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Evento per il lancio della campagna di collocamento a tirocinio 2009

03.04.2009

Discorso della Presidente del Consiglio nazionale, Centro di formazione professionale ASFL, 1 aprile 2009

Signor Consigliere di Stato,
Signor Vicedirettore dell'UFFT,
Caro ex-Collega,

mi fa particolarmente piacere potermi esprimere davanti a un pubblico così numeroso e premuroso nel dimostrare attenzione per la formazione professionale in generale e, soprattutto, per la formazione professionale di base, che coinvolge da un lato i giovani che sono alla ricerca di un posto di tirocinio e dall'altro le aziende formatrici che le assumono.

Mi complimento con Rudolf Strahm per il suo libro e soprattutto per le riflessioni che suscita. Alcune delle sue tesi - non tutte - sono assolutamente condivisibili. Ha certamente ragione quando dice che una delle ragioni del successo della Svizzera, assieme alla stabilità politica, sta nel suo sistema di formazione professionale, che ha assicurato la qualità della sua produzione industriale, dei suoi servizi privati e pubblici in ogni settore, dal commercio fino alla sanità. Infatti, il sistema della formazione professionale che la Svizzera conosce, assieme alla Germania e all'Austria, prevale su ogni altra soluzione formativa per assicurare la migliore transizione dalla scuola dell'obbligo all'entrata nell'attività professionale, per offrire la possibilità di una formazione di base di qualità, in sintonia con le esigenze del mercato, per preservare dalla disoccupazione giovanile (flagello) e per assicurare una manodopera altamente qualificata.
Un sistema detto duale, che coniuga la formazione pratica in azienda con la formazione teorica a scuola e i complementi di entrambe nei corsi interaziendali, realizzando appieno l'obiettivo di sviluppare nei giovani non solo il sapere, bensì pure il saper fare ed il saper essere (competenze chiave).

Per mantenere efficiente questo sistema duale della formazione professionale, che si basa sul principio della collaborazione tra privato e pubblico - da un lato l'economia, ossia le organizzazioni del mondo del lavoro e le aziende che ne fanno parte e dall'altro lo Stato, ossia Confederazione e Cantoni - occorrono adeguati strumenti legislativi, che la Confederazione si è data con la nuova Legge federale sulla formazione professionale, che è entrata in vigore il 1° gennaio 2004, e di cui ho avuto l'onore e anche l'onere (insieme a Strahm) di seguire durante la sua elaborazione nella Commissione scienza, educazione e cultura del Consiglio nazionale, essendone poi stata anche relatrice di lingua latina nei dibattiti parlamentari. Anche il Cantone Ticino ha fatto in materia la sua parte, perché ha una legge, quella del 1998, che ha addirittura anticipato in certe parti la legge federale.

E' una collaborazione - quella tra privato e pubblico - che garantisce l'aderenza della formazione alla continua evoluzione del mondo del lavoro, poiché l'apprendista in azienda sarà sempre confrontato con gli ultimi sviluppi della tecnica in ogni settore dell'economia. Un'aderenza che è già più difficile da mantenere nelle scuole professionali a tempo pieno, benché anch'esse svolgano un ruolo qualificato e irrinunciabile, soprattutto nel Cantone Ticino che ha un mercato del lavoro più limitato, per assicurare a tutti i giovani in uscita dalla scuola secondaria inferiore - la scuola media - una possibilità di formazione.

Se vogliamo dunque che questa continua interazione tra teoria e pratica, che fa così forte il sistema svizzero della formazione duale, si mantenga, occorre che le aziende svizzere e fra queste le aziende ticinesi, continuino a mettere a disposizione posti di tirocinio, evitando che la formazione professionale passi progressivamente e interamente nelle scuole a tempo pieno. E' questo il messaggio che vogliamo lanciare, con questo evento, a tutte le aziende svizzere: mettere a disposizione posti di tirocinio, anche in periodi di crisi, perché alla fine dei periodi di crisi ci vuole personale preparato per riprendere la corsa.

D'altra parte, il Cantone, come già è stato detto, proprio recentemente ha esteso gli strumenti per promuovere il sistema duale della formazione professionale, introducendo anche nel Ticino il fondo cantonale per la formazione professionale, che servirà soprattutto a sgravare le aziende formatrici dagli oneri che adesso hanno soprattutto per i corsi interaziendali.

