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Il progetto di riforma della scuola dell’obbligo La scuola che verrà è frutto di una lunga fase di ideazione iniziata nel 2013. Il modello che il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) intende sottoporre a sperimentazione è stato elaborato sull’arco di quattro anni e sottoposto a ripetute consultazioni e modifiche. Il continuo confronto tra proposte, critiche e controproposte ha portato a una profonda revisione del modello inizialmente previsto. Nel corso del mese di marzo del 2018 il Parlamento, su indicazione della maggioranza della Commissione speciale scolastica, ha approvato il credito per la sperimentazione.
Creazione di un gruppo di lavoro che elabora le basi concettuali per una riforma della scuola dell’obbligo (scuola dell’infanzia, scuola elementare e scuola media). Le idee sono pubblicate nel rapporto intitolato La scuola che verrà. Idee per una riforma della scuola dell’obbligo tra continuità e innovazione.
Il rapporto è sottoposto a una prima consultazione rivolta agli attori scolastici e proposta anche attraverso una modalità online. Le informazioni raccolte attraverso le prese di posizione e le risposte al questionario digitale sono presentate nella Sintesi della prima fase di riflessione collettiva.
Sulla base dei riscontri raccolti durante la consultazione le idee esposte nel primo rapporto sono rielaborate e pubblicate nel secondo rapporto intitolato La scuola che verrà. Proposte per una riforma della scuola dell’obbligo tra continuità e innovazione. Tra le proposte, è inclusa una fase di sperimentazione da svolgere in un numero limitato di istituti scolastici sull’arco di 3/4 anni.
È lanciata una seconda consultazione aperta sia agli attori scolastici che al pubblico, nuovamente svolta attraverso i canali delle prese di posizione e del questionario online. La consultazione è accompagnata dalla presentazione e discussione delle proposte del progetto di riforma con tutti i docenti della scuola dell’obbligo. Gli esiti della consultazione sono sintetizzati nel Rapporto sulla seconda consultazione.
Sulla base dei riscontri raccolti nel corso della seconda consultazione e durante gli incontri avuti con il corpo insegnante, il DECS sottopone al Consiglio di Stato un modello di riforma nuovamente rivisito e ampiamente modificato. L’Esecutivo licenzia allora il Messaggio governativo n. 7339 che chiede al Parlamento l’approvazione del credito per la sperimentazione. Il Messaggio, che presenta in sostanza il modello da sottoporre a sperimentazione, è oggetto dell’esame della Commissione speciale scolastica del Parlamento.
La Commissione speciale del Parlamento presenta un rapporto di maggioranza favorevole all’assegnazione del credito per la sperimentazione e un rapporto di minoranza invece contrario. Il rapporto di maggioranza, che introduce nuove modifiche al modello descritto nel messaggio governativo, è approvato dal Parlamento durante la seduta del 12 marzo. Nelle settimane successive è lanciata la raccolta delle firme per il referendum "No allo smantellamento della Scuola pubblica ticinese!".
La Cancelleria dello Stato dichiara riuscito il referendum contro il decreto legislativo concernente lo stanziamento di un credito quadro di fr. 6'730'000.- per il finanziamento della sperimentazione del progetto La scuola che verrà. Il numero delle firme convalidate è 9'414 mentre la data della votazione popolare è fissata al 23 settembre.