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Autori: Alberto Cattaneo
Autori: Chiara Marciani
Data: 24 maggio 2011

Intervista di Chiara Marciani ad Alberto Cattaneo

Scuolavisione

E-banking, e-shopping, e-governance o e-learning: Internet ha rivoluzionato la comunicazione consentendo di annullare distanze, ampliare il numero di contatti e rendere flessibile ogni attività ai bisogni degli utenti. La scuola è sempre più toccata dallo sviluppo delle nuove tecnologie informatiche e ne sfrutta le potenzialità comunicative a scopo didattico. Con Alberto Cattaneo cerchiamo di capire le caratteristiche di un progetto innovativo: "Scuolavisione"

"Scuolavisione: uno strumento didattico interattivo per apprendere": questa una delle possibili definizioni del progetto promosso dalla Divisione della formazione professionale in collaborazione con l'Istituto Universitario Federale per la Formazione Professionale (IUFFP) e la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI). In modo concreto, che cos'è "Scuolavisione" e quali obiettivi si pone?

Scuolavisione è un progetto che vuole sfruttare la possibilità di rendere interattivi brevi estratti video, al fine di favorire l'apprendimento. Il materiale audiovisivo ha molteplici potenzialità per essere integrato in attività didattiche, spesso però queste risorse non trovano spazio fra le mura scolastiche. Da un lato per limiti infrastrutturali e dall'altro per la difficoltà di trovare materiale che risponda alle esigenze dei docenti: molta documentazione, ma precostituita e poco duttile. "Scuolavisione" nasce quindi con questa ambizione: permettere a tutti i docenti, senza necessitare di particolari competenze informatiche, di personalizzare e strutturare materiale durante le proprie attività di formazione.
Come? Occorrono due elementi: un video di partenza e la possibilità di modificare quest'ultimo integrandovi della documentazione di approfondimento. Il docente può produrre autonomamente un filmato, chiedere ai propri allievi di registrare sequenze o ancora utilizzare materiali già esistenti. A tale proposito diventa interessante la collaborazione che il progetto ha instaurato con la RSI, grazie alla quale il docente ha oggi la possibilità di accedere alle Teche radiotelevisive.

Sempre più spesso si sente parlare di "ipermedia" all'interno dei vari mezzi di comunicazione, e il vostro progetto sembra esserne un esempio concreto. Ma che cosa si intende con questa definizione?

Con "Ipermedia" si intende semplicemente un'estensione del concetto di ipertesto, laddove si vuole sottolineare la possibilità di collegare tra loro contenuti concernenti media diversi dal testo: documenti audio, video, immagini, ecc. Il punto di partenza non è più un testo scritto, bensì un video. Nel nostro caso, dunque, è al documento audiovisivo che si va a collegare (a "linkare" diremmo nel linguaggio corrente) ulteriori risorse. Degli appositi marcatori (ad esempio un pallino rosso che lampeggia su un dettaglio del video) avvisano l'utente dell'esistenza di documenti aggiuntivi. Il video diventa così interattivo e sarà l'utente stesso a decidere se fermarlo per accedere ai materiali di approfondimento, oppure continuare a vedere il filmato.

Quali sono invece i punti più delicati e problematici che possono derivare dall'utilizzo di dispositivi quali "Scuolavisione" ?

