Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Comunicato stampa

Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport

11 giugno 2024

Comunicato stampa

Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport

11 giugno 2024

Conferenza stampa di fine anno scolastico 2023-2024

L’anno scolastico che per 55mila allieve e allievi si sta per concludere, i dossier in corso e gli impegni che verranno sono stati al centro della tradizionale conferenza stampa di metà giugno, tenutasi oggi a Bellinzona


Il 2023-2024 è stato il primo anno scolastico interamente sotto la guida della Consigliera di Stato e direttrice del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, Marina Carobbio Guscetti che, incontrando i media, ha ricordato come esso sia stato improntato all’ascolto e al dialogo al fine di migliorare ulteriormente il sistema scolastico ticinese, facendo tesoro degli impulsi provenienti da chi la scuola la fa e la vive.

Non si è trattato tuttavia di un anno semplice. Marina Carobbio ha evidenziato l’importante discrepanza tra i fenomeni emergenti – il disagio giovanile, la salute mentale, l’assenteismo scolastico… –  e le risorse disponibili per farvi fronte. È trascorsa poco più di una settimana dall’episodio verificatosi alla Scuola cantonale di commercio di Bellinzona che ha comprensibilmente destato preoccupazione. È doveroso evitare di trarre conclusioni generali da casi singoli, ma le manifestazioni di disagio da parte delle e dei giovani, anche stando a chi la scuola la vive e la fa tutti i giorni, sono sempre più numerose e frequenti. Si tratta di un fenomeno che tocca trasversalmente tutta la società, che deve interrogarci, e che deve essere affrontato da tutte le istanze educative, coinvolgendo in primis le famiglie. Benché gestirlo non sia il ruolo principale della scuola, sempre più spesso le direzioni scolastiche e il corpo docente sono chiamati a farsene carico, andando anche al di là del proprio compito. Ciò va evidenziato e riconosciuto.

Proprio per poter rispondere alle esigenze della società, per una società più coesa, il dipartimento sta continuando a lavorare su concetti chiave quali quelli di accoglienza, equità, inclusione, parità. Carobbio ha voluto ribadire quanto indicato a inizio anno, citando la Legge sulla scuola stessa: “La scuola pubblica è un’istituzione educativa al servizio della persona e della società. Tale deve essere, senza esclusioni, con una vera uguaglianza di opportunità, nell’interesse dell’intero cantone”. Si tratta “di garantire un accesso equo a un’istruzione inclusiva e di qualità per tutte le allieve e tutti gli allievi, indipendentemente dalla situazione sociale ed economica; una scuola capace di accogliere tutte le diversità, tema che è stato oggetto anche della prima sessione parlamentare cantonale delle persone con disabilità della scorsa settimana”.

Investimento nella formazione professionale
Paolo Colombo, direttore della Divisione della formazione professionale, ha fornito le cifre di fine anno relative al settore. Due giovani su tre nel post-obbligo si stanno formando nei venti Centri professionali distribuiti sul territorio cantonale per un totale di 12mila persone in formazione. Sono in corso gli esami nella formazione professionale di base; presto ci saranno 2'800 nuovi professionisti e professioniste con un attestato federale di capacità (AFC) o un certificato di formazione pratica (CFP). Sotto esame anche 400 allievi e allieve delle dieci scuole specializzate superiori cantonali.

Colombo ha ricordato come nell’anno scolastico 2023-2024 abbiano preso avvio il nuovo apprendistato di "sviluppatore/trice di business digitale AFC" e la formazione di “meccatronico/a degli impianti di trasporto a fune AFC”, quest’ultima prima possibile solo in Svizzera interna. Sono inoltre entrate in vigore le nuove ordinanze e i nuovi piani di formazione degli “impiegati e delle impiegate di commercio AFC” e degli “impiegati e delle impiegate di commercio CFP”. La Divisione della formazione professionale, insieme ai suoi partner, sta lavorando da mesi per preparare l’anno scolastico 2024-2025, anche in vista dei nuovi apprendistati professionali nel settore del solare (“installatore/rice di impianti solari AFC” e “montatore/trice di impianti solari AFC”) e di quello nel settore della mobilità di “agente dei trasporti pubblici AFC”.  

Una delle sfide? La promozione della parità di genere, al fine, tra l’altro, di contrastare gli stereotipi, ancora molto presenti, facendo in modo che la scelta del percorso formativo e professionale sia il più consapevole possibile. Di ispirazione la storia di Siria, apprendista selvicoltrice, al centro di uno dei video realizzati con RSI Edu.
Ad aiutare affinché le scelte siano “pienamente informate”, sono le attività promosse in collaborazione con l'Ufficio dell'orientamento scolastico e professionale e la Città dei mestieri della Svizzera italiana attraverso il progetto Millestrade, la fiera delle professioni diffusa sul territorio che durante l’intero anno permette a giovani e famiglie di scoprire il mondo della formazione professionale in Ticino. Questo progetto, che coinvolge tutti i partner della formazione professionale in Ticino e che il Consiglio di Stato ha recentemente confermato fino al 2027, è un elemento strategico importante e innovativo nell’ambito della promozione della formazione professionale, in particolare dell'apprendistato in azienda. Nel 2023-2024 sono state organizzate una ventina di porte aperte dei centri aziendali e professionali, che hanno registrato la presenza oltre 2'000 visitatori, tra giovani, loro famigliari e adulti. Durante la Settimana nazionale della formazione professionale, dal 13 al 17 maggio, oltre 1'200 allievi e allieve di 13 sedi di scuola media del Luganese hanno partecipato alla prima edizione dell'Orientexpress, in viaggio verso la scelta, una giornata alla scoperta delle professioni, presentate da 16 aziende del territorio.

