La scuola che verrà - Idee per una riforma tra continuità e innovazione - page 3

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Prefazione
La scuola dell’obbligo ticinese di oggi è una buona scuola,ma può e deve
migliorare. Per farlo deve sapere in parte abbandonare alcuni rigidi sche-
mi del passato e fare passi avanti significativi nel proporsi come luogo
stimolante per docenti ed allievi.
Il progetto che viene presentato con questo documento si prefigge di
affrontare alcuni nodi importanti per la scuola obbligatoria. Lo fa rimet-
tendo in discussione le forme didattiche, una certa organizzazione statica
del tempo scolastico, chiedendo ai docenti maggiore cooperazione, ma
soprattuttoproponendo lepremesse affinché la differenziazionepedago-
gica in un contesto inclusivo divenga la normalità della scuola di domani.
Gli allievi devono poter crescere assieme,ma in questo spazio formativo
di tutti e per tutti devono poter seguire percorsi differenziati, adatti alle
loro diverse risorse personali.
Per conseguire questi obiettivi la scuola ha bisogno del coinvolgimento
attivodi tutti e iomi auguropossa essere tale.Sonofiducioso inundibat-
tito costruttivo, ancheperchémolte ideequi proposte sono state ispirate
da pratiche già oggi esistenti nel nostro Cantone. Si tratta purtroppo di
buone pratiche rimaste isolate, a volte conclusesi con la carriera dei do-
centi che lehanno sperimentate conpassionee impegno, comunquenon
sufficientemente valorizzate. Perché? Perché finora è purtroppomancata
una riflessione sistemica su come fare a generalizzare le buone idee, le
innovazioni che vengono dal basso, le tante cose positive nate dall’espe-
rienza dei docenti.
La scuola deve essere aperta e democratica, una scuola dove anche co-
loro che per condizione sociale sono lontani dalla cultura possano avvi-
cinarsi ad essa grazie ad opportuni accorgimenti pedagogici e con l’aiuto
essenziale dei buoni insegnanti.
Con questo progetto vogliamo migliorare il quadro entro cui avviene
l’apprendimentodegli allievi,affinché tutti loropossano impararemeglioe
costruireun saperepiù solido.E’quanto si attendono i genitori,è l’obietti-
voprofessionaledi tutti gli insegnanti edevepoter diventare il fineultimo
dell’intera nostra comunità, che nella formazione dei suoi giovani si gioca
un bel pezzo del proprio futuro.
Manuele Bertoli
Consigliere di Stato
Direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport
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