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Reati finanziari: terminata una complessa inchiesta con due rinvii a giudizio alle Assise criminali

13.12.2011

Il Ministero Pubblico segnala che la Procuratrice Manuela Minotti Perucchi ha terminato una complessa inchiesta (iniziata nel 2005 dall'allora Procuratrice Maria Galliani) per gravi reati finanziari commessi ai danni della Banca CIAL (ora  Banca CIC) e di numerosi suoi clienti.

Sono stati rinviati a giudizio presso la Corte delle Assise criminali di Lugano un ex-direttore di quell'istituto (cittadino svizzero cinquantaseienne) e un procacciatore dello stesso (cittadino straniero quarantottenne). Entrambi hanno già subito un lungo periodo di carcerazione preventiva.

Nei loro confronti si ipotizzano diversi reati, commessi - fra il 1996 e il 2005 - sia in correità sia singolarmente: truffa aggravata e per mestiere, riciclaggio aggravato, appropriazione indebita aggravata, amministrazione infedele aggravata, falsità in documenti ripetuta, istigazione a falsa testimonianza e istigazione a falsità in documenti.

In particolare, si ipotizzano malversazioni ai danni di clienti da parte del già direttore dell'istituto (difeso dall'avv. Marco Broggini)  per un importo complessivo di CHF 13 milioni, in parte destinato a coprire pregresse malversazioni ai danni di altri clienti,  mentre al procacciatore (assistito dall'avv. Mario Postizzi) si imputano malversazioni ai danni di clienti per CHF 6 milioni.

La Banca CIAL/CIC, patrocinata dall'avv. Stefano Ferrari, ha sottoscritto convenzioni di risarcimento con i clienti danneggiati.

A carico di entrambi gli imputati è stato ipotizzato il reato di truffa, in correità, per aver indotto la direzione dell'istituto a concedere un credito Lombard di Eur 27 milioni a favore di un istituto di credito italiano, rappresentando finalità ed un retroscena completamente diverso da quello effettivo. In particolare, agli imputati viene rimproverato di aver sottaciuto alla direzione di Banca CIAL/CIC, che il credito Lombard serviva in parte a non esporre nel bilancio della banca italiana le consistenti perdite derivate all'istituto dalla svalutazione di determinati titoli che lo stesso istituto aveva riportato avendoli acquistati da clienti per indennizzarli degli atti di amministrazione infedele aggravata messi in atto da un proprio dipendente. Al già direttore e al procacciatore esterno viene imputato di aver sottaciuto alla direzione di Banca CIAL/CIC, che la concessione di credito era stata occultata ai membri del Consiglio della banca italiana, i quali sarebbero stati indotti, con artifizi e raggiri, in concorso con il  Presidente e con  un Consigliere dell'istituto italiano, a trasferire titoli messi a pegno per la concessione del predetto credito Lombard. Agli accusati viene imputato di aver arrecato, mediante questa truffa, un pregiudizio patrimoniale a Banca CIC di Eur 10 milioni, e di aver conseguito un indebito profitto personale di ca. Eur 900'000.-- per l'ex-direttore e di Eur 4,7 mio per il procacciatore esterno.

Si rileva che, per gli artifizi ed i raggiri messi in atto ai danni dell'istituto estero, il procacciatore è stato rinviato a giudizio in Italia in concorso con il Presidente ed il Consigliere dello stesso.

Agli imputati viene pure rimproverato il reato di riciclaggio aggravato in relazione all'utilizzo del credito Lombard, non esposto nei libri contabili dell'istituto bancario italiano, mediante ripetute operazioni suscettibili di vanificarne l'accertamento dell'origine, il ritrovamento e la confisca.