Assieme al messaggio che riguarda la formazione professionale di base vorrei anche ricordare che, in un periodo in cui l'evoluzione tecnologica è continua, in cui i metodi di lavoro diventano sempre più sofisticati, anche nel campo delle professioni più manuali, non si può contare solo sulla formazione professionale di base. Bisogna essere consapevoli che, oggi, quanto si è imparato durante il tirocinio può bastare solo per pochi anni ormai.

Bisogna cioè predisporsi a una formazione che dura tutta la vita, che è incessante, se si vuol tenere il passo con i cambiamenti della professione e, in tal modo, consentire anche alle aziende del nostro Paese, dell'intera Svizzera, di rimanere competitive e, possibilmente, di superare quelle del resto del mondo in termini di qualità del lavoro svolto e quindi di concorrenzialità sui mercati internazionali.

Per promuovere questa formazione continua delle maestranze, ma non solo, quelle dell'intera popolazione, occorrono anche adeguati strumenti legislativi. Purtroppo nella legge federale di cui vi ho parlato il ruolo della formazione continua è rimasto un po' sottotono, per la paura dei riflessi finanziari, poiché, evidentemente, se si vuole legiferare o comandare bisogna poi anche un po' pagare e a quel momento la Confederazione non voleva fare la sua parte, preferendo, come è poi avvenuto, accumulare avanzi d'esercizio plurimiliardari.

Ora le cose stanno fortunatamente cambiando, grazie anche ai nuovi articoli costituzionali sulla formazione, votati dal popolo svizzero nel 2006, che tra le altre cose prevedono un nuovo articolo 64a dedicato alla formazione continua.
Prevedendo che la Confederazione fissi dei principi in questo campo (sistemi di qualità,
trasparenza dell'offerta, riconoscimento dei saperi acquisiti) si sottintende un ruolo attento dello Stato (CH e Cantoni) nei confronti dell'accesso per tutti alla formazione continua, abbandonando l'antiquata idea che la formazione continua sia solo una questione di responsabilità individuale.
E pian piano si sta arrivando alla nuova legge federale quadro sulla formazione continua, che allargherà anche la visione di quest'ultima, finora quasi esclusivamente centrata sulla formazione a orientamento professionale. Io sono però convinta, insieme ai colleghi del Consiglio nazionale che hanno approvato un postulato in tal senso, che ogni tipo di formazione e di esperienza, anche quella conseguita da una donna che cresce i suoi figli e svolge le attività domestiche, sviluppa delle capacità e delle competenze che possono servire anche al mercato del lavoro.

Per finire, un'ultima riflessione: non è solo da oggi che si sa che la Svizzera può contare solo sulla qualità delle proprie maestranze per vincere le competizioni con il resto del mondo, come giustamente si sostiene nel libro di Rudolf Strahm. Per arrivare a questa qualità occorre che ci sia prima di tutto una buona formazione professionale di base. E questa si trova sicuramente nelle aziende formatrici ticinesi, perché ne sono testimonianza anche i buoni risultati conseguiti sempre più frequentemente dagli apprendisti ticinesi nelle competizioni a livello nazionale, di cui mi rallegro, complimentandomi con i premiati di stasera.

Ma assieme alla formazione di base ci vuole quella continua e per questo nel Parlamento, siamo in attesa dell'avamprogetto di legge federale; lo dico anche al vicedirettore dell'Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia, Ufficio che è incaricato della sua elaborazione.

Con una formazione professionale di base e con una formazione continua di qualità avremo anche gli strumenti, come giustamente sostiene l'ex-collega Strahm, per affrontare nel migliore dei modi non solo i periodi di crescita, come è stato fino a pochi mesi fa, ma anche quelli di crisi. Poiché da questi si esce, per continuare anche nel futuro la storia di successo della Svizzera, solo con il continuo miglioramento delle capacità dei singoli, delle aziende e della società tutta, per costruire tutti assieme il nostro futuro.

Autori

Chiara  Simoneschi - Cortesi

Chiara Simoneschi - Cortesi