
Consiglio di Stato
Comunicato stampa
Consiglio di Stato
15 giugno 2025
Votazione del 15 giugno 2025 – Il commento del Governo
Il Consiglio di Stato ha preso atto dei risultati della votazione cantonale odierna, che verteva su due oggetti: il referendum sullo stanziamento di un credito per la realizzazione del nodo intermodale alla stazione FFS di Locarno-Muralto e l’Iniziativa popolare «Per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità».
Stanziamento di un credito per la realizzazione del nodo intermodale alla stazione FFS di Locarno-Muralto
Il Consiglio di Stato ha preso atto del voto odierno della popolazione ticinese, che ha respinto il decreto legislativo che avrebbe permesso di realizzare il nuovo nodo intermodale del trasporto pubblico presso la stazione FFS di Locarno-Muralto.
Come noto, il progetto – elaborato congiuntamente da Cantone, Comune di Muralto, Città di Locarno, Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese e Vallemaggia (CIT), FFS, FART e AutoPostale – proponeva un concetto urbanistico complessivo per la sistemazione del piazzale della Stazione. Alla luce della decisione odierna della popolazione ticinese, occorrerà ora valutare come procedere: il Governo, come ampiamente chiarito nel corso della campagna di avvicinamento al voto, precisa tuttavia che non è pensabile individuare una nuova soluzione nel breve e medio termine.
Iniziativa popolare «Per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità»
Il Consiglio di Stato ha accolto con soddisfazione il voto odierno della cittadinanza ticinese che ha respinto l’iniziativa popolare legislativa «Per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità». Questo risultato conferma la volontà della popolazione di non intraprendere una strada che avrebbe potuto compromettere l’autonomia gestionale delle strutture sociosanitarie e socioeducative e non solo.
Governo e Parlamento si erano espressi contro l’iniziativa, poiché ritenuta eccessivamente rigida e inadatta a rispondere alle sfide con cui sono confrontati i settori ai quali faceva riferimento. L’approvazione della proposta avrebbe reso eccessivo l’intervento dello Stato e rappresentato un’intrusione significativa nell’autonomia gestionale degli enti. Inoltre, la sua applicazione non avrebbe considerato le specificità dei vari settori. L’introduzione di una nuova base legale avrebbe causato ulteriore burocrazia, aumentando i costi e i compiti amministrativi. Ciò avrebbe gravato sul personale già sovraccarico, senza garantire un miglioramento concreto della qualità dei servizi. Non da ultimo, uniformare le condizioni di lavoro di tutto il personale, avrebbe significato ignorare i Contratti collettivi di lavoro che tutti gli enti con contratto di prestazione con il Cantone devono rispettare (così come deciso dal Gran Consiglio) e mortificare il consolidato partenariato fra l’ente pubblico, gli attori privati e le parti sociali.
Il Consiglio di Stato è particolarmente sensibile e attento alla qualità delle prestazioni erogate a utenti e pazienti e alle condizioni di lavoro del personale attivo nelle strutture sociosanitarie e socioeducative. In questo contesto, per consolidare e potenziare le iniziative messe in atto, ritiene che l’approccio più efficace consista nell’intervenire con azioni mirate nei singoli settori (come per esempio il piano d’azione per il rafforzamento nel settore sanitario PROSAN 2021-2024 o la Commissione etica indipendente nel settore della disabilità) anziché applicare una norma generale e rigida come quella proposta dall’iniziativa popolare che avrebbe uniformato il nostro sistema sociosanitario e socioeducativo senza considerare le esigenze specifiche degli enti e delle strutture come anche l’efficacia e l’efficienza dei diversi servizi offerti.
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