“Le elezioni comunali rappresentano – nel contesto federalista svizzero – il momento più importante della vita democratica. Per noi il livello istituzionale più prossimo al cittadino, cioè quello comunale, è un bene da valorizzare, se vogliamo che la collettività abbia una crescita dinamica, propulsiva. È per questo motivo che guardo alle ormai prossime elezioni nei Comuni con un occhio di particolare riguardo”. Sono queste le parole con cui esordisce il Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, in un'intervista raccolta da ArgomenTi nel marzo 2020 sulle elezioni comunali organizzate nel nostro Cantone.
NelSimposio Cantone/Comuni, svoltosi al Palazzo dei Congressi a Lugano il 4 febbraio 2020, lei ha definito una sorta di “roadmap” per i Comuni nella nuova legislatura…”
In estrema sintesi, possiamo dire che nel prossimo quadriennio per i Comuni potrebbero esserci molte novità: la possibile nascita di nuove realtà comunali attraverso nuovi processi aggregativi; una nuova assunzioni di compiti e competenze e da ultimo un assetto funzionale diverso dell’ente comunale”.
Ci spieghi più nel dettaglio.
Il primo tema riguarda la dimensione dei Comuni. Con il Piano cantonale delle aggregazioni il Cantone aveva definito un suo “disegno” nell’ottica aggregativa, sottolineando però che ogni progetto doveva, deve e dovrà nascere dal basso, senza imposizioni cantonali. Per questo motivo durante il prossimo quadriennio spero possano giungere direttamente dai Comuni nuovi stimoli e nuovi progetti. Noi saremo pronti a seguire e a sostenere questa progettualità.
Questo è il primo asse della riforma che tocca i Comuni. Il secondo asse è invece costituito dai compiti da affidare al Comune. E qui rientra il progetto Ticino 2020 voluto dal Governo che in questi mesi sta entrando nella fase decisiva. Proprio poche settimane fa il Consiglio di Stato ha valutato positivamente la decisione del Comitato strategico del progetto «Ticino 2020» di proseguire con la verifica di fattibilità della nuova ripartizione dei compiti e dei flussi tra Cantone e Comuni. Entro la fine dell’anno sarà pronta la proposta condivisa, che sarà successivamente sottoposta a consultazione e, se del caso, in seguito approvata dal Governo e dal Parlamento.
Pare di capire che gli assi della riforma per i Comuni non siano terminati…
Esatto. Vi è un terzo asse, ossia il funzionamento del Comune. È un grande cantiere anche questo. Il Dipartimento delle istituzioni con la sua Sezione degli enti locali sarà impegnato assieme a tutte le istanze interessate – penso ovviamente quindi ai Comuni e ai Patriziati con le loro associazioni – per individuare quali elementi introdurre in quella che sarà la revisione del quadro legislativo che regge il funzionamento del Comune. Una riflessione che durerà per tutto il 2020. Nelle nostre intenzioni vorremmo poi giungere al termine della legislatura comunale con l’approvazione da parte del Gran Consiglio della revisione delle norme legislative.