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Ultime scoperte

Bellinzona-Claro, località Duno: insediamento e sepolture multiepocali (2020-2021)

L'area indagata è situata lungo la via Internati 1939-1945, non lontano dai ruderi del Castello dei Magoria. Le ricerche, sotto la direzione di Gabriele Giozza, InSitu SA, hanno permesso di mettere in luce cinque fasi di occupazione, comprese tra l'età del Bronzo e l'epoca medievale.

La fase più antica (fase I) è costituita da una serie di strutture, buche di palo e focolari, accompagnati da una notevole quantità di reperti ceramici, databili all'età del Bronzo che segnalano la presenza di un abitato.

La fase successiva (fase II) vede la costruzione nell'età del Ferro di un grande terrazzamento sul quale sono in parte visibili i resti di un edificio, le cui pareti erano costituite da una serie di pietre poste di piatto e di taglio, usate come sostegno per le travi in legno della struttura abitativa e da una densa massicciata di sottofondo.

La terza occupazione è marcata dalla presenza di due abitazioni con muri in pietra a secco, databili grazie ai reperti rinvenuti all'epoca tardoromana (fase III).

Di questi edifici, uno è stato scavato interamente: presenta una forma rettangolare (9 x 6 m) con muri spessi 70 cm, suolo in terra battura, poco regolare, grande apertura lungo un lato. L'altro edificio è stato costruito asportando in parte l'occupazione dell'età del Ferro e si presenta seminterrato. I muri in pietra a secco, spessi 40 cm, delimitano uno spazio di 5 x 4 m; il suolo è in terra battuta ed è presente il fondo di un focolare quadrangolare. Appartenente a questa fase vanno segnalati alcuni frammenti di vasi in pietra ollare, una serie di chiodi da scarpa e una fibula zoomorfa.

Dopo l'abbandono e la demolizione di questi edifici l'area non viene più utilizzata a scopo abitativo ma come luogo di sepoltura (fase IV). Sono state rinvenute sei tombe di cui quattro in ottimo stato di conservazione, di epoca altomedievale. Nessun corredo accompagnava i defunti. Le tombe appaiono ben strutturate: lungo i bordi della fossa viene costruito un muretto che assume la forma di una barchetta, una copertura formata da grandi lastre sovrapposte sigilla la sepoltura.

L'ultima fase prima dell'epoca recente (fase V) vede la costruzione di un muro che separa l'area in due terrazzamenti, molto probabilmente usati per scopi agricoli; i reperti di questa fase sono attribuibili all'epoca medievale.


Bellinzona-Claro, località Longo: luogo di culto multiepocale (2020-2021)

Le ricerche, a cura di Maruska Federici-Schenardi e Mattia Gillioz, Briva Sagl, hanno portato alla luce testimonianze riferibili a quattro fasi di occupazione, due del Calcolitico (3400-2200 a.C.) e due della prima età del Ferro (IX-V sec. a.C.).

Le più antiche sono collegate al sito megalitico rinvenuto negli scorsi anni (distante 30 m da questi nuovi rinvenimenti), le seconde sono invece da ascrivere a un insediamento fortificato. Numerosi complessi di strutture formati da piccoli menhir (blocchi eretti), aree di combustione, cairn (pietre impilate a secco) e allineamenti di pietre sono stati datati alla metà del III millennio a.C. grazie alle analisi (carbonio 14).

Si tratta di un rinvenimento eccezionale in quanto fornisce dati importanti non solo in ambito architettonico, ma anche in merito alle gestualità e ai riti celebrati in un luogo di culto preistorico. I menhir sono stati scelti in funzione della loro forma antropomorfa, mentre in alcuni casi quest'ultima è stata ottenuta tramite sbozzatura con l'ausilio di percussori portati alla luce durante le indagini.

Alle fasi più recenti appartengono diverse strutture della prima età del Ferro, tra cui due muri (uno di delimitazione e uo di terrazzamento) che circoscrivono il tracciato di un'ampia via di circolazione selciata. Successivamente viene costruito nello stesso luogo un imponente sistema fortificato (spessore 5 metri) formato da due muri paralleli. Lo spazio che li divide è colmato da numerose piccole pietre. Si può ipotizzare la presenza di una costruzione lignea quale rinforzo del sistema che si erge alla sommità di una forte scarpata. La struttura difensiva è interrotta in corrispondenza di una probabile rampa di accesso. A quest'ultima fa eco una via di circolazione consolidata con piccole pietre.

La presenza di un sito fortificato all'imbocco dei passi alpini denota l'importanza strategica ed economica di Claro nel panorama regionale dell'epoca.


Bellinzona-Claro, località Longo - In Raseréi: insediamento della prima età del Ferro (2020)

L'area interessata dall'indagine archeologica è situata al limite settentrionale dell'abitato di Claro, lungo la va In Raseréi. In seguito a sondaggi effettuati dall'UBC nel 2019, è stato affidato uno scavo in estensione a cura di Gabriele Giozza, ARIA SA.

