Per molestia psicologica o mobbing si intende ogni atteggiamento ostile che altera il clima di lavoro, in particolare comportamenti, parole, atti, gesti, scritti, che si ripetono in modo frequente e per un certo periodo di tempo, che ledono la personalità e la dignità di una persona e la sua integrità fisica e/o psichica, mettendo in pericolo il suo posto di lavoro.
Secondo lo psicologo del lavoro tedesco-svedese Heinz Leymann, ci sono cinque categorie di mobbing:
1. attacchi alla possibilità di comunicare (p. es. non lasciar parlare, interrompere, sgridare, non fornire informazioni);
2. attacchi alle relazioni sociali (p. es. rifiuto di contatto in generale, non salutare, ignorare, emarginare, isolare);
3. attacchi all’immagine sociale (p. es. ridicolizzare una persona, diffondere voci infondate, punzecchiare, offendere, fare osservazioni sprezzanti);
4. attacchi alla qualità della situazione professionale e privata (p. es. affidare lavori vessatori e umilianti, criticare ingiustamente, sottrarre compiti importanti);
5. attacchi alla salute (p. es. minacciare o fare uso di violenza fisica).
Fonte: la pagina “Definizioni” del Gruppo stop molestie e il fascicolo "Mobbing e altri comportamenti molesti - Tutela dell’integrità personale sul posto di lavoro", pubblicato dalla Segreteria di Stato dell'economia.