In generale, il punto più delicato è quello di evitare un utilizzo acritico così come un'integrazione forzata della tecnologia nella didattica. Spesso questi mezzi diventano un fine, se ne dimentica invece l'essenziale natura di strumento. La tecnologia non è un valore aggiunto "in sé e per sé", ma deve essere in grado di apportare un contributo fattivo alla didattica stessa. È importante preparare i docenti affinché siano in grado di scegliere se, quando, e quali strumenti sia più opportuno utilizzare ancor prima di capire come farlo in modo efficace.
Da anni allo IUFFP ci occupiamo di queste tematiche. Grazie all'utilizzo dello strumento video "Scuolavisione" riesce a fare entrare a scuola il mondo del lavoro, senza riprodurlo in modo fittizio bensì con contesti professionali autentici e realmente vissuti dagli apprendisti. Si è così in grado di lavorare sia sulla componente professionale in senso stretto, ossia sulle procedure specifiche di una determinata professione, sia sulle competenze metodologiche e sociali, sempre più centrali per la formazione di un professionista. Una potenzialità didattica notevole, quest'ultima, sulla quale vorremmo ulteriormente lavorare.
L'altro aspetto delicato rimane l'aggiunta di contenuti interattivi. Occorre un lavoro di progettazione didattica ben pianificata e strutturata nonché la conoscenza di regole e principi attualmente non ancora definiti in modo completo. Proprio per questo motivo il progetto si propone di monitorare con rigore le situazioni in cui i materiali prodotti verranno utilizzati. Si cercherà, infatti, di rilevare criteri e indicatori, in modo da consegnarli a docenti, istruttori, periti d'esame e a tutti gli operatori della formazione professionale, permettendoci così l'avanzare nella ricerca.

Se pensa al futuro, ritiene che l'utilizzo di supporti simili diventerà parte integrante dell'apprendimento scolastico e/o professionale oppure la strada da percorrere è ancora lunga?

Nel mondo della formazione, lo sfruttamento delle potenzialità delle tecnologie è centro di forte interesse. Ciò vale anche - anzi direi in misura ancora maggiore - per il mondo del lavoro. In termini di diffusione, credo che il rischio che questo possa avvenire nel prossimo futuro sia una realtà attuabile. Utilizzo questo termine, rischio, non per essere catastrofista o conservatore ma coerentemente in relazione a quanto detto in precedenza: piuttosto che il criterio della maggior diffusione possibile, che è comunque il più facile da realizzare, preferirei quello della maggior pertinenza possibile, che invece richiede qualche sforzo in più. Essere in grado d'identificare quando il ricorso alla tecnologia è effettivamente un valore aggiunto così come il capire come sfruttarla concretamente, sono obiettivi che non si possono dare per scontati.

Per concludere, chi può usufruire del supporto "Scuolavisione" e quali prospettive vi ponete per il prossimo avvenire?

Nato in Ticino, grazie alla collaborazione tra le istituzioni già citate, "Scuolavisione" è un progetto nazionale finanziato dall'Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFFT). Ed è proprio questa una sfida importante per il futuro: garantire una copertura di tutto il territorio nazionale. Si tratta di un impegno complesso e che necessita collaborazioni interistituzionali, che richiedono tempo per essere sviluppate. Ma tornando alla sua domanda, proprio per il ruolo ricoperto dall'UFFT così come i ruoli e l'identità dei partner del progetto, in questa prima fase "Scuolavisione" si rivolge esclusivamente al mondo della formazione professionale e a tutti i suoi attori. Una volta conclusa la fase pilota non escludo però che il progetto possa rivolgersi a tutti i livelli scolastici, e non solo. Le potenzialità sono dunque molteplici.
Quanto alle altre possibili prospettive, quella a più breve termine rimane sicuramente l'elaborazione delle interfacce software definitive, che vorremmo pronte per l'inizio del prossimo anno scolastico. Partendo dai prototipi già esistenti, vorremmo aggiungere alcune potenzialità legate ad esempio ai social network e alla condivisione in rete (come la possibilità per gli utenti di "taggare", commentare porzioni di video sul Web), così come integrare degli strumenti di autovalutazione dell'apprendimento. Insomma, rendere più professionale uno strumento che - con nostra grande soddisfazione - sembra già interessare molti docenti.
Per concludere, è importante ricordare che "Scuolavisione" diventerà un portale Web, dove chi vorrà usufruire del servizio si impegnerà a depositare i materiali realizzati, mettendoli a disposizione della comunità in uno spirito di collaborazione e condivisione.