Davide con la testa di Golia

Giuseppe Antonio Petrini

(Carona 1677 - ivi 1759 ca)

Pittore e frescante ticinese, si formò tra Genova e Torino presso la bottega di Bartolomeo Guidobono, esimio pittore della corte sabauda. La sua carriera cominciò in Valtellina e in breve tempo riuscì a imporsi a pieno titolo anche sulla scena artistica della sua regione natale, dove fu presente tra gli anni 1695 e 1739. Qui entra in contatto con l'Ordine somasco che professava ideali legati al riformismo religioso e sociale. Tramite l'Ordine riuscì ad ottenere ed eseguire importanti lavori anche a Como, Bergamo e Pavia, tutti risalenti agli anni ‘50. Ma il Petrini, che nel frattempo aveva avviato una sua bottega, era apprezzato anche da committenti pubblici e privati, lontani dall'ambiente somasco, che richiedevano al caronese opere destinate sia agli altari di diverse chiese del Canton Ticino sia a collezioni di illustri privati. Già nelle opere giovanili si ravvisa un artista maturo, consapevole dei propri mezzi pittorici. I suoi quadri rivelano la conoscenza e lo studio di un repertorio diversificato di modelli, in particolar modo del naturalismo sviluppatosi in centro Italia durante i primi anni del Seicento. Dapprima influenzato dal Caravaggio, si avvicinò in seguito al barocchetto veneto per adottare infine forme molto plastiche. La sua opera, composta principalmente da scene sacre, ritratti e allegorie, rimane comunque sempre molto personale.
Lo studio del percorso artistico di Petrini presenta ancora oggi difficoltà sia a causa della scarsità di opere datate, sia a causa delle molte repliche, in genere di buona qualità, dovute in parte alla sua fiorente e abile bottega.
Appartengono alla collezione della Pinacoteca Züst una quindicina di opere di quest'artista, tra le quali spiccano per bellezza e notorietà Davide con la testa di Golia e la pala di Brusimpiano Madonna col Bambino, sant'Andrea, l'Angelo Custode e il san Giovannino, entrambe provenienti dalla collezione dell'illustre famiglia luganese dei Luvini Perseghini.

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