Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

230 fÁBrICA fÁBrICA munèda sciünèva e per pudé cuntinuè i lavuréri i s’énn rivòlc a Söi, mentre erano a metà della costruzione, il denaro è venuto amancare e per poter continuare i lavori si sono rivolti a Soglio (Bondo [1]), terégnda fábrica, terreno da costruzione: edificabile (Linescio), sid da fábrica, luogo adatto per costruire (rovio); – piant da fábrica, piante usate per ricavarne legname da costruzione (Broglio), lagnámda fábrica, legname d’opera, da costruzione (Linescio); lign da fábrica e pai dala vigna, par lüna calante, il legname d’opera e i pali della vigna [vanno tagliati] in luna calante (Maggia); doc. «boschi de fabrica» (Bellinzona 1557), dai quali solo i mercanti di legname bellinzonesi erano autorizzati a prelevare legname [2]; legnamée da fábrica, falegname da opera: carpentiere (Davesco-Soragno). 2. Costruzione e manutenzione di un edificio sacro Solo nei paragoni l’è cumè la fábrica dal dóm, è come il cantiere del duomo (Mendrisio), o pèr la fábrica do dóm, pare la fabbrica del duomo (Dalpe) e nel traslato vèss la fábrica del dòm, essere la fabbrica del duomo (Brissago): di un lavoro interminabile; – l’é cumè la fábrica ded san Pédru, è come la fabbrica di S. Pietro in Vaticano: di un lavoro che dura all’infinito (Calpiogna). 3. raramente nel senso di ‘fabbricato, edificio, specialmente se in corso di costruzione’: lamanütenziún di fabrich, la manutenzione dei fabbricati (Balerna). 4. fabbrica, opificio 4.1. Tastaa ul terén par vedée s’u s pò pientaa na fábrica, analizzare le circostanze per vedere se si può impiantare una fabbrica (Camignolo), faa naa inanz na fábrica, mandare avanti una fabbrica (Cugnasco), fábrica da quadréi, fabbrica di laterizi (riva S. Vitale), … da linòleum, di linoleum (Giubiasco), … da bira, di birra (Carasso), … da gazósa, di gazzosa (Mendrisio), … da saón, di sapone (Bellinzona), … de zigall, di sigari (Brissago), la fábrica di caramèll dal Perazzi, la fabbrica di caramelle del Perazzi (Massagno), la Pía … la catava sú la gréissan per mandá vía ala fábrica de cunzèrva, la Pia raccoglieva i mirtilli per mandarli alla fabbrica di conserve (Soazza [3]), a Mendrís gh’è dó fabrich da capéi ma pòch cò, a Mendrisio ci sono due fabbriche di cappelli ma poche teste: poche persone avvedute (Castel S. Pietro). – Il termine può riferirsi anche a laboratori artigianali: la fábrica de mostarda del Marciònn, il laboratorio di produzione di mostarda della ditta di A. Marcionni (Brissago). – La fábrica del gas, l’officina del gas (Vairano). 4.2. Nella Svizzera italiana le prime fabbriche intesenel sensomodernodel termine sono apparse verso la fine dell’Ottocento; prima di allora si registrano alcune realtà protoindustriali (fucine, cartiere, vetrerie, concerie) affiancate da attività artigianali emanifatturiere svolte a domicilio (come ad esempio l’industria della paglia di segale nella Val Onsernone, di cui si ha notizia a partire dalla fine del Cinquecento, per cui cfr. binda, par. 2b) e altre più complesse, ovvero articolate su scala sovraregionale (come l’industria serica, che fino a metà Ottocento ha costituito il ramo imprenditoriale più importante del Canton ticino e della bassa Mesolcina, v.  bigatt1, cavalée) [4]. Grazie all’apertura della galleria ferroviaria del S. Gottardo (1882),ma soprattutto all’introduzione di nuove fonti di energia, l’attivitàmanifatturiera della Svizzera italiana si è fatta sempre più intensa e variegata: tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento l’affermarsi di piccole fabbriche di ogni tipo (birra, gazzosa, paste alimentari, conserve, cioccolato, liquori, sciroppi, zoccoli, cappelli, ombrelli, camicie, cravatte, guanti, fazzoletti, grembiuli, pantofole, componenti per orologi, sigari e sigarette, e ancora vasellame, tappeti, mobili ecc. [5]) nondi radoha fornitoun’alternativa ai lavori agropastorali o all’emigrazione, garantendo a diverse famiglie un’entrata economica stabile. Lamanodopera era spesso costituita da ragazze, anche molto giovani: a dódes ann i ciapava in fábrica aCréva, [nella secondametà dell’Ottocento] a dodici anni le prendevano in fabbrica a Creva [fraz. di Luino] (Monteggio [6]), a quatòrdas ann mí uncuminciaa aná in fábricada zigar aBalèrna, a quattordici anni ho iniziato ad andare inuna fabbrica di sigari a Balerna [La Nazionale] (Vacallo [7]). Daimateriali presenti nell’Archiviodelle fonti orali del CDE sembra emergere una specializzazione di genere: i tròven lavór a Lügán, a Tesseré, i tosann indi fabriche i giovinòtt damüradó, trovano lavoro aLuganoo atesserete, le ragazze in fabbrica e i giovanotti come muratori (Colla [8]), a Sala i gh’éva i fabrich di pietrinn …, i éva quasi tütt dònn; de ómen a sévom sǘ n düü, düü o trii, a Sala c’erano le fabbriche di cuscinetti per orologi, erano quasi tutte donne; di uomini eravamo in due, due o tre (Sala Capr. [9]). Nei primi decenni del Novecento molte ragazze ticinesi hanno assunto incarichi lavorativi presso opifici ubicati oltralpe, dove la retribuzione eramigliore [10]ma lo scotto da pagare, in termini di difficoltà di adattamento, poteva essere rilevante: a sóm naccia a Neuchâtel in la fabbrich dol scicolatt Suchard, sono andata aNeuchâtel presso la fabbricadi cioccolatoSuchard (Cauco), l’è nacia in fábrica aBasiléa, ma l’èmiga stacia fòra n pèzz par vía di usanz de lá lá vía, è andata a la-

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