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Emilio Oreste Brunati (1883-1968)

Lo sguardo oltre il ritratto

Dal 15.05.2011 al 21.08.2011

A cura di Simona Ostinelli

Vi sono artisti che inspiegabilmente rimangono impigliati nelle maglie della Storia, come il pittore e scultore Emilio Oreste Brunati (1883–1968): questa è la prima retrospettiva che gli viene dedicata. Nato a Milano ma trasferitosi giovanissimo a Lugano con la famiglia, Brunati studia fra Coira, Milano e Lugano ed è allievo di Giuseppe Mentessi, Antonio Barzaghi Cattaneo e dello scultore Luigi Vassalli.

La mostra offre l’occasione di ripercorrere le tappe salienti del percorso di Brunati attraverso un’ampia selezione di opere provenienti da musei e collezioni private. Maestro nella tecnica del pastello, dopo una prima fase legata alla pittura di storia e al verismo ottocentesco, nei primi anni del Novecento diviene celebre come ritrattista della borghesia locale. Nel suo lungo percorso dipinge anche nature morte e paesaggi, trovando riferimenti tra gliepigoni di CesareTallone. Col passare degli anni la sua maniera si fa sempre più libera e la tavolozza diventa sempre più accesa. Come scultore, Brunati è influenzato da un verismo a volte ingentilito da accenti liberty ed esegue bassorilievi, busti e medaglioni, oltre a numerosi monumenti commemorativi e funerari, molti dei quali ancora visibili al Cimitero di Lugano. Esposta anche una selezione di sculture di piccolo e medio formato in bronzo e in gesso, fra i quali spiccano il Busto di Ambrogio Brunati e il Ritratto dell’aviatore Pierino Primavesi.

La rassegna, curata da Simona Ostinelli, si avvale di un testo di Giuseppe Curonici e della preziosa collaborazione di Alida Brunati, figlia dell’artista. Il catalogo che la accompagna documenta per la prima volta l’intera vicenda di Emilio Oreste Brunati, offrendo al contempo una ricostruzione del suo percorso espositivo, dalle mostre ticinesi alle occasioni internazionali a Zurigo, Ginevra, Milano e Venezia. L'artista intrattenne legami di amicizia con medici e consiglieri dell'Ospedale Italiano di Lugano, che portarono a numerose commissioni di opere: in ricordo di questo circolo di conoscenze l'Associazione Ospedale Italiano di Lugano ha concesso il proprio contributo alla mostra.


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