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Autori: Daniela Dus
Autori: Alessandra Rosciano
Autori: Nora Dasoki
Data: 11 dicembre 2012

Uno studio sulle condizioni di vita e di salute degli ultra sessantacinquenni

VIVRE/LEBEN/VIVERE: statistiche ed emozioni

Tra aprile e maggio 2012 è giunta a conclusione la raccolta dei dati ticinesi per l'indagine

Le interviste svoltesi nell'ambito della ricerca VLV sono state l'occasione di una profonda introspezione per la maggior parte dei partecipanti, permettendo loro fare una sorta di bilancio della propria vita e della situazione presente. A volte la partecipazione all'indagine è valsa come valvola di sfogo, in altri casi è stata vissuta come un lieto momento per ricordare eventi passati e narrare aneddoti, oppure ha fatto riemergere ferite non ancora cicatrizzate, rendendo malinconici alcuni istanti del racconto. Prescindendo dal fine ultimo della ricerca, l'esperienza dell'intervista si è rivelata un'opportunità intrisa di valore umano sia per gli intervistatori e per le responsabili sia, presumibilmente, per gli intervistati. Questi ultimi hanno spesso accantonato la diffidenza iniziale per accogliere nelle proprie abitazioni un estraneo cui raccontare i momenti più significativi dell'esistenza e svelare le informazioni personali più intime e profonde. Sovente gli stessi hanno trattenuto l'intervistatore, una volta concluso l'iter formale, per consumare assieme una merenda e terminare l'incontro con un'amichevole chiacchierata.

I tempi della presa di contatto con i partecipanti si sono contraddistinti per una forte variabilità, determinata dall'immediatezza di risposta e dalle diverse capacità di persuasione degli intervistatori, elemento che ha inoltre influito sulla percentuale di conclusione delle interviste. Nell'insieme, circa un terzo delle persone selezionate hanno effettivamente partecipato alla ricerca, ma se parte dei nostri collaboratori sono riusciti ad intervistare la metà delle persone da loro contattate, altri hanno riscontrato più difficoltà (alcuni sono riusciti a completare solo il 6% dei dossier in loro possesso). Nonostante ciascun intervistatore abbia realizzato mediamente 15 interviste, c'è chi ne ha svolte 81 e chi ha messo fine all'esperienza dopo un solo incontro. L'efficacia dipende dalle differenze caratteriali e di approccio con l'Altro, dalla disponibilità del tempo da dedicare alla presa di contatto ma anche dal fatto di aver ottenuto i recapiti di persone più o meno disponibili ed interessate alla ricerca.

Il ritmo della raccolta dati non è stato uniforme: ci sono stati alcuni momenti di stasi su cui hanno inciso le festività e i vari cicli d'influenza virale. In questi periodi, non solo abbiamo riscontrato dei tassi di risposta e di accettazione inferiori ma abbiamo pure osservato una minore disponibilità da parte degli intervistatori. Inoltre, in seguito ad una segnalazione sospetta, nel corso del mese di novembre 2011, le autorità competenti e l'Ufficio del medico cantonale hanno dovuto mettere in guardia la popolazione del rischio di imbattersi nella truffa dei cosiddetti "falsi nipoti". Questo ha scoraggiato alcune persone dal partecipare alla ricerca, aumentato la diffidenza nei confronti degli intervistatori e inondato di telefonate il nostro centralino.

Per la realizzazione delle interviste ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione di 39 intervistatrici e 9 intervistatori, di età variabile tra i 22 e i 60 anni (con un nutrito gruppo di ventiseienni). I collaboratori sono stati selezionati in base al titolo di studio conseguito (45 laureati e 3 diplomati, tutti in ambito umanistico), all'eventuale esperienza nel condurre interviste (una persona su cinque), alle caratteristiche caratteriali, al tempo da dedicare alla ricerca e alla zona geografica da poter coprire.

I partecipanti sono stati selezionati aleatoriamente: aspettandoci un tasso di accettazione tra il 40 e il 50% e volendo intervistare 60 persone per gruppo di età e genere, pensavamo fosse ragionevole richiedere all'Ufficio federale di statistica 180 contatti per gruppo. Purtroppo il tasso di accettazione si è rivelato inferiore alle attese (30.6%) e il numero di recapiti a nostra disposizione insufficiente. Abbiamo quindi dovuto sollecitare ulteriori contatti all'Ufficio del controllo degli abitanti dei comuni ticinesi.

Tra settembre 2011 e maggio 2012, sono state contattate 2'225 persone di 65 anni ed oltre, residenti a domicilio o in casa per anziani . La partecipante più anziana aveva 105 anni al momento dell'intervista ed ha collaborato con lucidità ed entusiasmo. Data la casualità della selezione, in alcuni casi è successo di intervistare genitore e figlio oppure moglie e marito.

Un terzo delle persone contattate ha accettato di partecipare alla nostra ricerca: in totale 727 ultrassessantacinquenni hanno collaborato in forma completa e 46 solo parzialmente. I dossier incompleti sono dovuti all'eccessiva lunghezza dell'intervista o al fatto che alcune domande riaprissero delle ferite chiuse da anni che non ci si è sentiti di riaffrontare. 299 persone si sono rivelate irraggiungibili e 70 sono purtroppo decedute nell'intervallo intercorso tra la compilazione delle liste e la presa di contatto.

Dall'osservazione del grafico emerge che i rifiuti (1'382) sono stati più frequenti tra le donne e tale differenza con gli uomini è particolarmente marcata nei primi tre gruppi di età. Si rileva inoltre un ovvio aumento dei decessi all'approssimarsi dei 90 anni. Se si considera la classificazione per fasce d'età si riscontra in generale un andamento pressoché simile per le diverse modalità (dossier rifiutati, dossier completati, dossier parziali, decessi, dossier senza risposta).

Una volta terminata la raccolta è cominciata la lunga fase di verifica, controllo ed elaborazione dei dati. Questo lavoro sta giungendo al termine e nel corso dei prossimi mesi saremo in grado di soddisfare la curiosità del lettore presentando i risultati della ricerca.
Nell'attesa, ne approfittiamo per ringraziare tutte le persone contattate: chi ha declinato gentilmente la collaborazione e soprattutto chi ha accettato di partecipare accogliendo l'intervistatore, consacrandoci del tempo, fornendoci preziose informazioni e permettendoci di poter beneficiare della propria esperienza di vita. Vorremmo inoltre evidenziare il ruolo degli intervistatori, indispensabili per la realizzazione delle interviste e il successo della raccolta dati.
Ringraziamo il Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento della sanità e socialità Paolo Beltraminelli per l'interesse nei confronti del nostro progetto ed il sostegno dimostratoci; il Medico Cantonale Giorgio Merlani e la sua équipe (in particolare la dottoressa Anna De Benedetti) per la loro disponibilità. Infine, un caloroso ringraziamento a Matteo Ferrari per il suo prezioso aiuto e a tutti i vicini di ufficio del Dipartimento della sanità e della socialità che hanno dato prova di grande comprensione malgrado il grande via vai di collaboratori dell'inchiesta.

Per maggiori informazioni: http://cig.unige.ch/recherches/vlv_it.html

Si ringrazia Stefano Cavalli per la preziosa collaborazione alla stesura dell'articolo.