
Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport
Discorso
Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport
21 marzo 2025
“Sensibili al dialogo: scuole contro il razzismo”, 21 marzo 2025 Settimana contro il razzismo
Intervento di Marina Carobbio Guscetti, Consigliera di Stato e Direttrice del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport
- Fa stato il discorso orale -
Gentile Direttrice dell’Istituto della transizione e del sostegno,
gentile Delegata all'integrazione degli stranieri del Cantone Ticino,
gentili ospiti che animeranno la giornata,
gentili membri del corpo insegnante,
care allieve e cari allievi,
è un onore essere qui oggi per questo importante evento della Settimana contro il razzismo, che quest’anno pone al centro della riflessione il linguaggio e il potere delle parole. Il razzismo non si manifesta solo attraverso gesti e azioni, ma si insinua anche nelle parole che scegliamo, scritte o pronunciate. Le parole possono rafforzare stereotipi e pregiudizi o, al contrario, promuovere rispetto e inclusione. È quindi fondamentale fermarsi a riflettere, come faremo e farete oggi, grazie anche agli ospiti che interverranno in seguito, su come il linguaggio influenzi la società e le nostre relazioni.
Il razzismo e le discriminazioni sono realtà che non possiamo ignorare. Il loro impatto è profondo e spesso sottile, difficile da riconoscere, ma abbiamo il dovere di affrontarlo apertamente. Qui entrano in gioco le parole, strumenti potenti che plasmano il nostro modo di pensare e di interagire. Possono costruire ponti o innalzare barriere, esprimere solidarietà o alimentare divisioni.
Le parole non servono solo a descrivere e definire il razzismo: possono anche esserne il veicolo. Se usate con leggerezza o malizia, feriscono in profondità, lasciando segni invisibili ma duraturi. Questo accade ogni giorno, in molti contesti, spesso senza che ce ne rendiamo conto. È essenziale parlarne, nelle scuole e in tutta la società. La scuola è il luogo in cui impariamo a conoscere, confrontarci e costruire le basi di una comunità più giusta e inclusiva. È qui che si formano non solo le competenze, ma anche la capacità di ascoltare e comprendere l'altro, sviluppando empatia e senso critico. L’educazione linguistica non è solo una questione di grammatica o lessico, ma anche di consapevolezza: le parole che scegliamo riflettono i nostri valori e possono contribuire a costruire un ambiente di rispetto e accoglienza.
Per questo motivo, è fondamentale che la scuola fornisca strumenti per riconoscere e contrastare il linguaggio discriminatorio, aiutando a comprendere come un uso rispettoso e consapevole delle parole possa promuovere dignità ed equità per tutte e tutti, indipendentemente da origine, cultura, genere o identità.
Parafrasando la scrittrice Espérance Hakuzwimana, nella scuola ci sono tantissime storie, tantissimi vissuti; “per un insegnante la responsabilità più grande è quella di avere cura di tutte queste differenze fatte di origine, percorsi e aspirazioni “. Voci e storie che dobbiamo ascoltare, dobbiamo accogliere perché una società è più forte se sa aprirsi e crescere sulla diversità. Questa Settimana contro il razzismo è un invito a riflettere sul potere che ciascuno di noi possiede: le parole che scegliamo fanno la differenza. A scuola, come nella vita quotidiana, ogni parola conta ed è importante che rispetto e inclusione guidino il nostro linguaggio e le nostre azioni. L’auspicio è che tutte e tutti possiamo contribuire a una società più aperta e rispettosa, in cui ogni individuo si senta accolto e valorizzato per ciò che è, senza il timore di essere giudicato o emarginato.
Ringrazio l’Istituto della transizione e del sostegno del DECS per avere organizzato questa mattinata volta a sensibilizzare allieve, allievi, docenti, operatrici e operatori sociali e a far incontrare chi la scuola la vive e la fa quotidianamente. Come Dipartimento dedichiamo molta attenzione a temi quali il rispetto e la lotta alle discriminazioni e al razzismo, per una scuola inclusiva e accessibile per tutte e tutti: come la società contemporanea è eterogenea e diversa, così la scuola è uno specchio della società, preziosa proprio anche perché consente a quest’ultima di crescere nel rispetto delle diversità, restando unita. Concludo con l’augurio che il nostro impegno quotidiano ci aiuti a costruire un futuro basato sul dialogo, sulla comprensione e sulla solidarietà. Grazie per essere parte di questo cambiamento.