Il Coleottero giapponese (Popillia japonica) è uno scarabeide originario dell’isola giapponese Hokkaidō. Il primo ritrovamento in Svizzera risale al 2017, quando è stato catturato in una trappola a feromoni a sud del Ticino. Visti gli ingenti danni che può provocare in agricoltura e nel verde pubblico, questo coleottero è regolamentato in Svizzera e nell’Unione Europea come organismo da quarantena prioritario, ed è quindi soggetto all’obbligo di lotta e segnalazione al Servizio fitosanitario.
L’adulto è facilmente riconoscibile grazie alla presenza di cinque ciuffi di peli bianchi ai lati dell’addome e di altri due sull’ultimo segmento addominale.
Le elitre (le parti rigide che ricoprono le ali) sono di color rame mentre la testa e il torace sono di color verde metallizzato.
La lunghezza dell’insetto varia tra gli 8 e i 12 mm, quindi è più piccolo di una moneta da 5 centesimi.
Le larve hanno una classica forma a “C”, con 3 paia di zampe e con dimensione variabile dai 2 ai 30 mm in base allo stadio larvale.
La testa è arancione mentre il corpo è biancastro con una parte finale più scura.
Nella parte terminale dell’addome sono presenti 5-7 coppie di spine disposte a “V” che possono essere facilmente osservate con una lente d’ingrandimento 10x.
Gli adulti di Coleottero giapponese possono essere confusi con quelli del comune maggiolino degli orti (Phyllopertha horticola), del giugnino (Mimela junii) o del maggiolino di San Giovanni (Amphimallon sp).
La distinzione si può fare dalla dimensione, il colore e i caratteri distintivi.
Maggiori informazioni e fotografie sono consultabili sulla Scheda informativa tecnica Coleottero giapponese (Popillia japonica).
Gli adulti di Coleottero giapponese sono presenti a partire da metà giugno circa, con un picco di diffusione a metà luglio, mentre gli ultimi individui si possono incontrare fino a fine settembre.
Il Coleottero giapponese ha un comportamento gregario, questo spiega perché si possono trovare più insetti sulla stessa pianta intenti a nutrirsi e a riprodursi.
Durante questo periodo le femmine depongono le loro uova nel terreno: ogni femmina può deporre fino a 60 uova per stagione.
Nei primi giorni l’uovo necessita di umidità per potersi sviluppare in larva, per questo motivo gli adulti prediligono prati in prossimità di specchi d’acqua o corsi d’acqua, terreni irrigati oppure zone umide.
Una volta schiuse le uova, le larve di Popillia japonica presenti nel sottosuolo iniziano a cibarsi di radici e a crescere. Esse rimangono sottoterra dall’estate fino al mese di maggio successivo a una profondità che varia dai 5 ai 30 cm.
A maggio inizia la trasformazione da larva ad adulto (impupamento).
A metà giugno, la trasformazione è completa e l’adulto lascia l’involucro pupale per sfarfallare fuori dal terreno.
Questo ciclo si ripete ogni anno e le popolazioni aumentano rapidamente.
In Europa è attualmente presente in Portogallo (isole Azzorre, dal 1970), in Italia (dal 2014 in Lombardia e Piemonte e dal 2020 in Emilia-Romagna) e in Svizzera (dal 2017).
L’espansione sul territorio può avvenire:
Questa specie conta più di 300 piante ospiti tra cui vite, mais, melo, prugno, e piccoli frutti. È possibile trovarla anche su alcune piante forestali e ornamentali come nocciolo, ontano, rose o glicine.
Gli adulti defogliano la parte verde delle piante lasciandone solo le venature, si nutrono dei fiori di molte specie e di frutti maturi.
Le larve invece si nutrono delle radici di specie erbacee presenti nei prati. In funzione del grado di infestazione i danni possono essere molto importanti.
Una volta installato in natura, l’eradicazione di questo insetto risulta molto difficile.
All’inizio dell’infestazione il metodo di controllo più efficace è la cattura manuale degli adulti. Questa va effettuata durante le prime ore del mattino o in serata. Infatti, con l’innalzarsi delle temperature, gli insetti aumentano l’attività in volo e sono più difficili da catturare.
In caso di ritrovamenti di larve o di adulti sospetti è indispensabile contattare il Servizio fitosanitario e conservare in un barattolo chiuso gli individui per permetterne l’identificazione e valutare la migliore strategia di intervento.
Dal 2016 il Servizio fitosanitario monitora l’evoluzione del coleottero giapponese tramite una rete di trappole a feromoni, distribuite sull’insieme del territorio cantonale.
Nel 2022 ha lanciato un progetto pilota in collaborazione con alcuni Comuni situati nella zona infestata, con l’obiettivo di mappare nei dettagli la presenza del coleottero giapponese affinché si possano identificare le zone più sensibili e applicare, di conseguenza, dei metodi di lotta mirati.
Nel 2021 il Servizio fitosanitario ha richiesto l’omologazione di alcuni prodotti fitosanitari da utilizzare in caso di forti infestazioni oltre che all’omologazione di nematodi quali lotta biologica.
Inoltre, il Servizio fitosanitario partecipa al Progetto europeo IPM-Popillia (www.popillia.eu), finanziato da Horizon 2020. Esso si pone l’obiettivo di sviluppare misure ecosostenibili che aiutino a limitare la diffusione e a contenere le popolazioni di coleottero giapponese.
Più a lungo termine, l'IPM-Popillia ambisce a fornire strumenti e consigli su come gestire il coleottero giapponese e su come prepararsi meglio a simili invasioni di parassiti in futuro.
Coleottero giapponese (Popillia japonica)
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