Su una sequenza alluvionale è stata scoperta un'occupazione dell'età del Ferro, con i resti di un edificio costruito su un terrazzamento artificale. Le tracce di questo antico abitato sono conservate a livello delle fondazioni (una massicciata forma una piattaforma visibile di circa 6,5 x 7 m, entro i limiti di scavo). Questa struttura indica la probabile presenza di un edificio costruito in legno. L'assenza di buche di palo per l'installazione di elementi portanti può far ipotizzare un sistema costruttivo di tipo blockbau; l'assenza di un livello di calpestio porta a supporre la presenza di un pavimento sopraelevato. Parallele al lato est del basamento sono state rinvenute due buche di palo.

Lungo il limite a monte della zona di scavo una leggera scarpata artificiale formata da un accumulo di pietre segna il limite a monte della terrazza, mentre il limite a valle non si è conservato, in quanto asportato dalle costruzioni moderne presenti sulla parcella.

Una forte erosione, seguita da una serie di depositi colluvionali, determina il passaggio da una zona d'abitato a una zona agricola. A questa fase tardoromana/medievale appartengono due fossati d'irrigazione. Pochi i reperti presenti, tra i quali due frammenti di vaso in pietra ollare.


Castel San Pietro, località Obino: sepolture postmedievali (2020)

La ricerca archeologica ha permesso di inviduare due strutture tombali, riutilizzate per la deposizione di diversi individui. Si tratta di sepolture a muretto, con pietre legate con malta e chiuse da grandi lastre litiche, con tracce di malta, utilizzata per sigillare la sepoltura dopo la riapertura.

All'interno delle sepolture sono stati notati resti di calce bianca sparsa sui resti scheletrici; si tratta di un'usanza che serviva a sanificare l'ambiente dopo la riapertura della tomba e potrebbe indicare anche che la morte degli individui più recenti sia stata causata da qualche malattia infettiva.


Bioggio, ex Villa Soldati: struttura tardocinquecentesca (2020)

Il progetto di ristrutturazione dell'antica Villa Soldati, che vede anche la costruzione di un nuovo annesso nell'area esterna, ha permesso di documentare un  lacerto di muro, indagato per una lunghezza di circa 5 metri. Tra le pietre erano presenti pezzi di cotto e un frammento di recipiente in ceramica ingobbiata graffita, che colloca la struttura al XVI-XVII secolo.


Locarno, Solduno: struttura dell'età del Bronzo (2020)

L'indagine archeologica ha messo in evidenza alcuni livelli di frequentazione, caratterizzati dalla presenza di frammenti ceramici attribuibili a diverse epoche, dai livelli più antichi dell'età del Bronzo o forse anche preistorici, seguono i livelli attribuibili alla fine dell'età del Bronzo, nel passaggio con l'età del Ferro, mentre più recenti sono i livelli superiori, con frammenti ceramici di epoca romana e postmedievale.

L'unica struttura archeologica rinvenuta è un avvallamento negli strati più antichi, riempito con pietre e numerosi frammenti di recipienti ceramici, riferibili all'età del Bronzo, la cui funzione è ancora da determinare.


Bellinzona-Giubiasco, Giardini di Villa Rusconi: nucleo storico del Palasio (2020)

Le ricerche del 2019 avevano permesso di riportare alla luce le testimonianze di un'occupazione stratificata su quasi cinque metri di altezza che, dalla fine del XIX secolo risale fino al periodo conclusvo dell'età del Bronzo. La nuova indagine (02.2020-08.2020), a cura di Christian Bader e Giorgio Nogara, si è concentrata sul settore nord-est dell'area di scavo, dove erano state riportate alla luce le vestigia in parte sovrapposte di due edifici, i cui piani hanno potuto essere precisati.

I tre locali della presunta "sosta" (l'edificio più recente) si sono rivelati far parte di un vasto complesso edificato nel XVI secolo e comprendente almeno undici locali e un pozzo. Lo studio è ancora in corso, ma è possibile già escludere che possa trattarsi di una semplice abitazione.

Più sotto erano stati localizzati i resti murari (distrutti da un incendio) dell'edificio principale di una serie di stabili edificati probabilmete verso la fine del XII secolo. Le indagini hanno consentito di constatare che il complesso è stato abbandonato prima dell'incendio e che gli abitanti hanno avuto il tempo di asportare tutti i loro beni.

I lavori di smantellamento dell'edificio incendiato hanno riportato alla luce i resti di un laboratorio per la produzione di piccoli oggetti in metallo. Il differente stato di conservazione delle cinque forge ritrovate indica che la loro utilizzazione non è avvenuta contemporaneamente ma che si è svolta su un lasso di tempo relativamente lungo. L'analisi dei resti carboniosi ritrovati è in corso.

La presenza, infine, a monte della zona di scavo, di insediamenti attribuibili all'epoca romana e al periodo finale dell'età del Bronzo è stata confermata dal ritrovamento di una considerevole quantità di cocci in ceramica.


