
Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport
Discorso
Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport
07 maggio 2025
Saluto in occasione dei 50 anni del Liceo cantonale di Bellinzona, Bellinzona, 7 maggio 2025
Intervento di Marina Carobbio Guscetti, Consigliera di Stato e Direttrice del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport
- Fa stato il discorso orale -
Gentile Sindaco di Bellinzona, signor Mario Branda
gentile Direttore Nicola Pinchetti
gentili membri del Consiglio di direzione
gentili docenti, gentili allieve e allievi,
gentili signore e signori del pubblico qui presente,
partecipare ai festeggiamenti del 50° anniversario del liceo di Bellinzona è per me motivo di grande gioia e orgoglio. Mi congratulo con tutte e tutti i docenti, dirigenti scolastici, il personale, ma anche con le numerose allieve e i numerosi allievi che negli anni hanno partecipato e contribuito a scrivere la storia di questo istituto scolastico, dalla sua nascita fino ad oggi, contribuendo al consolidamento di una realtà educativa – quella che ci offre il liceo di Bellinzona – di riferimento per tutto l’alto Ticino, che vede oggi iscritti più di 700 allieve e allievi e in cui lavorano un centinaio di docenti.
Dagli anni ’70 ad oggi sia l’infrastruttura che i piani di studio del liceo si sono evoluti – e ancora si stanno evolvendo – in risposta alle trasformazioni della società. Oggi la sede del liceo è in una situazione transitoria che – per quanto dignitosa – inevitabilmente è lungi dall’essere ottimale.
A seguito dei ricorsi su due appalti, che hanno ritardato i lavori di un anno, la consegna della sede rinnovata avverrà probabilmente nell’autunno 2026. Una comunicazione ufficiale dei termini verrà data dalla Sezione della logistica del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) nel corso del prossimo mese di giugno.
Mi auguro però che, passata questa fase della crisalide, la nuova casa del Liceo possa essere più bella e funzionale di prima, permettendo alle prossime coorti di allievi di fruire di un istituto all’avanguardia per i decenni a venire.
Anche dal punto di vista dei piani di studi, come sapete, è stato recentemente aperto un grande cantiere che ha raggiunto un primo risultato l’anno scorso con la pubblicazione del nuovo Piano degli studi liceale, documento che ha sostituito il Piano quadro del 1994. Dopo che, nelle ultime settimane, con i capisezione dell’insegnamento medio-superiori abbiamo incontrato tutti i collegi delle docenti e dei docenti delle scuole medio-superiori – terminando proprio il 30 aprile con il collegio di Bellinzona – e grazie all’ascolto, al dialogo e alla recezione delle valutazioni da parte delle docenti e dei docenti liceali, entreremo ora nel vivo del progetto con la costruzione e l’adeguamento dei percorsi scolastici alle linee guida, un lavoro che toccherà in primis le docenti e i docenti e gli organi direttivi degli istituti.
Troverete nel Dipartimento e in particolare nella sezione dell’insegnamento medio superiore – nei suoi capi sezione, nelle collaboratrici e nei collaboratori – un sostegno e un sopporto in questa importante opera di implementazione.
La storia del liceo di Bellinzona, istituito in contemporanea al liceo di Locarno, ci mostra come i tempi delle azioni politiche non sono sempre allineati con i bisogni impellenti dell’evoluzione educativa e sociale. In merito a questo, vorrei citare l’incipit di un messaggio del 1969 – messaggio di poco precedente l’anno di nascita dei due licei appena menzionati, avvenuta nel 1974 – inerenti l’istituzione del liceo economico-sociale presso la scuola cantonale di commercio di Bellinzona: «persuasi di contribuire a un sensibile miglioramento del nostro sistema scolastico nel settore delle scuole secondarie superiori, in attesa di trasformazioni che si imporranno comunque a dipendenza delle radicali modifiche che si profilano per la scuola obbligatoria postelementare, ci pregiamo sottoporre al vostro esame un progetto di legge contemplante l'istituzione di un liceo economico-sociale» [fine citazione]. Un indirizzo di studi economici più scientifici, all’interno della scuola cantonale di commercio, si era già profilato nel 1961, e le prime necessità di questo tipo di offerta, fondamentale per la preparazione all’università – sempre più frequentata delle allieve e degli allievi uscenti dall’istituto –, erano già emerse nel 1914. Siamo perciò di fronte ad un percorso durato ben 55 anni che ha però condotto all’istituzione di un indirizzo liceale ancora oggi (in una diversa sede) molto frequentato. Il messaggio, anche all’altezza del ’69, presenta argomenti su cui sarà ancora necessario riflettere, come il riconoscimento del diploma rilasciato dalla nuova scuola da pare delle diverse facoltà universitarie.
