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Lucia Buonvicini (1906-1945)

di Bellinzona

Nel corso della Seconda guerra mondiale il movimento partigiano italiano non ha coinvolto solo la popolazione locale, ma anche diversi ticinesi: Lucia Buonvicini, nata Pizzigaglia nel 1906 a Bellinzona, fu una di loro. Sposatasi nel 1930 col pittore Romolo Buonvicini, insieme ebbero tre figli. La crisi degli anni Trenta portò i coniugi a dividersi: nel 1937 lui e il figlio maggiore rimasero in Ticino mentre lei si spostò col resto della famiglia a Oria, in Valsolda, il paese originario del marito. La famiglia si ricongiungeva nel fine settimana. Dopo l'armistizio del 1943, Lucietta Buonvicini decise di arruolarsi come partigiana con il nome di "Nichi": Fu attiva lungo la frontiera e favorì il collegamento tra i vari reparti trasportando documenti di vario tipo: un impegno che le varrà gli onori militari. Fu arrestata sei volte e infine obbligata ad allontanarsi almeno 30 chilometri da Oria. Lucia lasciò così i figli a Porlezza e fece ritorno a Bellinzona dal marito. Alla fine della Seconda guerra mondiale, l'8 maggio 1945, la donna tornò a Oria per abbracciare i figli e probabilmente smascherare alcuni "traditori" della Resistenza. Le frontiere erano ancora chiuse, così passò dalle montagne. Una scelta che le fu fatale, perché due giorni dopo fu accoltellata alla schiena e gettata in un dirupo. Il suo corpo fu ritrovato da un gruppo di contrabbandieri solo nove mesi più tardi, ma non fu mai individuato un colpevole.

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