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N2 - 2020

cambiamento, s. m.

Autori: Ivana Zecevic
Data: 24 dicembre 2020

I 200 anni di Vincenzo Vela

Disegnare una torta per lo scultore o dedicargli un video: grazie al museo di Ligornetto, si può (nonostante il Covid)

Per l’occasione del bicentenario della nascita di Vincenzo Vela (1820-1891), il Museo Vincenzo Vela – di proprietà della Confederazione Svizzera e gestito dall’Ufficio federale della cultura – ha celebrato lo scultore (dal 25 ottobre al 5 dicembre 2020) con una mostra monografica: «Vincenzo Vela (1820-1891), poesia del reale». L’obiettivo dell’esposizione era quello di evidenziare diverse particolarità che hanno reso unico il contributo dell’artista, come la sua predisposizione verso il reale, senza mai tralasciare l’aspetto lirico e intimo dell’espressione. Si è dunque tentato di illustrare, attraverso dodici sezioni, sia l’aspetto innovativo e versatile di Vela come artista, sia l’aspetto civile, di cittadino impegnato e interessato al suo tempo. Oltre a ciò, è stato possibile ammirare le opere infantili dello scultore che spesso e volentieri vengono trascurate. Nella seconda parte della mostra sono state invece esposte le sue fotografie, anche queste di grande prestigio.

Viste le restrizioni dovute al COVID-19, gli organizzatori si sono reinventati e hanno presentato delle iniziative multimediali inerenti alla mostra di Vincenzo Vela, iniziative che favoriscono l’interazione diretta tra il museo e gli spettatori: viene per esempio chiesto ai più giovani di disegnare, su una cartolina, «la torta che vorrebbero preparare per il compleanno dello scultore» e, in seguito, di inviarla al museo; le prime 200 cartoline che arriveranno, verranno esposte sul luogo una volta che le porte dell’edificio culturale riapriranno al pubblico. Per coloro che invece sono più agili con la tecnologia, si propone di registrare un video di trenta secondi in cui si racconta qualcosa su Vincenzo Vela: questi videoclip verranno man mano pubblicati sul canale Youtube del museo e, in seguito, esposti sul luogo.

In questo modo, il visitatore ha avuto modo di conoscere un personaggio ticinese di rilievo, che non solo si è occupato di arte, ma che nell’Ottocento ha avuto anche una grande influenza in campo politico svizzero e italiano. Nato e cresciuto a Ligornetto, all’età di 13 anni Vela decise di raggiungere il fratello Lorenzo a Milano, dove lavorò come apprendista scalpellino. In seguito, egli frequentò l’Accademia di Belle Arti di Brera e, tra il 1843 e il 1846, ottenne invece le prime commissioni private. Nel 1847 si spostò a Roma, per poi, poco dopo, tornare in patria. È infatti a Ligornetto che egli realizzò due dei suoi più grandi capolavori, «Spartaco» (1947) e «Desolazione» (1851). Nel 1856 si stabilizza a Torino, dove insegnò scultura all'Accademia Albertina per oltre dieci anni, senza smettere mai di scolpire. Dopo il 1867, anno in cui trionfò all’esposizione internazionale di Parigi con Gli ultimi momenti di Napoleone I – opera acquistata da Napoleone III – Vela tornò a Ligornetto e, nei 25 anni che precedettero la sua morte, egli continuò a lavorare, tanto che le sue opere vennero richieste in tutto il Nord Italia e in numerosi comuni ticinesi.