Bellinzona, Carasso - località Saleggi: tombe medievali (2020)

Durante i lavori di rifacimento di via Birreria, sono state individuate tre sepolture, che non è stato possibile indagare completamente perché si estendevano oltre i limiti di scavo. La loro struttura è di tipo a muretto realizzato a secco, con copertura in lastre litiche, senza corredo né resti scheletrici. Questo ritrovamento estende il periodo di utilizzo della necropoli già nota anche all'epoca medievale e amplia l'area destinata a uso funerario, in riferimento ai ritrovamenti di epoca tardoromana indagati nel 2018-2019 nei terreni adiacenti.


Bellinzona-Claro, località Matro: sepolture altomedievali (2020)

Il sedime interessato dalla ricerca archeologica si trova al di sotto del terrazzo roccioso sul quale si erge la Casaforte dei Magoria (edificio a torre di origine medievale). Lo scavo ha permesso di documentare quattro tombe a inumazione "a barchetta", con struttura a muretto realizzato a secco e copertura in lastre litiche. Pochi e mal conservati i resti ossei presenti, che tuttavia hanno permesso di datare, con il metodo del radiocarbonio, una delle sepolture più antiche all'VIII-IX secolo.

I dati a disposizione attestano due fasi diverse di deposizione: due tombe più antiche con orientamento est-ovest, e due tombe più recenti che vedono il cambio di orientamento in direzione nord-ovest/sud-est, sovrapponendosi parzialmente alle strutture già esistenti. Al momento non si conosce l'ampiezza dell'area funeraria che sicuramente si esende oltre i limiti di questo scavo.


Bellinzona-Claro, località Pontòn: insediamento dell'età del Ferro (2020)

A fine 2019 il progetto per l'edificazione di un nuovo stabile ha permesso di portare alla luce imponenti strutture murarie, riferibili a muri di terrazzamento e di delimitazione, che grazie ai frammenti ceramici rinvenuti possono essere collocati alla seconda età del Ferro, con una frequentazione successiva dell'area anche in epoca romana.


Cresciano - Chiesa di San Vincenzo (2020)

Nel febbraio 2020 sono state rinvenute importanti testimonianze legate alla chiesa di San Vincenzo di Cresciano. E stato possibile indagare nella parte dell'attuale coro, le fasi precedenti della chiesa, grazie al rinvenimento di strutture murarie, tombe e moltissimi frammenti di affresco.


Muralto - Stazione FFS, Vicus romano (2019)

Sono state rinvenute le fondamenta di edifici di epoca romana legati al noto Vicus di Muralto. Si segnalano anche strutture di epoca medievale, forse da ricondurre allo scomparso Castello dei Magoria. Le ricerche sono state condotte da Gabriele Giozza, della società ARIA.


Giubiasco - Palasio, Villa Rusconi (2019)

Nei Giardini di Villa Rusconi sono stati riportati alla luce alcuni edifici che dovevano costituire l'antico nucleo medioevale della frazione oggi chiamata Palasio. Le ricerche, dirette da Giorgio Nogara, hanno consentito di rinvenire resti di case, muri di contenimento e diversi tipi di reperti. Sono state riportate alla luce anche alcune tombe di epoca tardoantica e sono presenti materiali riferibili all'antica età del Bronzo.


Bellinzona - Claro: luogo di culto preistorico (2019)

Lo scavo di un importante sito preistorico è stato effettuato dagli archeologi Mattia Gillioz e Maruska Federici-Schenardi, in collaborazione con il Servizio archeologia.

Le ricerche hanno permesso di rinvenire strutture appartenenti a un luogo di culto del Neolitico (2500 - 2300 a.C.) e dell'età del Ferro (ca. 500 a.C.). 

Sono stati individuati cinque megaliti (grandi pietre erette in posizione verticale simili a menhir) e altri blocchi più piccoli provenienti in parte da cave dei dintorni, sbozzati e con tracce di lavorazione.

Questo ritrovamento è di grande importanza: si tratta della prima testimonianza monumentale della religiosità preistorica nella regione subalpina e rappresenta la prova più antica dell'organizzazione territoriale della popolazione nel Bellinzonese.

Eccezionale anche il fatto che siamo di fronte alla più antica testimonianza di scultura simbolica e di attività di lavorazione della pietra sul nostro territorio.


Bellinzona - Carasso: la necropoli tardoantica (2018)

Il sedime oggetto dell'indagine archeologica si trova nel perimetro di interesse archeologico a Carasso Saleggi, nel comune di Bellinzona, area nella quale nel giugno del 1969 furono rinvenute due sepolture attribuibili al periodo tardoromano.

I corredi delle sepolture rinvenute nel 1969 sono molto interessanti per il Cantone Ticino: vi sono elementi caratteristici del IV secolo d.C., come i braccialetti a capi aperti, le collane in pasta vitrea con grani a forma di dodecaedro, un gruzzoletto di 42 monete, e di particolare interesse, un anello digitale in bronzo, il cui castone porta inciso il monogramma cristiano.

Questo tipo di anello rappresenta una delle testimonianze più antiche del cristianesimo del Cantone Ticino, e trova un unico confronto nella necropoli di Losone-Arcegno.

L'area scavata ha riconsegnato un'ottantina di tombe ad inumazione con corredi da riferire ad una popolazione dedita ad attività agricole.