La scuola che verrà - Proposte per una riforma tra continuità e innovazione - page 7

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Introduzione
Nel mese di dicembre del 2014 il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport
(DECS) ha presentato il documento
La scuola che verrà - Idee per una riforma tra continuità
e innovazione
. Elaborato da un gruppo di lavoro incaricato dal Dipartimento, il documento
proponeva idee e concetti sulla base dei quali progettare una riforma della scuola dell’obbligo
ticinese. Il testo, illustrato ai quadri scolastici, ai collegi docenti e presentato alla collettività è
stato oggetto di molti dibattiti dentro e fuori il mondo della scuola, nel quadro di una prima
ampia procedura di consultazione interna curata dallaDivisione della scuola.Una consultazio-
ne svolta lungo un doppio binario, in quanto il documento è stato sottoposto alla valutazione
collettiva degli attori del mondo della scuola e, parallelamente, è statooggetto di una raccolta
di opinioni individuali attraverso un questionario
online
.
Gli esiti di questa prima consultazione hanno mostrato una generale adesione ai principi
affermati dalla
Scuola che verrà
, confermando nel contempo un’esigenza diffusa di intervenire
sullo stato attuale della scuola dell’obbligo. Dalla lettura delle prese di posizione, i motivi che
giustificano un intervento sulla scuola dell’obbligo nel suo insieme sono molteplici: influenza
dei mutamenti sociali, culturali, economici e tecnologici sulla relazione tra società e scuola;
esigenza di adattare e rinnovare gli strumenti impiegati nell’affrontare il compito educativo;
necessità di rimettere al centro del dibattito (anche politico) l’importanza del mandato edu-
cativo della scuola; richiesta di chiarezza sullo statuto professionale del docente. Inmodo non
del tutto scontato, i motivi espressi dagli attori consultati a favore di un intervento sulla scuola
dell’obbligo nel suo insieme si sovrappongono in larga misura a quelli identificati dal Dipar-
timento: attualizzare gli approcci didattici innovando le pratiche d’insegnamento; migliorare i
risultati globali del sistema scolastico; creare condizioni ottimali di insegnamento per i docenti;
allinearsi con l’evoluzione del sistema educativo nazionale; interagire con i cambiamenti della
società e con le esigenze di livelli di formazione sempre più alti, necessari anche per un buon
inserimento nel mondo del lavoro. Finalità il cui raggiungimento è vincolato dai valori di
equità
e inclusività
che hanno fondato la scuola ticinesemoderna, ai quali non si intende rinunciare.
La prima procedura di consultazione interna ha fatto emergere anche preoccupazioni, critiche
e perplessità circa le vie indicate dal progetto di riforma per raggiungere gli scopi appena
elencati: reazioni che sono state raccolte e valutate nella sintesi pubblicata dallaDivisione della
scuola e che sono serviteda stimoloper il gruppodi lavoro che,nel corsodel 2015edei primi
mesi del 2016, ha continuato ad approfondire e sviluppare le proprie riflessioni.
Gli esiti delle riflessioni riportati nelle pagine che seguono non si presentano sotto forma di
‘prodotto finito’ o di ‘catalogo’ di misure pronte a essere applicate. Piuttosto, il documento
approfondisce le premesse concettuali esposte tra le pagine del primo rapporto, accompa-
gnandoleda proposte che tendononella direzionedell’operatività, così comeda alcuni esempi
di buone pratiche didattiche presenti nella scuola ticinese e che appaiono già ora in sintonia
con gli intenti del progetto.
Nell’anno e mezzo trascorso dalla presentazione della
Scuola che verrà
, il contesto politi-
co-finanziario si è inasprito. Il nuovo rapporto redatto dal gruppo di lavoro è pubblicato in
un clima di incertezza e di intenso dibattito attorno alle finanze pubbliche. Come osservato
ripetutamente durante la prima fase di consultazione, il tema delle risorse è strettamente le-
gato al progetto di riforma. Il Dipartimento è fermamente convinto della necessità di investire
nella scuola e che la riforma potrà essere implementata unicamentemettendo a disposizione
risorse adeguate. Sarebbe tuttavia fuorviante lasciare che le contingenzemateriali e finanziarie
agiscano come un freno alla progettualità.
Concludendo, le
idee
esposte nel 2014 tra le pagine della
Scuola che verrà
sono nel frattempo
diventate
proposte
, alcune molto delineate e sviluppate, altre si trovano ancora a uno stato
progettuale. Lo spirito del progetto di riforma resta pertanto immutato: si tratta di un’opera-
zione tuttora ‘in divenire’ che progressivamente tenta di costituire uno spazio progettuale nel
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