Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Estorsioni / truffe nel contesto delle videochat


Di cosa si tratta?

Il fenomeno si compone di due tipi di reato, ma la parte preponderante si riferisce a una vera e propria estorsione in cui gli autori contattano le vittime per mezzo di chat e servizi di messaggeria immediata e dopo averli indotti a mostrarsi alla webcam in atteggiamenti sessuali o equivoci, chiedono all'interlocutore di versare del denaro per evitare che la registrazione, avvenuta a sua insaputa, venga divulgata su internet o trasmessa ad amici e parenti.

Una seconda variante, più vertente verso la truffa, ha come componente principale il raggiro con false dichiarazioni, sempre al fine di ottenere denaro dalla vittima.

Come si sviluppa?

I contatti con le vittime avvengono in prevalenza su dei siti d'incontro ma è possibile che si verifichino anche contatti diretti, ad esempio per mezzo dei servizi di messaggistica istantanea. Inizialmente le discussioni si articolano su normali temi di circostanza, improntati sulla conoscenza reciproca. Non vengono formulate richieste di denaro immediate, per non destare sospetti. L'intento dell'autore è quello di instaurare un rapporto di fiducia, così da generare delle situazioni a lui favorevoli per indurre la vittima a esporsi mostrandosi alla webcam in atteggiamenti sessuali o equivoci.

A insaputa della vittima le immagini o il video vengono registrate e quindi utilizzate per estorcerle denaro. Alla persona presa di mira viene infatti chiesto di versare una determinata somma di denaro tramite specifici corrieri (es. Western Union), minacciando di pubblicare il video e/o le immagini in internet, come pure di inviarli ai contatti social della vittima, presumibilmente ottenuti violando l'accesso al social network.

Per rendere la minaccia verosimile e creare nella vittima la certezza di un pericolo imminente alla sua immagine, l'autore invia l'elenco delle amicizie social del malcapitato oppure invia il link al sito su cui è stato momentaneamente pubblicata la registrazione compromettente. A volte, per incutere maggior timore, l'estorsore sottolinea il fatto che la ragazza o il ragazzo che interagiscono dall'altro capo della webcam, sono minorenni, asserendo che in caso di mancato pagamento verranno avvisate le autorità giudiziarie o in alternativa si dichiara proprio un funzionario incaricato di incassare una contravvenzione.

Per il ritiro del denaro poi, l'autore adotta degli stratagemmi per evitare di fornire le proprie generalità. Ne consegue, per la polizia, un'accresciuta difficoltà che, aggiunta al fatto che gli autori operano generalmente dall'estero, rende la loro identificazione estremamente difficoltosa. Il pagamento non garantisce che il video, le immagini o la conversazione compromettente vengano effettivamente distrutti, pertanto la vittima corre il rischio di essere nuovamente contattata e sottoposta alle medesime pressioni.

Vanno citati anche casi che vedono instaurarsi un rapporto di fiducia tra autore e vittima, non necessariamente basato sul sesso, ma piuttosto sull'apparente ricerca di relazioni sentimentali. Dopo una serie di conversazioni la cui durata è variabile, l'autore comunica alla persona con cui è in contatto che per motivi di forza maggiore si è dovuto recare in un paese estero. Proprio da questo paese lancia una richiesta d'aiuto finanziario per i più disparati motivi (es. aiutare bambini malati, curare se stessi, ecc.). Viene in questo caso fatta leva sullo spirito caritatevole della vittima, che affezionata alla persona che crede di conoscere, versa il denaro richiesto.

Dove si verificano?

I contatti avvengono su internet, i bonifici attraverso corrieri o altri servizi di invio internazionale di denaro. Non vi sono pertanto contatti diretti con gli autori.

Chi sono gli autori?

Di norma si tratta di cittadini di origini africane che si esprimono in francese o inglese. Negli ultimi tempi è stata costatata la comparsa di autori/autrici che si esprimono in inglese operanti nelle Filippine.

Consigli

La pratica di mostrarsi in webcam in atteggiamenti compromettenti comporta già a priori un rischio per la propria immagine e la propria reputazione. Il principio fondamentale che vede difficilmente controllabile e indelebile ciò che viene pubblicato su internet anche in forma privata, impone massima cautela a prescindere dall'identità confermata o meno dell'interlocutore. Una volta che l'immagine viene catturata dalla webcam, viene trasmessa da uno o più server al computer dell'altra persona. Durante questo tragitto le immagini non possono essere controllate dagli utilizzatori.

Per accertare l'identità di chi sta all'altro capo della webcam e quindi stabilire che non si tratti di immagini preregistrate si possono attuare degli stratagemmi che non sono però garanzia di buona fede:

  • Chiedere di eseguire dei movimenti definiti (alzarsi in piedi, inclinare il capo all'indietro, incrociare le dita di una mano, ecc.);
     
  • Pretendere un numero di telefono cellulare e verificarne il prefisso internazionale, come pure comporre il numero e pretendere di vederlo con il proprio numero di telefono che appare sul display. Non credere alle scuse per giustificare l'impossibilità di ottemperare a questa richiesta;
     
  • Inserire il nickname dell'interlocutore, il suo indirizzo e-mail o nome e cognome da lui forniti in un motore di ricerca su internet. Spesso capita che i malintenzionati agiscano ripetutamente e di conseguenza alcune vittime pubblicano a titolo informativo su siti dedicati gli estremi dell'identità fittizia incriminata;
     
  • In caso di avvenuta estorsione non dare seguito alle richieste e interrompere la comunicazione. Il pagamento non garantisce che il materiale compromettente venga distrutto, ma conferma all'autore che l'intento di porre la vittima in una condizione di svantaggio è stato raggiunto e quindi potrebbe approfittarne di nuovo.