E questo, a testimonianza delle numerose componenti di cui bisogna tenere conto quando a livello cantonale si propone un progetto che vuole inserirsi nel più ampio panorama nazionale. Ciò non toglie che sfide come queste vadano affrontate con impegno e determinazione, e grazie alla comunicazione tra le parti nel giro di qualche tempo il liceo economico-sociale otterrà il suo pieno riconoscimento. Anche nel 1974, quando fu presentato il messaggio concernente l’istituzione dei licei nel Sopraceneri, si torna a parlare del nuovo liceo economico-sociale, esplicitando l’obiettivo di inserirlo appena possibile nell’istituto bellinzonese. A due anni dalla sua istituzione ancora non era stata concessa ai diplomi rilasciati dall’indirizzo il riconoscimento federale. Vi leggo la prima parte della lettera inviata dalla Commissione federale di maturità datata 30 novembre 1973 in risposta alle sollecitazioni del Dipartimento dell’educazione: «Comprendo benissimo l’atteggiamento delle Autorità scolastiche ticinesi, ma le posso nel contempo rassicurare che la situazione del liceo economico-sociale di Bellinzona non è eccezionale. Occorre infatti notare che finora la Commissione federale di maturità non ha proposto il riconoscimento di nessun liceo economico-sociale. Le prime decisioni in questo senso saranno prese soltanto nel corso del 1974. […] La Commissione federale di maturità è ben consapevole del problema e soprattutto della situazione difficile in cui si son venuti a trovare molti Cantoni non universitari. Di conseguenza essa ha deciso d’operare con intensa sollecitudine nel riconoscimento delle nuove scuole senza però dipartirsi dal rispetto dei criteri qualitativi come è stato fin qui il caso» [fine citazione].
Permettetemi anche qualche aneddoto personale. Ho avuto l’opportunità di frequentare il liceo di Bellinzona tra il 1981 e il 1985. Mi fa quindi molti piacere oggi vedere tra le persone presenti alcuni dei professori e dei direttori di allora, così come compagni di classe e d’istituto. Anche perché gli anni del liceo sono stati per me anni molto belli e arricchenti, mi hanno permesso una formazione ampia e generale che mi è stata d’aiuto non soltanto nei miei studi successivi, ma anche e forse soprattutto per affrontare le sfide che la vita e la società ci pongono. Il liceo è stato per me- e ne sono certa non solo per me- una scuola di cultura generale. Ecco perché, negli incontri che faccio oggi con le direzioni e gli insegnanti, ci tengo a sottolineare che anche la riforma che ci apprestiamo ad implementare deve tener conto di questo aspetto. Nel 1981 il liceo era ancora una scuola triennale, e io, arrivando dalla scuola media sperimentale di Castione, frequentai l’anno preparatorio – il cosiddetto anno ponte – al liceo.
In quegli anni, ricchi di iniziative e di attività innovative, si creavano le basi per la riforma delle scuole medio superiori entrata in vigore nel 1982. Come non vedere in quegli anni ricchi di progetti e innovazioni dei parallelismi con quanto accade oggi con la riforma della maturità liceale e il nuovo piano quadro degli studi? Come non ricordare le attività culturali e le riflessioni politiche di quegli anni che il liceo mi e ci offriva?
Ma il 50° anniversario del liceo di Bellinzona non è solo l’occasione per rivivere importanti momenti del passato: è anche l’occasione per interrogarsi attivamente sul futuro di questo istituto e più in generale delle scuole medie superiori. Gli incontri proposti nel periodo di marzo e aprile promossi dal liceo hanno messo al centro del discorso il ruolo decisivo delle allieve e degli allievi nelle trasformazioni scolastiche, le nuove possibilità didattiche e il confronto con sistemi educativi europei e mondiali.
