’attuazione di alcune nuove misure concrete, volte a ulteriormente incentivare e sensibilizzare le aziende ad adottare misure di responsabilità sociale.              

Ci tengo a sottolineare, prima di concludere, che questa auspicata evoluzione parte già su una buona base. Come evidenziato, ad esempio, dai recenti risultati dell’inchiesta congiunturale 2019-2020 della Camera di Commercio, oltre il 40% delle aziende interpellate hanno intrapreso negli ultimi due anni azioni o progetti in ambito CSR. Questo dato, elaborato in collaborazione con la SUPSI, testimonia la buona sensibilità delle aziende in ambiti diversi tra cui la governance, i rapporti col mercato, con i collaboratori, con la comunità e con l’ambiente. Proprio dopo il mio intervento, saranno presentati i risultati del Progetto SMART, che forniranno una visione ancora più solida sull’approccio alla sostenibilità in Ticino.  

Consentitemi, per così dire, di chiudere il cerchio, prendendo un’ultima volta libera ispirazione da un altro celebre discorso pronunciato da Kennedy nel quartiere berlinese di Schöneberg. A tutti coloro che oggi sono piuttosto critici nei confronti del nostro tessuto economico (composto, va detto, da una maggioranza di imprenditrici e imprenditori responsabili), mi piacerebbe potere dire, tra qualche anno, “venite e guardate il Ticino”!   

Un Ticino composto da un tessuto economico che avrà saputo svilupparsi ulteriormente, coniugando responsabilità, competitività e innovazione, nei confronti di chi lavora, del territorio e della società. Uno sviluppo che sarà la logica risposta alla domanda che ci siamo posti all’inizio, ovvero cosa possiamo fare per il nostro Paese. Il frutto di un impegno non scontato, ma che è necessario sempre più assumere, grazie anche a propizie condizioni quadro, per guardare al futuro con ottimismo.  


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