Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

312 fAnTASMA fARÁBOLA 3. Derivati fantasmón s.m. Persona magrissima (Cavigliano). it. fantasma[3]. B i b l.: CheRuB. 2.89. [1] KeLLeR, ALug. 81. [2] Merav. 4.330,340, BüChLi, Mythol. 4.57-63. [3] Dei 2.1595, BATTAGLiA5.648-650. Moretti fantasmón  fantasma fantèda  fant1 FANTERÍA (fantería) s.f. fanteria. Va r.: fantería, fantaría; fanterí (Chironico), fanteríe (Medeglia, Sementina), fenteríe (Gerra Gamb.), infantaría(Soglio), infantería(Sonvico, Castasegna). 1. Per la difésa dala patria ai völ l’armèda. Ala tésta sta l generál ... dòpo végn la suldèda: i suldè da fantería, da cavalería, d’artiliería e d’aviática, per la difesa della patria ci vuole l’esercito. Alla testa sta il generale, poi viene la truppa: i soldati di fanteria, di cavalleria, d’artiglieria e dell’aviazione (Bondo [1]). – insieme delle truppe a piedi, nell’esercito svizzero la fanteria rappresenta da sempre il corpo più numeroso, in risposta all’esigenza di equipaggiare, con una spesa relativamente contenuta, quanti più soldati possibile [2]. 2. entra nel modo di dire andá in fantería, venire sottratto, andare perduto, scomparire: sti incart a gh va ciapái sciá sübit, senò i va in fantería, queste pratiche bisogna evaderle subito, sennò vanno in fanteria: andranno smarrite (Bell.), quéll canuciá l’è ndai in fantería!, quel cannocchiale è stato rubato! (Mendr.). Dall’it. fanteria[3]. Le forme infantaría, infantería corrispondono all’it. infanteria, ormai uscito dall’uso [4]; le var. breg. possono inoltre godere dell’appoggio del rom. infantaria‘id.’ [5]. – il modo di dire ha origine in ambito militare [6] ed è documentato anche oltre confine dove, almeno fra gli alpini, la fanteria ha la nomea di corpo indisciplinato e disordinato [7]. Cfr. anche l’espressione sin. andá in  cavalería. B i b l.: CheRuB. 2.88, MOnTi 74. [1] PiCenOni, QGi 14.206. [2] DSS 4.627. [3] BATTAGLiA5.656. [4] Cfr. BATTAGLiA7.809, CheRuB. 2.303, AnGiOL. 403. [5] DRG 9.9. [6] LuRATi, Dial. e it.reg. 191, n. 164. [7] BeLLATi 530; v. anche BeReTTA-COMOLeTTi 68. Gianettoni Grassi fantescá, -tésca  fant2 fantín  fant1,2 fantisèla  fant2 FANTÒCC (fantč), FANTǗSC (fantǘš) s.m. fantoccio. V a r.: fantòcc; – fantǘsc (Olivone). 1. fantoccio, pupazzo: fè sǘ fantöcc cula név, fare pupazzi di neve (Rossura). – in senso traslato, il termine designa una persona volubile, facilmente influenzabile. 2. A Cimadera è voce scherz. per indicare un soldato. it. fantoccio[1], con la sovrapposizione del suffisso -ūCeu(M) > -ǘsc nella forma di Olivone. L’accezione raccolta a Cimadera (par. 2.) ha verosimilm. origine oltre confine (iMat. VSi la attestano ad es. per il contiguo territorio di Valsolda), e si spiega come deformazione scherz. di fant‘soldato di fanteria’ attraverso l’aggiunta del suff. -òcc con valore spregiativo [2]. B i b l.: [1] Dei 2.1595, DeLi2 560. [2] V. BeLLeTTi, Diz. 1.569, BOnAzzi, Lessico 1.280, BeLLATi 530. Gianettoni Grassi fantolígn  fant1 fantǘsc  fantòcc FANZÒNIGA (fanzniga) s.f. Chiacchiera, pettegolezzo (Poschiavo). Da panzániga, var. di  panzana, con mutamento della tonica favorito da  betòniga ‘bettonica’ e ‘ficcanaso, pettegolo, chiacchierone’ e cambio di iniziale dovuto all’influsso di  fávola1 (cfr.  farábola). Moretti FARÁBOLA (farábola) s.f. Chiacchiera, sciocchezza, fandonia. V a r.: farábola (Lavertezzo, Brione Verz., Gerra Verz.), farábora(Lavertezzo). La voce non risulta dalle inchieste originali VSi ed è riportata unicamente da alcuni più recenti repertori dialettali verz. [1]. il suo scarso adattamento alla fonetica locale, comprovato dalla rotacizzazione di -lcompiutasi solo in una delle varianti di Lavertezzo e peraltro riservata dal compilatore alla sua sola forma

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