Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

195 ESPLIChÈ ÈSSA lazione locale risiedeva a Parigi) [2], oppure giunto attraverso il turismo, assai florido a Dalpe e a Prato Lev. negli anni della Belle époque (1895-1914) [3], gli stessi delle inchieste per il VSI. – La forma si è allineata allo sviluppo locale di -ārE. B i b l.: [1] tLf 8.480. [2] frANSIOLI, Dalpe 178. [3] frANSIOLI, Dalpe 176, DOSI 3.20,286, v. inoltre VISCON - tINI, Prato 146-151. Ceccarelli ESPRÈSS (ešprs) s.m. Espresso. V a r.: esprèss; espréss (Osco). 1. Lettera o pacco consegnati direttamente: a mandall cuma esprèss al ta végn a custá un fülmin, se lo invii come pacco espresso ti viene a costare un fulmine: molto (Pregassona); anche come apposizione: dispacc esprèss (Brissago), telegrama espréss (Osco), telegramma espresso. – A Soazza, tassa pagata per l’invio di un telegramma. 2. A Giornico, esprèss, tipo di corsa speciale della diligenza; – l’espréss, il treno espresso (Osco), ta vé a Żürígh? Alura ta cunvégn ciapá l trén di dés, ch’a l’è n esprèss, vai a zurigo? Allora ti conviene prendere il treno delle dieci, che è un espresso (Lugano). – Nel gioco delle bocce, tiro veloce, effettuato rasoterra: esprèss ch’a cifóla cumè l vént, tiro che fischia come il vento (Savosa [1]). – (Ball) esprèss, tipo di ballo a pagamento prenotato da una o più coppie di ballerini (circ. Breno, circ. tesserete, rovio) [2]. È l’it. espresso [3]. – Il dato di Giornico al par. 2., raccolto attorno al 1915 in occasione delle inch. per il VSI, si riferisce verosimilm. a un servizio attivo fra Airolo e Andermatt nel periodo 1909-1921 a scopi turistici e per la popolazione locale [4]. – Il ballo al par. 2. entra nel novero dei balli veloci chiamati significativamente, nel SottoC.,  fülmin ‘fulmine’, saéta ‘saetta’ e, ricorrendo al nome di un mezzo di trasporto moderno, reoplano‘aeroplano’ [5]. B i b l.: ChEruB. 2.73, Giunte 79. [1] fOLEttI, Campagna lug. 75. [2] Cfr. DSI 6.29 n. 121, DOSI 5.229-230 e n. 20, v. anche ASV, Komm. 1. 1326. [3] DEI 2.1545, DELI2 541, DE MAurO 2.947; cfr. tLf 8.497-498. [4] Cfr. WySS, S. Gottardo 120,128, v. inoltre BELLINI, S. Gottardo 131. [5] V. DSI 6.29 n. 121. Ceccarelli ESPÜLSÁ (ešpülsá) v. Espellere. V a r.: espülsá(Mendrisio), espülsaa(torricella-taverne), spulsá(Crana), spülsá(Isone). Espülsaa, espellere dallo Stato (torricella-taverne); spulsò de scòla, espulso dalla scuola (Crana). È il fr. expulser ‘espellere’ [1], introdotto probabilm., al loro ritorno, da lavoratori tic. attivi in zone francofone (nel caso di Crana, una forte emigrazione stagionale si dirigeva verso la francia). B i b l.: [1] tLf 8.408. Ceccarelli ÈSSA (sa) s.f. e m. Esse, lettera dell’alfabeto. V a r.: èss, èssa, èsse. 1. Mangiá l’èssa, mangiare la esse (S. Abbondio), tucaa int in l’èssa, toccar dentro nella esse (Cavigliano): detto di chi pronuncia male la esse; – parlá in èssa, parlare in esse: in modo affettato, lezioso (Cimadera); – come nel caso delle consonanti  èfa, èla, èrae żéta, è stato segnalato l’uso giocoso, da parte delle ragazze, di parlare intercalando a ogni sillaba una sillaba composta dalla esse e dalla vocale della sillaba precedente (tic. [1]). 2. In un indovinello raccolto a Brusio: quai èni i dói miúr èss? Salütt e sòldi, quali sono le due esse migliori? Salute e soldi. – In una storiella umoristica, un padrone ordina alla propria serva di preparare una focaccia per una cena con amici; lei va in cucina, si mette a impastare, infine la porta in tavola. Il padrone, notando che sulla superficie croccante sono incise sette esse, le chiede: «spiégum quii sètt èss che t’ée fai s, dim cossè i vöö dí», «spiegami quelle sette esse che hai tracciato, che cosa significano», e lei: «sübat, sciór padrón: sónt sémpru stacia sua sérva sénza salari», «subito, signor padrone: son sempre stata sua serva senza salario» (rovio [2]). 3. Dalla forma della lettera: i dó èss del violín, le due esse del violino: i due intagli nella cassa di risonanza (Brissago); i èss do fium, le anse del fiume (Breno); – i èss da pastafròla, le esse di pastafrolla: tipo di dolci a base di farina di frumento e burro (Osco, Bedretto, Breno, circ. Pregassona, Lugano, Brusino Arsizio); l’informatrice di Brusino Arsizio rammenta che questo tipo di dolci veniva venduto in occasione della fiera di S. Martino, che si svolge aMendrisio l’11 novembre. – Ná a èss, camminare a esse: barcollare, descrivere una linea serpeggiante mentre si incede (Grono). Dall’it. esse, assunto attraverso l’insegnamento scolastico: èssaè stata inserita morfologicamente fra i so-

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