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Svizzera ed Europa: quale futuro?

27.05.2010

Non capita tutti i giorni che una commissione legislativa dell'Unione Europea visiti la Svizzera. E' accaduto il 26 maggio a Berna. La Commissione sul mercato interno del Parlamento dell'UE (IMCO) - una delle più importanti commissioni parlamentari europee, presieduta dall'inglese  Malcolm Harbour - ha incontrato la nostra delegazione parlamentare, che da quest'anno ho l'onore di presiedere.  Il viaggio era finalizzato a incontrare i responsabili dell'Organizzazione mondiale del commercio a Ginevra, economiesuisse, la nostra delegazione parlamentare e la Presidente della Confederazione Doris Leuthard. Tema principale dell'incontro: la bozza di rapporto sullo situazione attuale del mercato interno europeo con particolare riferimento ai paesi dello spazio economico europeo (Norvegia, Islanda e Lichtenstein) e alla Svizzera[1].

La libera circolazione delle persone e delle merci è già una realtà, quella dei servizi (finanziari, sanitari, assicurativi, ecc.) non ancora. L'UE vuole migliorare la situazione tra i suoi 27 membri, ma anche con i paesi dell'associazione europea di libero scambio (AELS), il club degli quattro Stati summenzionati che non hanno aderito all'UE. La Svizzera è, dopo gli Stati uniti d'America, il secondo partner commerciale più importante dell'Europa. Ovvio che anche in Svizzera abbiamo un forte interesse a poter vendere liberamente i nostri servizi nel mercato europeo di 500 milioni di persone! L'incontro è avvenuto in un clima di apertura e convivialità e ci ha permesso di strappare un bel risultato: il parlamento svizzero è stato invitato a collaborare attivamente alla definizione di una nuovo libero mercato dei servizi. Un'apposita delegazione potrà dunque seguire questo dossier e influenzarne il decorso.

Ma l'incontro s'inserisce anche in una nuova strategia della Confederazione, che consiste a rafforzare i legami di collaborazione tra i due parlamenti: si tratta di una novità resa possibile dal fatto che il trattato di Lisbona, dal novembre 2009, conferisce a popolo e parlamento europeo più poteri. In altre parole questo trattato democratizza maggiormente l'UE e ce la rende un po' più comprensibile. Un'evoluzione importante che permette al Parlamento di accompagnare il lavoro del Governo, conferendogli maggior legittimazione e accettazione. I nostri rapporti con l'UE, basati sugli accordi bilaterali, sono giunti a un punto di complessità tale, che una ridefinizione degli stessi s'impone. Il Parlamento svizzero attende in questo senso con impazienza le indicazioni governative contenute nel cosiddetto "rapporto Markwalder", dal nome della presidente della Commissione degli affari esteri, la bernese Christa Markwalder, anch'essa presente oggi all'incontro.

Il modo migliore per risolvere ogni situazione complessa (i rapporti tra la Svizzera e l'UE) consiste - ne sono persuaso - nello stringere legami personali con i propri interlocutori, aumentando la stima e la fiducia reciproca. Solo allora si potrà entrare nel vivo dei dettagli e trovare, insieme, le migliori soluzioni possibili.

 

Ignazio Cassis, Consigliere nazionale
Presidente della Delegazione parlamentare svizzera per i contatti con l'UE e l'AELS