Forniti infine da Colombo i primi risultati intermedi della campagna di collocamento per l’anno scolastico 2024-2025, risultati che confermano la tendenza positiva degli scorsi anni. Si tratta però di dati parziali. Le prossime settimane saranno determinanti, visto che molti contratti sono sottoscritti dopo la conclusione dell'anno scolastico. Un aggiornamento sui posti di apprendistato, sulle scelte dei giovani e delle giovani che si apprestano a concludere la quarta media e sulle prospettive lavorative e formative degli apprendisti e delle apprendiste all’ultimo anno della formazione di base è previsto per metà luglio.  

Prevenzione e gestione di comportamenti inadeguati, primo bilancio
A un anno di distanza dall’emanazione delle Direttive sui comportamenti inadeguati nelle scuole cantonali, il DECS ha stilato un primo bilancio. Sono quindici le segnalazioni giunte alle sezioni di riferimento durante l’anno scolastico 2023-2024 (ritenuto che il corpo docenti conta 4'800 persone). Sette di esse hanno portato a richiami, una a un ammonimento, ha indicato Giorgio Franchini, capo della Sezione amministrativa. Il nuovo strumento rappresentato sembra dunque avere un’utilità effettiva.
Le Direttive sono affiancate da altre misure quali il perfezionamento della procedura di selezione delle direttrici e dei direttori delle scuole cantonali. Il DECS sta al tempo stesso lavorando a un accompagnamento specialistico a sostegno delle direttrici e dei direttori confrontati a casi di comportamenti inadeguati come pure a una formazione per il personale dirigente e docente. Resta naturalmente di fondamentale importanza – è stato ricordato – agire anche a livello preventivo.  

Processi in corso nella scuola dell’obbligo
L’anno scolastico 2023-2024 è stato caratterizzato da numerosi processi di innovazione avviati alcuni mesi or sono e attualmente in corso, come la sperimentazione sul superamento dei corsi A e B, oppure – oggetto nei mesi passati di forme di coinvolgimento e consultazione –  l’anticipo dell’insegnamento del tedesco in prima media, il progetto di nuova Legge delle scuole dell’obbligo o, ancora, la pausa meridiana nella scuola dell’infanzia, ha evidenziato il direttore della Divisione della scuola e coordinatore del DECS, Emanuele Berger.

La possibilità per le e i docenti di scuola dell’infanzia di beneficiare di un momento di pausa durante il pranzo era stata introdotta nel 2021-2022. In seguito alle numerose segnalazioni ricevute nel corso dei primi anni di applicazione, che mettevano in evidenza la difficolta nel reperire personale idoneo a sostituire i e le docenti, sono stati consultati i portatori di interesse scolastici cantonali e comunali per identificare criticità e possibili soluzioni. La consultazione ha permesso di elaborare alcuni correttivi che hanno portato a una modifica di regolamento cosicché sia più facile la ricerca delle e degli operatori della pausa meridiana e al tempo stesso vi sia una sufficiente continuità pedagogica ed educativa durante la refezione (refezione che, nella scuola dell’infanzia, è un momento educativo a tutti gli effetti). Il regolamento permetterà ora maggiore flessibilità rispetto ai profili richiesti. In aggiunta, sarà introdotta una formazione specifica affinché operatrici e operatori della pausa meridiana possano essere messi nelle condizioni di garantire una sufficiente continuità pedagogica ed educativa nella gestione del periodo di pausa del o della docente. L’obiettivo è raggiungere nel corso del prossimo anno scolastico una diffusione omogenea ed equa della pausa meridiana nelle scuole comunali e favorire in questo modo il benessere lavorativo dei e delle docenti della scuola dell’infanzia.

