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Divina creatura

La donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento

a cura di Mariangela Agliati Ruggia, Sergio Rebora e Marialuisa Rizzini

pp. 264, CHF 30.-

Sculture e dipinti affascinanti, una sequenza di ventagli d’autore e un nucleo di preziosi abiti d’epoca, per raccontare il secondo Ottocento dal punto di vista delle donne, che diventano ora protagoniste anche al di fuori delle pareti domestiche. La mostra e il catalogo Divina creatura illustrano questo felice momento storico ricorrendo alle testimonianze che i grandi artisti – tra cui ricordiamo Boldini, Segantini, Previati, Ciseri, Vela, Feragutti Visconti, Luigi Rossi, Mosè Bianchi, eccetera – ci tramandano attraverso le loro opere, e soprattutto attraverso il ritratto su commissione. Spesso i modelli sono rappresentati da donne simbolo e da figure appartenenti all’aristocrazia internazionale che si sono distinte grazie alla propria eleganza. 

Un’apposita sezione è dedicata alla contessa Carolina Maraini-Sommaruga (1869-1959), con ritratti – eseguiti da Corcos, Boldini e Marino Marini –, mobili e suppellettili a lei appartenuti. Moglie dell’industriale luganese Emilio Maraini, al quale si deve l’introduzione della coltivazione intensiva della barbabietola da zucchero in Italia, Carolina è una donna intelligente e raffinata, che intrattiene rapporti con le personalità più in vista dell’epoca e si dedica con passione alla filantropia e all’emancipazione femminile. 

In mostra e sul catalogo sono presentati infine una quindicina di affascinanti abiti d’epoca, che testimoniano come l’attenzione alla moda, condivisa dagli artisti e dalle committenti, fosse dettata da una ricerca di bellezza ed eleganza che solo i vestiti più aggiornati potevano assicurare, e anche la forte consapevolezza dell’importanza dell’abito quale mezzo di comunicazione e di affermazione sociale.



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