Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Blocco studi medici: nessuna soluzione!

20.01.2009

Articolo apparso sul "Corriere del Ticino" del 17 gennaio 2009

Dal 1 luglio 2002 in nessun Cantone è possibile aprire uno studio medico convenzionato con le casse malati senza autorizzazione eccezionale. Una misura che blocca la strada ai giovani che desiderano aprire uno studio medico. La decisione era stata presa per impedire che l'entrata in vigore degli accordi bilaterali, il 1 giugno 2002, fosse accompagnata da un' "invasione" di medici europei sul suolo svizzero, con conseguente "esplosione" dei costi della salute. Doveva però trattarsi di una regola transitoria (triennale) dettata dall'urgenza, che avrebbe dovuto lasciare il posto a una soluzione più articolata ed equa. Ma nel 2005 non c'era alcuna soluzione migliore: la norma era quindi stata prolungata di altri tre. Nel 2008 stesso scenario: nuovo prolungamento fino a fine 2009.

L'illusione, quando abbiamo trattato la questione lo scorso anno, era che il Consiglio degli Stati, primo responsabile del tema, giungesse a una soluzione entro fine 2008. Pochi giorni prima di Natale però la camera alta ha dichiarato forfait e ha deciso di passare la patata bollente al Consiglio nazionale, la cui commissione ieri mattina se ne è occupata. Due ore di animata discussione tra i due fronti ideologici: da un lato gli ambasciatori del libero mercato capace - secondo loro - di risolvere la questione. In che modo? Lasciando decadere l'articolo di legge a fine 2009 e vedendo che succede. Sull'altro fronte chi condivide la preoccupazione che occorre garantire continuità alla regolazione della medicina ambulatoriale da parte dello Stato, per evitare un aumento incontrollato di studi medici e della fattura sanitaria. Con un solo voto di scarto hanno avuto la meglio questi ultimi.

Ritenuto a quel punto che una soluzione andasse trovata, si trattava di definire quale. Con i colleghi PPD Wehrli e Meyer abbiamo proposto una soluzione elaborata insieme con i direttori dei dipartimenti cantonali della sanità, la FMH e lo stesso consigliere federale Pascal Couchepin. Malgrado questa larga alleanza la commissione l'ha rifiutata preferendo - con una maggioranza misurata di 13 voti contro 11 - prolungare semplicemente per altri due anni (fino a fine 2011) la legge già in vigore. Unica modifica, l'esclusione dalla regola dei medici di famiglia, che dunque potrebbero aprire liberamente uno studio dal 1 gennaio 2010.

La nostra proposta - prevista per una durata di 4 anni - era invece più articolata: permetteva per esempio di dividere un'autorizzazione tra più medici a tempo parziale (pensiamo in particolare alle donne), permetteva ai cantoni di promuovere l'apertura di studi medici nelle zone meno ambite, permetteva infine di regolare l'offerta degli ambulatori ospedalieri, che in questi anni sono esplosi potendo in larga misura sottrarsi al blocco della legge. Nulla di fatto! La politica esce perdente, senza visioni e coraggio. Se la commissione degli Stati aderirà, tutto è nuovamente posticipato di due anni. Un'occasione mancata!

Autori

Ignazio Cassis

Ignazio Cassis