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L'incanto del paesaggio

Disegno, arte, tecnologia Naturalisti, geografi, storici dell’arte nel Ticino del passato prossimo

Dal 13.11.2021 al 25.04.2022

A cura di Paolo Crivelli, Giulio Foletti, Filippo Rampazzi

Tra la metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento il territorio del Cantone Ticino è stato gradualmente scoperto e descritto da molti naturalisti e uomini di scienza, da geografi, fotografi, pittori, storici dell’arte: essi hanno percorso e analizzato, sia con gli strumenti scientifici, sia attraverso quelli tecnici propri della loro epoca e del loro mestiere (il disegno, il rilievo morfologico, l’incisione, la fotografia, la pittura ad olio…) il paese in cui vivevano e operavano.
Questa esposizione vuole illustrare gli sforzi e le tecniche utilizzate da coloro che, a partire da metà Ottocento, guardarono e interpretarono con occhi nuovi e nuovi strumenti di indagine il loro territorio.
Nacquero così le prime elaborazioni cartografiche, le carte topografiche Dufour e Siegfried.
Qualche tempo dopo si lavorò ad un’iniziale catalogazione dei monumenti più significativi esistenti sul territorio, sotto l’impulso del padre della storiografia artistica elvetica Johann Rudolf Rahn, coadiuvato dal suo aiuto, l’architetto Hermann Fietz, di cui sono esposti una serie di disegni, che illustrò e rilevò con oggettività e precisione non solamente i monumenti maggiori, ma anche il contesto e il paesaggio che li accoglieva.
Con uguale acribia operarono anche i primi naturalisti – tra tutti non si può non ricordare Luigi Lavizzari, uomo di scienza ma anche politico – che descrissero con attenzione le componenti del paesaggio naturale raccogliendo e catalogando i più differenti materiali.
Alcuni aspetti particolarmente significativi del territorio ticinese vengono infine rappresentati attraverso gli occhi dei pittori, che interpretarono e diedero un nuovo significato a questi paesaggi: dai più celebri Fontanesi, Luigi Rossi, Berta, Franzoni, Longoni, ai meno noti Zaccheo, Patocchi, Regina Conti, Maccagni, Buzzi.
Chiude l’esposizione uno sguardo, inevitabile, sul futuro. Una postazione presenta inedite riprese con i droni e la loro elaborazione attraverso un modello in 3D.


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