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Nata nel 1985 a Locarno, Carla Juri è una delle attrici più promettenti del cinema svizzero. Cresciuta ad Ambrì in una famiglia bilingue (la madre è di Lucerna), ha frequentato le scuole obbligatorie in Ticino distinguendosi anche in campo sportivo - ha vestito le maglie delle selezioni giovanili dell'Hockey Club Ambrì-Piotta. Dopo essersi diplomata in Svizzera tedesca, dal 2005 al 2010 ha vissuto a Zurigo, LosAngeles e Londra per studiare recitazione. Alla fine del suo percorso formativo è tornata ad Ambrì, ma ha sfruttato un "pied-à-terre" a Berlino per partecipare ai casting e rimanere più vicina alla scena cinematografica tedesca; ha così iniziato a inanellare ruoli sempre più convincenti in produzioni italofone, anglofone e germanofone. Nel 2011 l'interpretazione di Esther Grüter in "180° - Wenn deine Welt plötzlich Kopf steht" di Cihan Inan le ha regalato il Quartz del cinema svizzero per il miglior ruolo non protagonista. Un successo bissato un anno più tardi quando si è aggiudicata il Quartz come miglior attrice protagonista per "Eine wen iig, dr Dällebach Kari" di Xavier Koller, che la rende la prima persona a essersi aggiudicata il maggior premio cinematografico elvetico per due anni consecutivi. Nel 2013 l'attrice ticinese ha consolidato la sua fama con il ruolo di Helen Memel in "Feuchtgebiete", adattamento per il grande schermo dell'omonimo (e controverso) romanzo di Charlotte Roche. Una pellicola presentata al Festival del film di Locarno che l'ha proiettata tra le giovani promesse del cinema europeo, come testimoniato anche dallo Shooting Stars Award conferitole durante la Berlinale 2013.
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