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Finanziamento ospedaliero: fattura salata per il Ticino

01.06.2007

Ticinoinforma, sessione estiva n.10

Negli ultimi vent'anni spesso in Ticino si è levata una recriminazione da parte dei Comuni, che grossomodo suonava (e suona) così: la nostra autonomia si va riducendo a causa delle decisioni che il Cantone adotta sulla spesa pubblica, decisioni che vincolano anche gli enti locali su cui si riflettono. L'autonomia residua, specie quella finanziaria, si va così riducendo e con essa il ruolo politico e decisionale dell'ente basilare del sistema federale svizzero. Mutatis mutandis, un discorso analogo lo può però fare anche il Cantone, nei confronti della Confederazione. E può farlo in più di un ambito, anche se l'imminente nuova perequazione cerca ora un rimedio e tende a dissociare compiti e responsabilità comuni, puntando a maggior chiarezza e rilanciando alcune autonomie.
L'ambito che qui ci interessa da vicino è quello sanitario, dove le decisioni dell'autorità federale (quasi sempre avallate dalle Camere) hanno in ciascun Cantone ripercussioni differenti. Abbiamo visto con l'inizio dell'anno scorso l'introduzione del nuovo articolo 64° LaMal che di fatto ha escluso gli assicurati morosi dalla copertura delle prestazioni sanitarie. Per il Ticino l'impatto è stato ed è tuttora drammatico ed un ‘rimedio' non è ancora stato messo a punto da governo e parlamento. Si parla ormai di quasi novemila cittadini esclusi dal rimborso delle cure da parte degli assicuratori, per molti dei quali si giunge poi direttamente all'esclusione dalle cure tout court.
Il nuovo modello di finanziamento ospedaliero scelto dal Consiglio nazionale nel marzo scorso arrischia di avere in Ticino conseguenze ben più pesanti di quelle prevedibili negli altri Cantoni. Il numero di letti privati in Ticino è vistosamente superiore a quello medio svizzero: oltre il 40 per cento di fronte a un 14 per cento nazionale.
Letti per lo più riconosciuti nella pianificazione ospedaliera e che pertanto, se dovesse passare la nuova strategia di finanziamento decisa dal Nazionale, verrebbero coperti al 55 per cento dei costi di gestione (sempre che le Camere federali si trovino d'accordo su questa percentuale e non su quella più alta proposta dal Consiglio degli Stati) dal Cantone. Tutto ciò comporterà un maggior onere per le casse pubbliche di circa 80/90 milioni di franchi all'anno come minimo. Siamo peraltro coscienti che il problema non è condiviso, perlomeno non in modo così acuto, dalla maggior parte degli altri Cantoni nei quali la presenza di strutture private è minima o inesistente (Vallese).
Come noto il nostro Cantone stenta ad uscire dai bilanci in rosso. La modifica legislativa decisa a Berna aggrava i conti e ostacola il raggiungimento in tempi ragionevoli del risanamento finanziario. Senza peraltro fare significativi passi in avanti verso il contenimento dei costi. Infatti si tratta solo di un loro trasferimento a vantaggio delle assicurazioni private ed a carico dei Cantoni, quindi dei cittadini.

Autori

Attilio Bignasca

Attilio Bignasca

Patrizia Pesenti

Patrizia Pesenti