Merita un accenno – ha aggiunto Berger – un tema emerso con forza nel corso dell’anno scolastico che sta per chiudersi: l’intelligenza artificiale. L’apparizione di strumenti quali Chat GPT o Gemini ha confrontato la scuola con le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale e con i rischi e le derive – anche etiche – che questa tecnologia può generare. Grazie alla costituzione di un apposito gruppo di lavoro (nel quale sono rappresentati, oltre ai portatori d’interesse scolastici, anche la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), il Dipartimento formazione e apprendimento/Alta scuola pedagogica (DFA/ASP), la Scuola universitaria federale per la formazione professionale (SUFFP) e l’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale USI-SUPSI), sono stati identificati alcuni ambiti ai quali la scuola deve portare particolare attenzione: la formazione di insegnanti, dirigenti scolastici e di allievi e allieve; lo sviluppo di raccomandazioni didattiche; la proposta di buone pratiche; l’offerta di strumenti tecnologici adeguati, come ad esempio i software anti-plagio; il rafforzamento di attività legate all’uso consapevole delle tecnologie e, più in generale, allo sviluppo di uno spirito critico nei confronti degli strumenti digitali. Se da una parte in Ticino alcune e alcuni docenti stanno sperimentando l’applicazione di strumenti di intelligenza artificiale nei processi di insegnamento e apprendimento, d’altra parte si osserva un incremento nell’uso dell’intelligenza artificiale da parte di allieve e allievi, soprattutto nel settore del post-obbligo. La tendenza è oggetto di un’attenta osservazione per assicurare che l’intelligenza artificiale sia utilizzata a supporto dell’apprendimento, in modo positivo ed educativo.  

Inclusione e accessibilità
Il progetto portato avanti dal gruppo di lavoro “Ripensare l’inclusione” raggiunge un obiettivo intermedio importante. È stato finalizzato e presentato pubblicamente il documento Inclusione e accessibilità nel sistema scolastico ticinese che offre una visione e una definizione aggiornate di sistema scolastico inclusivo e accessibile.

Il Ticino – ha indicato il capo della Sezione della pedagogia speciale, Mattia Mengoni – è già molto attento alle necessità di allievi e allieve con bisogni educativi particolari e, da anni, favorisce percorsi di integrazione e di inclusione. La sfida che gli attori scolastici sono oggi chiamati ad affrontare è di capitalizzare le esperienze accumulate negli anni rispetto ai diversi sostegni erogati e alla pedagogia specializzata.

Le analisi e le valutazioni svolte nell’ambito del progetto “Ripensare l’inclusione” hanno permesso di identificare quattro dimensioni fondamentali per favorire lo sviluppo di un sistema scolastico inclusivo e accessibile: la flessibilità delle misure, la differenziazione didattica, la formazione del corpo insegnante e la cultura di istituto.

Sul piano organizzativo, di fronte all’attuale sistema complesso e stratificato, la via suggerita dal gruppo di lavoro “Ripensare l’inclusione” è quella di una gestione coordinata dei sostegni, sulla base di una visione di insieme delle prestazioni, favorendo maggiore continuità e coerenza nella definizione dei bisogni di allievi e allievi. Una gestione coordinata, oltre a garantire una migliore erogazione delle prestazioni, permette di ridurre le pratiche amministrative facilitando i flussi di richiesta e favorendo una migliore efficienza.

Da settembre, il progetto su cui ha lavorato il gruppo di lavoro “Ripensare l’inclusione” entrerà progressivamente nella fase di implementazione, anche con l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili. L’aumento della complessità delle situazioni, dell’eterogeneità degli allievi e delle allieve che la scuola accoglie, ma anche delle situazioni di fragilità, impone una riflessione. Con il progetto in corso sarà possibile dare una risposta efficiente e adeguata, sia in termini di proposte didattiche e pedagogiche sia in termini di risorse. Il nuovo approccio permetterà tra l’altro di dedicare maggiori attenzioni al passaggio anche al post-obbligo, un momento particolarmente delicato per chi ha bisogni educativi particolari.  

Investimento sul futuro
Questo approccio “permetterà di affrontare meglio anche situazioni di disagio”, ha ribadito la direttrice del DECS, Marina Carobbio Guscetti, che è voluta tornare sul fenomeno che preoccupa il mondo della scuola. Vari gli sforzi in atto su questo fronte. “Il DECS, assieme al Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), nell’ambito di un tavolo di dialogo, sta definendo nuovi ambiti di intervento per far fronte al disagio giovanile, favorendo nel contesto scolastico un accompagnamento adeguato delle allieve e degli allievi come pure delle loro famiglie”. Queste operazioni – gli sviluppi sul fronte dell’inclusione, il tavolo di dialogo DECS-DSS – permettono “di utilizzare al meglio le risorse oggi disponibili. Le risorse, per lo meno quelle attuali, vanno però garantite. Ciò detto, se si vuole tuttavia continuare a poter rispondere alle esigenze e alle fragilità, ai disagi, è innegabile che prima o poi serviranno più risorse e il personale necessario. Sappiamo anche che prima si interviene, meglio è: per i bambini, le bambine, i giovani interessati, le famiglie e per la società tutta; più difficile e oneroso farvi fronte tardi. È un investimento sul futuro, si tratta di prevenire marginalità ed esclusione”.

Un sincero ringraziamento, per finire, è stato espresso dalla direttrice del DECS a chi lavora in seno al dipartimento, alle direzioni, alle e ai docenti, a tutto il personale scolastico, per il grande investimento dimostrato in tempi non facili, come pure ai vari partner della scuola. Allievi, allieve – con le loro famiglie – sono stati a loro volta ringraziati per l’impegno profuso e invitati ad approfittare dell’estate per ricaricarsi, per riprendere le forze.