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Sylva Galli (1919-1943)

e le artiste del suo tempo

Mariangela Agliati Ruggia e Giulio Foletti, con la collaborazione di Alessandra Brambilla

pp. 112, CHF 22.- / EUR 22.-

Originaria di Bioggio, Sylva Galli (1919-1943) sviluppa la sua carriera su un breve arco di tempo a causa della prematura scomparsa a soli 23 anni.
Dopo una formazione alle Scuole di disegno di Lugano, frequenta il Technicum di Friborgo e l’Akademie Wabel, una scuola privata di nudo e di paesaggio aperta nel 1939 a Zurigo nello studio di Henry Wabel (1889-1981), orientando così la sua pittura anche all’esterno del territorio ticinese. I generi da lei trattati vanno dalle nature morte ai ritratti ai paesaggi, agli interni, ai nudi, nei quali esprime una vena artistica già matura nonostante la giovane età.
Due sue opere sono conservate nelle collezioni di Palazzo Pitti a Firenze, una alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma; le altre, ad eccezione di alcuni pezzi importanti di proprietà del Museo d’arte della Svizzera italiana (Lugano), sono custodite ancora oggi dai discendenti.
A corredo della sua produzione si è voluto volgere lo sguardo sull’attività di alcune delle artiste che operarono ai tempi della Galli e che tentavano di affermarsi in questo campo, doppiamente difficile per una donna, nel ristretto Ticino dove si combatteva ancora con la povertà.
L’intento è quello di offrire un primo sguardo su figure che hanno compiuto studi non solo da autodidatta e hanno partecipato ad esposizioni, cercando di fare dell’arte la propria professione: Regina Conti, Anna Baumann-Kienast, Irma Bernasconi-Pannes, Mariangela Rossi, Germaine Chiesa-Petitpierre, Simonetta Chiesa, Anita Nespoli, Irma Giudici, Russo, Anita Spinelli, Margherita Osswald-Toppi, Rosetta Leins, Adelaide e Valeria Borsa.



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