Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana

245 fAfArINA fAff cie di farfalla dei tigli, fafarina di pomér, farfalla del melo. Dal rom. (mola)fafarina, comp. di fa(3a pers. sing. del v. far‘fare’) e farina[1], amotivo della spolveratura bianca sulle ali [2]. rientrano nel medesimo ambito onomasiologico, tanto più se si tratta di specie con le ali bianche, il logud. fàghe-farìna‘farfalla’ [3] e il giudic. fariné ‘farfalla’ [4]. Il meccanismo denominativo ritorna in termini facenti capo al lat. tardo MOLINārIu(M) ‘mugnaio’, che tipicamente si sporca di farina [5]: cfr. l’eng. muglinér ‘farfalla’ (Val Monastero), v. inoltre i piem. mulinèra, trent. molinèla, sic. mulinaru‘tipo di farfalla bianca’ [6]. B i b l.: [1] hr 1.306. [2] Cfr. GArBINI, Omonimie 466. [3] GArBINI, Omonimie 466, v. anche rEW 3197, WAGNEr, DES 504. [4] SALVIONI-fAré, Postille 3197. [5] rEW5643. [6] GArBINI, Omonimie 466, AIS 3.480 P. 29. Ceccarelli FAFÈ (faf) v. Balbettare, tartagliare (Bedretto). Voce onomat., che si origina da una base *fAffimitativa del soffiare [1], riproducente in questo caso l’idea di un flusso d’aria che passa in modo irregolare. – Per formazioni simili v.  fafegiá, fafiada, farfoiá, cfr. inoltre  cacará, chechená, dardaiá. B i b l.: [1] Cfr. rEW 3411, SALVIONI-fAré, Postille 3411, fEW 3.366-367; v. anche DELt 1.1099 s.v. fáfol. Ceccarelli fafégge  fafegiá FAFEGIÁ (fafeǧá) v. Parlare a fatica, malamente; balbettare. V a r.: fafegiá(Soazza, Cal.), fafesgè (Mesocco), fafisgè (Ludiano), fasfegè, fasfesgè (Mesocco), feflisgiaa (Biasca). 1. Fafesgè, pronunciare, articolare male le parole a causa di difetti nella dentatura (Mesocco), chéll pòver fancín el fafésgia, e s stanta a capill, quel povero bambino balbetta, si stenta a capirlo (Mesocco [1]), o rüva piǘ sciá coi paròll, o feflisgia domè, non riesce più ad articolare le parole, farfuglia soltanto (Biasca [2]); – el fafegiava a parlá, balbettava nel parlare: per il grande spavento (Soazza); a rossa, fafegiá, parlare in maniera sconclusionata, farneticare [3]. – A Mesocco vale anche ‘rabbrividire, tremare, battere i denti per la febbre’. 2. Derivati fafégges.m. Persona che fa fatica a parlare, balbuziente (Landarenca). In particolare, designa chi articola male la esse. fafegións.m. Biascicone che articolamale la esse (S. Domenica). formazione espressiva, da un tema fonosimbolico *fAff- imitativo del soffiare [4], passato qui (attraverso *fafácon il suff. -IDIārEcon funzione frequentativa [5]) ai sensi di ‘soffiare attraverso (in modo irregolare)’, ‘esitare (nel parlare)’, ‘parlare per sillabe ripetute’. Altre voci sorte da questa base, ma con diversa suffissazione, sono ad es. i norm. fafogner‘balbettare, tergiversare’, fafigner ‘esitare’ [6]; cfr. inoltre il friul. fuflâ ‘pronunciar male le parole, in modo che le sillabe escano sibilanti in f’ [7]. La var. fasfesgè di Mesocco fa pensare a un fenomeno di metatesi (forse da *sfafesgè?); var. con -l- (come quella di Biasca) si trovano ad es. anche nel già citato friul. fuflâ, nel vallon. faflote ‘corpuscolo galleggiante in un liquido; cosa senza valore’ e nel valtell. fáfol ‘persona piccola di statura’ [8]. – Il deriv. di S. Domenica si allinea, per la sua formazione, ai sin. betegón, chechenón (rispettivam. deverbali da  betegá e chechená ‘balbettare’), nonché all’it. tartaglione (da tartagliare) [9]. – V. anche  fafè, fafiada. B i b l.: [1] LAMPIEttI BArELLA 98. [2] MAGGINEttILurAtI 91. [3] DEMENGA205. [4] Cfr. rEW 3411, SALVIONI-fAré, Postille 3411, fEW 3.367, v. anche DELt 1.1099. [5] rOhLfS, GrIt. 3.1160. [6] fEW 3.367. [7] NuOVOPIrONA2 354. [8] DELt 1.1099, fEW 3.366-367. [9] Cfr. rOhLfS, GrIt. 3.1095. Ceccarelli fafegión  fafegiá FAFF (fáf) agg. Grasso, molliccio, floscio, inconsistente (Brissago). Grass faff, grasso e floscio, vèss faff comè el mòll di zucch, essere molliccio come la polpa delle zucche: detto di persona troppo grassa e priva di energie. La voce trova un riscontro appena oltre confine, nel vicino borgo rivierasco di Cannobio, dove i Mat. VSI registrano faff‘leggero, fatuo’. – Dallo stesso tema fonosimb *fAff- di fafi‘guscione, castagna vuota’, alla base di altre voci indicanti ‘cose vuote’, ‘senza consistenza’, ‘molli’ [1], come ad es. i fr. fafelu‘grassoccio, paffuto’, norm. fafelu‘gonfio, rotondetto’ [2]; cfr., dai temi paralleli *fOff- / *fuff-, i com. fòfa‘cosa molle e

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