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Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport
Discorso
Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport
26 aprile 2023
– Fa stato il discorso orale –
Egregio signor presidente del Locarno Film Festival,
gentili membri del Consiglio Direttivo,
gentili membri del Consiglio di Amministrazione,
gentili socie e soci dell’associazione,
egregio direttore artistico, egregio direttore operativo,
care amiche e cari amici del Locarno Film Festival,
Buongiorno a tutte e tutti voi.
È un grande piacere poter essere qui oggi, in vostra compagnia, e portarvi un saluto in occasione dell’Assemblea generale ordinaria del Locarno Film Festival.
In qualità di neodirettrice del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport del Cantone Ticino credo sia utile e necessario rassicurarvi sin da subito mettendo le cose in chiaro: il Locarno Film Festival, oltre ad essere un evento culturale di grande valore e richiamo, è un importante ambasciatore del Canton Ticino in Svizzera e nel mondo. Come tale, è nostro dovere e nostra volontà continuare a sostenerlo. Vi garantisco il mio impegno in questo senso.
La prima edizione del Festival fu inaugurata la sera del 23 agosto 1946. Se un raggio di luce di quella prima proiezione fosse fuoriuscito dallo schermo e avesse proseguito il suo viaggio verso il cielo, verso lo spazio, dove sarebbe ora? Avrebbe viaggiato per 28'005 giorni, a una velocità di 299'792 chilometri al secondo, percorrendo così 725'386 miliardi, 316 milioni e 544'000 chilometri. Quasi 77 anni luce di viaggio nello spazio.
Percorrendo questa vastissima distanza nello spazio profondo avrebbe ormai raggiunto HD 1461. Cos’è HD 1461? È una stella nana gialla situata nella costellazione della Balena (Cetus, in latino), una costellazione del cielo australe.
Apro una parentesi. Secondo la mitologia greca questa costellazione rappresenta il mostro marino inviato dal dio del mare, Poseidone, a razziare le coste per punire Cassiopea e Cefeo – sovrani di Etiopia -, dopo che Cassiopea aveva insultato le nifee marine chiamate Neridi vantandosi d’esser più bella di loro. I Greci rappresentarono il mostro come una creatura ibrida che in realtà poco assomiglia a una balena, con enormi fauci spalancate e zampe anteriori di animale terrestre, attaccate a un corpo coperto di scaglie ed enormi avvolgimenti, come fosse un serpente di mare. La storia – narrata anche nel libro IV delle Metamorfosi di Ovidio - vuole che, per far cessare la maledizione e liberarsi del mostro, Cefeo ricevette istruzioni dall'Oracolo di Ammone di offrirgli in sacrificio sua figlia Andromeda. La povera Andromeda fu così incatenata a una costa rocciosa, tremando mentre il mostro le si avvicinava fendendo le onde come una gigantesca nave, e aspettando che si compisse il suo tremendo destino. Fortunatamente, in quel momento, l'eroe Perseo – figlio di Zeus - di ritorno dall’uccisone della Gorgone Medusa, capitò da quelle parti e, colpito dalla bellezza di Andromeda, si fermò per aiutarla, prendendo in mano la situazione per poi prenderla in sposa.
