Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

361 FASSINA FASSOéRA la medesima sorte (Rovio). – Scaldass cun na fassina, scaldarsi con una fascina: accontentarsi di poco, farsi illusioni (Camorino). – Al gh’a migna tütt i fassinn a técc, non ha tutte le fascine all’asciutto: è un po’ matto (Morbio Inf.). – Varé na fassina da vidásc, valere una fascina di sarmenti: poco, nulla (Grancia). 4.3. Par santa Catarina tira int ra fassina, per S. Caterina (25 novembre) porta dentro la fascina (Aquila [13]), a santa Caterina u s pizza la fassina, a S. Caterina si accende la fascina (Locarno): col sopraggiungere dei primi freddi si inizia ad accendere il fuoco in casa. – A vüstí ona fassina la par na regina, a vestire una fascina sembra una regina (Mugena), vestiss un sciucch u par un ducch, vestiss na fassina la par na regina, vesti un ciocco sembra unduca, vesti una fascina sembra una regina (Verscio): un bell’abito conferisce signorilità anche ai soggetti più sgraziati; – una dòna bén còlta, prima dala fassina la brüsa la tòrta, una donna accorta, prima della fascina brucia la ritorta: consuma prima i beni di minor valore (Stabio). 4.4. ha come soluzione la fassina l’indovinello di Rovio al végn dént in cá e l büta gió quéll che l gh’a sciá, entra in casa e butta in terra quello che porta con sé. 5. Derivati fassiná (Sonvico), fascinaa (Gordevio), fassinaa (Camorino, Verz., Sigirino), fassinèe (Gerra Verz.), infassiná(Davesco-Soragno), infescinaa (Biasca) v. Comporre, legare fascine. fassinada s.f. 1. Fascinata, serie di fascine disposte per consolidare terreni franosi o per formare argini (Cimadera, Viganello, Poschiavo). – 2. Peschiera, trappola per attirare e catturare i pesci (circ. Carona, Ceresio). 1. Doc. «in cima la fasinatametere due Cavaleti con Pasoni et fasine cariche de sassi che sia suficiente» (Lostallo 1746 [14]). fassinatt; fascinatt (Lodrino, Chironico, Gordevio, Roveredo Grig., Soazza), fascinâtt (Corzoneso), fescinatt (Biasca) s.m. 1. Fascinaio, chi fa o vende fascine. – 2. Mietitore che compone e lega i covoni (Torricella-Taverne). – 3. Boscaiolo, taglialegna (Arosio, Bosco Lug.). fassinées.m. 1. Fascinaio, chi fa o vende fascine (Lug.). – 2. Fascinaia, luogo o locale dove si ripongono le fascine (Muggio). fassinéra(Carasso, Gravesano), fassinère (Breno) s.f. Fascinaia, luogo o locale dove si ripongono le fascine. fassinétas.f.Mannellodi spighe, covone (Agno). Dal lat. FASCīNA(M) ‘fascina’ [15]. B i b l.: AIS 3.545, ChERUB. 2.94, MONTI 75. [1] DOSI 3.246. [2] BUSTELLI, Alura 49. [3] LAMPIETTI BARELLA78. [4] SANDRINI 105-109. [5] RAVEGLIA70. [6] PRONZINI, Em poo 206. [7] DSI 6.72. [8] POLI, Tremagg 57. [9] MOMBELLI, Terminol.agric. 20. [10] NESSI, Vite 28. [11] QUADRI-POZZI, Bigorio 128. [12] BüChLI, Mythol. 3.823. [13] RODESINO, Semin.dial. [14] AMARCA, Legname 183. [15] REW 3210, FEW 3.426-427. Moretti fassina fassa fassiná, -nada, -natt, -née, -néra, -néta fassina fassó fassa FASSOÉRA (fasora) s.f. Bastone usato per comporre e trasportare un fascio di fieno. V a r.: fascioéra(Corippo), fassoéra(Verz.), fass’sféra, fassuéra(Lavertezzo), fassuvéra(Brione Verz.), fassvéra(Vogorno). Si tratta di un bastone, generalmente di nocciolo, di circa 80-100 cm di lunghezza, tagliato in modo da risultare provvisto alla base di una breve biforcazione e appuntito al vertice, usato per il trasporto del fieno selvatico falciato in montagna (v. fass1). Quando munito di ritorte o di corde per il trasporto a spalla era detto fassoéra vestida, vestita. Una volta infilatevi le diverse bracciate di fieno, disponendole alternatamente sui due lati dell’attrezzo e pressandole a dovere badando di non ferirsi con la punta che ne sporgeva, le stesse venivano assicurate con un piolo infilato in un foro praticato poco sotto il suo vertice; inferiormente il carico risultava invece trattenuto dalla biforcazione della base. Occorreva quindi procurarsi Fig. 58. La fassoéramunita di bretelle e caricata di fieno (da BINDA59; dis. di F. Binda).

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