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Fosco Maraini (1912-2004)

discendente dei Maraini di Lugano

Nato il 15 novembre 1912 a Firenze, Fosco Maraini fu un affermato orientalista, etnologo e scrittore italiano, nonché padre della celebre scrittrice Dacia Maraini. I suoi genitori, Antonio Maraini (1886-1963) scultore di Roma dalle origini luganesi e sua madre Edith Cornelia Crosse (1877-1944), si trasferirono a Firenze nel 1912. Già nella sua infanzia Fosco dimostrò una forte attrazione per gli atlanti, le esplorazioni, l’arte, la letteratura e la fotografia. Sposò la pittrice siciliana Topazia da cui ebbe tre figlie: Dacia (1936), Yuki (1939-1995) e Toni (1941). Nel 1937 partì per il Tibet: fu il primo contatto reale con l’India, di cui immediatamente apprezzò i valori naturalistici e le tradizioni culturali. Nell’autunno del 1938, dopo aver conseguito la laurea in scienze naturali all’Università di Firenze, il Maraini accettò una borsa di studio per il Giappone, dove si trasferì con la sua famiglia. Nel 1941 divenne lettore d’italiano nell’università di Kyoto. Nel 1943, avendo rifiutato, con la moglie, di aderire alla Repubblica sociale italiana, fu fatto prigioniero insieme alla famiglia in un campo di concentramento a Nagoya, fino alla resa del Giappone nel 1945. L’anno dopo i Maraini iniziarono il lungo viaggio di rientro in Italia. Negli anni successivi Fosco Maraini proseguì gli studi e approfondì l’esplorazione dell’Oriente. Morì a Firenze l’8 giugno del 2004. A Fosco Marini si deve la coniazione del termine metasemantica, una tecnica letteraria che usa nella sua raccolta di poesie Gnosi delle fànfole del 1978. Nel 2018 il Museo delle Culture di Lugano gli ha dedicato le sale delle esposizioni temporanee di fotografia e grafica situate al piano terreno di Villa Malpensata ("Spazio Maraini").

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