Ciò che invece è rimasto immutato nel tempo è la volontà di offrire un’educazione di qualità che vada oltre la semplice trasmissione di nozioni. Il liceo si propone come un luogo di crescita personale, capace di stimolare nelle allieve e negli allievi una riflessione critica sul mondo che li circonda. In questa prospettiva si inserisce il progetto editoriale Lezioni bellinzonesi, concluso nel 2017 con la pubblicazione del decimo volume.
Questi quaderni raccolgono le conferenze promosse dal liceo di Bellinzona nei suoi primi trent’anni di attività, testimoniando da un lato l’impegno nell’affiancare al percorso scolastico tradizionale delle allieve e degli allievi dei momenti di approfondimento culturale alternativi, dall’altro di fungere da riferimento culturale per il territorio e per tutte le persone esterne all’istituto. Sono profondamente grata a tutte e tutti coloro che hanno contribuito a portare avanti questa preziosa iniziativa dando vita nel 2022 alla prima pubblicazione delle Nuove lezioni bellinzonesi, progetto che continua grazie al costante impegno dei suoi promotori e di cui oggi assisteremo alla presentazione del secondo volume. Un ringraziamento particolare va dedicato ai curatori del progetto, Simone Bionda e Lucia Orelli Facchini.
Prima di concludere desidero dedicare una riflessione alla figura del docente, che ogni giorno entra in aula non solo per trasmettere conoscenze, ma anche per costruire relazioni educative autentiche. Incontra le e gli adolescenti in una fase di trasformazione profonda, li osserva maturare, cambiare, cercare la propria identità. È una grande responsabilità che richiede attenzione, empatia e una continua disponibilità a leggere ciò che accade al di là dei libri e delle lezioni. Per molte allieve e molti allievi, le docenti e i docenti rappresentano le principali figure di riferimento adulte al di fuori della famiglia: un confronto che può lasciare tracce durature, che può influenzare il modo in cui si guarda a sé stessi e al mondo.
Riconoscere il valore della professione del docente significa, quindi, riconoscere la qualità umana di questo legame, e l’impatto che può avere sul futuro delle giovani generazioni. Ritengo dunque fondamentale che le docenti e i docenti siano messi nelle condizioni di lavorare con serenità, motivazione e dignità.
Come più volte ribadito nell’ultimo periodo, la mia intenzione come direttrice del Dipartimento dell’educazione della cultura e dello sport è di fare il possibile per sostenervi e portare sia all’interno del Consiglio di Stato che in Parlamento la vostra voce. Grazie agli incontri con i plenum che sto portando avanti nelle diverse sedi e in tutti gli ordini scolastici ho la possibilità di incontrare e ascoltare di persona voi e gran parte dei vostri e delle vostre colleghe: complessivamente oltre 5'000 professioniste e professionisti dell’educazione attivi dalla scuola dell’infanzia fino alle scuole professionali e universitarie. Nel complesso, sono molto soddisfatta degli scambi avuti fino ad ora: scambi preziosi di cui sto facendo tesoro e che consentono di sentire il polso della scuola, in tutta la sua delicatezza, la sua complessità e nelle sue diverse sfaccettature, comprendendo quali sono le diverse priorità percepite nei diversi settori, quali le domande, le preoccupazioni, le esigenze, le proposte e le speranze.
Un ascolto che non è fine a sé stesso, ma si tramuta in azione politica e operativa, portando all’approfondimento di determinati temi, come pure all’elaborazione e alla promozione di proposte e misure concrete e mirate per sostenervi – per quanto possibile nel difficile contesto attuale – nel vostro importantissimo e prezioso lavoro a favore delle allieve e degli allievi e della scuola in Ticino. Investire nell’educazione, in una scuola pubblica di qualità, è prioritario se vogliamo guardare con speranza al futuro. Mi auguro che questo messaggio, in cui credo profondamente, riverberi profondamente anche in voi, docenti attivi ed ex docenti, ma anche e soprattutto allievi, che siete il cuore pulsante di questa scuola. Concludo rinnovando i miei ringraziamenti a voi tutte e tutti e augurando al liceo di Bellinzona di poter perseguire la sua opera educativa a lungo e con la stessa dedizione che lo ha contraddistinto fino ad oggi. Auguro a tutte le allieve e tutti gli allievi di poter concludere con successo i propri studi, certa che anche le future iscritte e i futuri iscritti potranno trovare in questo liceo un luogo stimolante in cui sviluppare idee, riflessioni e passioni.