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Alla base di questi tre principi vi è un valore importante e fondamentale,
l’
equità
. La nostra scuola intende offrire ad ogni allievo le stesse opportunità
formative, indipendentemente dalla sua condizione socioeconomica e dal-
le sue peculiarità.A questo scopo, strumenti didattici e risorse pedagogiche
sono già presenti nei diversi settori scolastici ma andranno finalizzati inmodo
più preciso.
La scuola prospettata vuole essere una scuola delle pari opportunità, in cui
le differenze, in particolare tra gli allievi migliori e quelli più deboli, non costi-
tuiscano un ostacolo e la qualità dell’apprendimento sia perseguita coeren-
temente in tutti gli istituti scolastici. È evidente che mediante tale approccio
si intendono valorizzare sensibilmente le prestazioni di tutta la popolazione
scolastica, sia degli allievi che raggiungono più facilmente gli obiettivi formativi
sia degli altri, attraversoopportunità formative differenziate.
Naturalmente una scuola basata su questi principi è una scuola impegnativa.
È impegnativa di certo per gli insegnanti, chiamati a gestire quotidianamente
tale eterogeneità nelle loro aule, ed è una scuola certamente esigente anche
per gli alunni, invitati a mettersi in gioco e a partecipare attivamente alla co-
struzione del proprio sapere. Proprio per questa ragione risulta importante
avviare una riforma di carattere pedagogico e strutturale.
Va detto che tutti gli indicatori disponibili mostrano come la scuola ticinese
abbia saputo finqui realizzare i propri obiettivi, garantendo ai propri alunni un
livello di equità eccellente, sia sul piano svizzero sia su quello internazionale.
Riguardo alle prestazioni, le prove internazionali comparative finora realizzate
indicano un livello paragonabile o superiore alla media internazionale (a di-
pendenza delle discipline valutate),ma inferiore allamedia svizzera.
Tale situazione, lungi dallo scoraggiare l’adesione al modello inclusivo, ci chia-
ma ad analizzare meglio il nostro funzionamento. Infatti, è risaputo come i
paesi che ottengono lemigliori prestazioni diano inmolti casi anche prova di
un elevato grado di equità. L’obiettivo principale di questa riforma è dunque
quellodi cercaredi portare la scuoladell’obbligo ticinese aduno sviluppo che,
mantenendone l’equità,nemigliori anche gli esiti formativi permettendo a tut-
ti gli allievi di sviluppare le loro potenzialità e riducendo inmodo significativo
l’insuccesso scolastico per quelli più deboli.
Per raggiungereoperativamente gli obiettivi sopra enunciati e soprattuttoper
fare in modo che tutti gli allievi possano davvero apprendere in maniera ef-
ficace, occorre incentivare la
differenziazione pedagogica
e la
persona-
lizzazione
dei percorsi formativi,modalità ampiamente praticate che hanno
dato prova di successo in vari contesti.
Questo approccio implica l’uso di strategie pedagogiche e organizzative che
permettanodi facilitare la gestionedella diversità in aula, garantendo contem-
poraneamente unmiglioramento dell’apprendimento di tutti.
La differenziazione pedagogica è già stata oggetto di molte sperimentazioni,
come nel caso della Riforma 3 della scuola media. Gli studi hanno tuttavia