Cito da Ovidio (Metamorfosi, IV, 663-752): “Ed ecco che come una nave lanciata solca con lo sperone proteso le acque, sospinta da giovani braccia sudanti, così il mostro scostando le onde con l’urto del petto non dista ormai dallo scoglio più dello spazio che una fionda delle Baleari, roteata, può far percorrere a una palla nel cielo. All’improvviso, dandosi uno slancio coi piedi, il giovane eroe se ne va in alto tra le nuvole. Appena la sua ombra si disegna sulla superficie del mare, il mostro si avventa contro l’ombra che vede; e come l’uccello sacro a Giove, quando scorge in un campo aperto una biscia che espone al sole il livido dorso, la assale da dietro e perché non si rivolti con la bocca crudele le conficca gli avidi artigli nel collo squamoso, così con volo veloce, lasciandosi cadere nel vuoto, il discendente di Ìnaco piomba sul dorso della belva, che si dimena, e fino all’elsa le caccia nella spalla destra la lama ricurva. Quella, tormentata dalla grave ferita, ora si solleva in alto nell’aria, ora si tuffa sott’acqua, ora si dibatte come feroce cinghiale spaventato da muta di cani che intorno gli latra. Lui si sottrae agli avidi morsi con pronti frullii, e, dove trova scoperto, vibra fendenti con la spada a forma di falce, ora sul dorso incrostato di cave conchiglie, ora sulle costole, ai fianchi, ora sulla parte che assottigliandosi finisce in coda di pesce. Il mostro vomita dalla bocca flutti misti a sangue rosso. Gli spruzzi inzuppano e appesantiscono le ali di Perseo. Non osando più affidarsi ai sandali imbevuti d’acqua, egli scorge uno scoglio la cui cima affiora quando il mare è tranquillo, è sommerso quando il mare è agitato. Si posa su quello, e reggendosi con la sinistra alle prime sporgenze, ripetutamente, tre e quattro volte, affonda la spada nei visceri. Grida di gioia e applausi riempiono la spiaggia e le case degli dei in cielo. Cassiope e Cefeo, il padre, esultanti, lo salutano come genero, lo chiamano soccorritore e salvatore della famiglia. Liberata dalle catene, avanza la vergine, ragione e premio di quella fatica.”
Sorvolando sul ruolo della donna “ragione e premio di quella fatica”, forse biasimevole ai occhi di un pubblico contemporaneo, ma che è bene conoscere in quanto ci racconta qualcosa di profondo sulle nostre radici culturali, chiudo qui la parentesi mitologica sulla balena-mostro della costellazione.
Torniamo dal mare alla costellazione, più precisamente alla stella HD 1461, una delle stelle che la compongono. Di magnitudine 6.5, non è osservabile ad occhio nudo, ma per poterla scorgere da tutte le regioni abitate della Terra è sufficiente un binoccolo di piccole dimensioni, se il cielo è buio. Nel 2009, in orbita attorno a questa stella, è stata individuata una “Super-Terra”, un pianeta extrasolare di tipo roccioso con una massa superiore di circa 6 volte alla massa della Terra. La scoperta di questo pianeta, chiamato – in modo non molto originale – HD 1461 b, è stata resa nota in un articolo pubblicato sul “The Astrophysical Journal” nel 2010 da Eugenio Rivera e colleghi. Scoperta poi confermata nel 2011 da un gruppo guidato dall’astronomo svizzero Michel Mayor, vincitore nel 2019 assieme al collega Didier Queloz del premio Nobel per la Fisica. Ebbene, se questa Super Terra, HD 1461 b, fosse abitata, proprio oggi forse qualche creatura aliena potrebbe gustarsi in tempo reale qualche raggio di “O’sole mio”, il film di Gentilomo proiettato nel 1946 nel parco del Grand Hotel di Locarno.
Se vi ho portato un po’ a spasso nella mitologia e per lo spazio, con la fantasia, è perché credo che il cinema possa e debba farci riflettere sul mondo in cui ci troviamo - sul presente - ma non solo. È un potente strumento di riflessione anche sul passato e il futuro, sulle frontiere tra realtà e fantasia, fatti e finzione. Il cinema, e il Locarno Film Festival ne è un esempio lampante, è uno strumento di indagine e apprezzamento della nostra realtà, un’arte forte e capace forse più di altre di trasportarci e immergerci temporaneamente in situazioni e contesti inattesi e perfino inimmaginabili. Abbiamo un grande bisogno di questo per riflettere su ciò che siamo e ciò che vorremmo essere.
E ciò mi riporta all’inizio, a chiudere il cerchio. Il Locarno Film Festival, oltre ad essere un evento culturale di grande valore e richiamo, è un importante ambasciatore del Canton Ticino in Svizzera e nel mondo. Forse – chissà – perfino in altri mondi, sulla Super Terra HD 1461 b. Come tale, è nostro dovere e nostra volontà continuare a sostenerlo. Vi garantisco il mio impegno in questo senso.
Vi ringrazio molto per l’attenzione e vi auguro una buona assemblea, in attesa di lavorare assieme a voi nei prossimi anni. Grazie.