Produzione e caratteristiche
Gli oppiacei (oppio, morfina, eroina) vengono estratti dalla pianta del papavero. Vengono praticate delle incisioni nella capsula che contiene i semi, scola il latice, il quale, dissecato, prende il nome di oppio, che viene poi chimicamente trasformato in eroina e in morfina. In medicina, la morfina viene utilizzata come analgesico sotto differenti nomi.
Effetti
Gli oppiacei hanno un forte effetto anestetico. Poco dopo la loro assunzione, le percezioni negative (dolore, sensazioni di vuoto, preoccupazioni, ecc.) spariscono completamente. Segue un breve momento di intenso benessere.
Dipendenza
L’uso cronico degli oppiacei porta i neuroni dei sistemi regolati dalle endorfine a delegare alla droga le funzioni di controllo. Essi divengono di fatto incapaci di agire senza la presenza di sostanza tossica. Ciò comporta una progressiva riduzione di risposta alla droga e una necessità di continuo apporto esterno di oppioidi per permettere il normale funzionamento dei sistemi endorfinici, cioè la dipendenza fisica. Per tale ragione la brusca interruzione dell’uso prolungato di sostanze oppiacee (20-25 mg. di sostanza attiva al giorno per quattro settimane) provoca l’insorgere della crisi di astinenza. Con il termine "sindrome di astinenza" possono intendersi due distinti momenti, l’uno che costituisce essenza fisica dell’astinenza e l’altro che, legato alla dipendenza psicologica dalla pratica tossicomanica, costituisce il periodo più sensibile alla ricaduta.