Esiste da molto tempo il fenomeno che vede un/una malintenzionato/a chiamare fingendosi collaboratore o collaboratrice di un’azienda informatica e affermare che il computer è stato infettato e deve essere riparato. I finti operatori del supporto tecnico chiamano le persone in modo casuale, asserendo di non conoscere la configurazione del computer dell’interlocutore/trice. In questi casi, infatti, gli autori o le autrici vogliono principalmente convincere le vittime a scaricare un software di accesso remoto o programma di accesso remoto, che consente loro di accedere al computer per aprire le porte a ulteriori attività criminali.
Dalla fine di giugno il Centro nazionale per la cibersicurezza (NCSC) ha ricevuto numerose segnalazioni relative a una variante della truffa della falsa assistenza, che inizia con una telefonata da parte di una presunta autorità di polizia. Una voce generata al computer informa le vittime che i loro dati bancari personali sarebbero collegati a un reato e che per ottenere ulteriori informazioni devono premere il tasto 1. Sebbene inizialmente il modus operandi non sia del tutto chiaro, dalle segnalazioni di utenti si evince che, nel caso in cui venga richiamato il numero, s'invita a scaricare un software (programma) di accesso remoto, che autorizza il truffatore o la truffatrice a prendere il controllo a distanza del computer della persona presa di mira. Anche in questo caso gli autori cercano di convincere la vittima ad accedere al conto di e-banking. Una volta ottenuto l’accesso, i truffatori o le truffatrici attivano pagamenti in background attraverso il software (programma) di accesso remoto.